Maurizio Vandelli e Shel Shapiro sono pronti a far rivivere l’epoca legata all’Equipe 84 e ai Rokes. Band che rimangono nella storia della musica italiana e che ancora oggi sono fra le hit del nostro Paese. Il 1964 ha vissuto grazie alle due icone e leggende una vera rivalita fra gruppi ed ancora oggi sono tante le voci che circolano riguardo a quanto è accaduto davvero nel backstage. Ora però è arrivato il momento di unire le forze e sfornare insieme quello che potrebbe essere un sicuro successo. Love and peace, amore e pace, segna il loro ritorno sulle scene musicali, questa volta in coppia. La pubblicazione è prevista per il prossimo 21 settembre 2018, ma i due artisti pensano di fare le cose in grande. Dal 10 dicembre in poi saranno entrambi impegnati in una serie di concerti per promuovere il sodalizio artistico. “Non è che siamo nemici, non c’è odio tra noi“, specifica subito Maurizio Vandelli in un’intervista a Sorrisi. Un lungo intervento stampa che aiuterà i fan a capire come è nata la loro rivalità. L’ex voce degli Equipe 84 è sicuro che sia tutto avvenuto al Piper di Roma, una serata che ha permesso ad entrambi i gruppi di incontrarsi al di fuori del palco. “A me venne in mente che avremmo potuto fare una canzone insieme“, riferisce Vandelli. Così non ha esitato ed ha parlato con Shapiro, ma la sua risposta è stata glaciale. “Nessuno può venire a dirmi cosa fare o non fare”, ha detto di contro l’artista. “In realtà, dopo qualche giorno abbiamo iniziato a suonare insieme dopo l’orario di chiusura del Piper“, ci tiene a precisare Shapiro, sicuro che ancora oggi l’amico e collega sia irritante come allora.
LE HIT DEL PASSATO NEL NUOVO ALBUM
L’album di Shapiro e Vandelli racchiuderà inoltre le hit del passato, grazie ad una rinfrescata del sound. “Magari in futuro arriveranno anche delle novità“, dice Maurizio sicuro di non voler escludere nulla. “Ci picchierebbero se non facessimo certe canzoni“, crede infatti Shapiro. Insomma un trubituo ai fan in nome dei tempi che furono. Per i live invece hanno ideato qualcosa di diverso, unendo passato al presente. Ci sarà una canzone tratta dal disco e dal titolo You raise me up, intonata a due voci a fine concerto come omaggio al pubblico presente. Senza nascondere che entrambi hanno in mente un brano preciso che ruberebbero volentieri all’altro. Per Shapiro si tratta di “Bang bang”, la cover che gli Equipe 84 hanno fatto della celebre canzone scritta da Sonny Bono nel ’66. Vandelli invece è invidioso de E’ la pioggia che va dei Rokes, che risale allo stesso anno e parte dell’album Che mondo strano. La reunion di Maurizio Vandelli e Shel Shapiro ha inevitabilmente il sapore di rock. Entrambi hanno incontrato i big del genere musicale, ancora oggi un pilastro della musica in tutto il mondo. Vandelli ricorda in particolare quel giorno in cui ha incontrato Jimi Hendrix a cena, a Milano. Per volergli rendere omaggio, ha avuto l’idea di fargli ascoltare Nel ristorante di Alice degli Equipe 84, “in cui copiavo malissimo un suo assolo“, specifica nell’intervista a Sorrisi. In quel momento Vandelli si aspettava di certo una reazione negativa e invece Hendrix lo ha sorpreso: “si alzò e mi ringraziò: fu dolcissimo“. Shapiro ha invece dei ricordi legati a Londra ed all’incontro con Eric Clapton. “In quel negozio mi salutò come se lo avessi visto veramente da pochi giorni“, riferisce pensando a come entrambi si siano incrociati nei ristoranti londinesi agli esordi delle rispettive carriere, locali in cui “andavamo quando avevamo qualche soldo”.
I RICORDI DAL PASSATO
Esistono ancora tanti altri ricordi legati al passato. L’intervista di Maurizio Vandelli e Shel Shapiro diventa così una rievocazione di alcuni aneddoti interessanti, come quando l’Equipe 84 ha scelto uno speaker per la canzone 29 settembre. “Io volevo Riccardo Paladini“, racconta Vandelli pensando alla voce più interessante della tv di quei tempi. Al suo rifiuto, la band ha scelto uno speaker, “di cui però non ricordo il nome”, specifica. Per Shapiro invece uno dei ricordi più grandi è legato al film Rita, la figlia americana, pubblicato nel ’65 ed in cui si affianca a Rita Pavone. In una scena in particolare, il Principe Antonio De Curtis indossa una parrucca beat e si unisce ai Rokes. “Totò era già cieco e lo accompagnavano ovunque“, pensa Shapiro. “Mi sembrava molto triste”, aggiunge pensando che forse il grande attore non aveva gradito all’epoca non essere protagonista di una pellicola. La sua scelta mostrava invece “quanto avesse ancora voglia, o bisogno, di lavorare”.