Mentre l’inchiesta della Procura sembra essere vicina a un punto di svolta e la macchina dell’emergenza è già al lavoro per ripristinare il prima possibile la normalità, la politica pensa già al dopo, al futuro. “Le risorse ci sono” dice Giovanni Toti, presidente di Regione Liguria e commissario straordinario per l’emergenza ponte Morandi, che in vista della legge di Bilancio invita il governo a privilegiare “il tema delle infrastrutture, che viene prima di qualsiasi ipotesi di flat tax o di reddito di cittadinanza”. Toti potrebbe anche chiedere al Governo una legge speciale per Genova, utile soprattutto “per semplificare di molto il lavoro, specie in tutti quei filoni che non sono direttamente interessati dall’ordinanza di protezione civile: il dialogo con il porto, il rapporto con le imprese, gli aiuti per la competitività”. È infatti convinzione del governatore della Liguria che la terribile tragedia di Genova possa trasformarsi in un’enorme opportunità per tutto il Paese: “Innanzitutto, facendo sì che la Pubblica amministrazione sia messa nelle condizioni di poter recuperare efficienza; in secondo luogo, richiamando la politica a una seria riflessione sulla necessità di nuove infrastrutture”.
A una settimana dal crollo del ponte Morandi e dopo i primissimi interventi d’emergenza, quali sono oggi le priorità: la sicurezza del ponte pericolante, l’aiuto agli sfollati, il ripristino della viabilità?
Oltre, ovviamente, alla pronta messa in sicurezza e alla demolizione del ponte pericolante, la priorità è la redistribuzione degli alloggi agli sfollati. Abbiamo già iniziato, e ci siamo dati anche una tempistica esatta, che prevede che tutte le persone entro metà novembre abbiano una casa. Un obiettivo che si realizzerà anche prima, perché, oltre all’assegnazione di case pubbliche, esiste la possibilità per chi ha dovuto abbandonare la propria abitazione di ricorrere al contributo di protezione civile per l’autonoma sistemazione.
In cosa consiste?
È una misura forfettaria che arriva fino a 900 euro al mese a favore di chi volesse usarla per affittare una casa scelta da lui in proprio e non tra quelle date in assegnazione dal Comune.
Come viene gestita questa attività di aiuto agli sfollati?
È stato attivato un sistema capillare di informazione. Ci sono due punti di pronta informazione, uno al Centro civico, dove si coordinano le operazioni del Comune, e uno vicino alla barriera del quartiere evacuato, dove ci sono i vigili del fuoco, che interdice l’area. Qui si trovano i funzionari di protezione civile e del Comune, ma anche personale di Autostrade, che – come ha dichiarato la società – è a disposizione per coprire le spese di trasloco o l’acquisto di mobili, con un contributo che a seconda delle necessità arriva a un forfait di circa 10mila euro al mese, ma che potrebbe essere anche qualcosa di più.
E sul fronte dei lavori per la viabilità?
Stiamo aprendo i cantieri per la viabilità alternativa, il famoso by pass a mare. Ma non c’è solo questa sopraelevata, perché abbiamo attivato tutta una serie di interventi minori. Sul versante dei trasporti pubblici, per esempio, abbiamo già aumentato il volume e la capienza dei treni in tutta la Liguria, in particolare sull’area metropolitana. Identico provvedimento è stato assunto sul trasporto urbano su gomma, specie nelle aree più colpite e disagiate dalla tragedia. Queste sono le prime cose da fare. Ma stiamo già guardando al futuro.
In che modo?
Abbiamo accelerato su tre turni di lavoro, compresi i festivi, tutti i cantieri delle opere in città. Contiamo, quindi, di avere un vantaggio sulla chiusura dei cantieri di almeno tre mesi rispetto alla data di consegna: quel che era previsto per la primavera del 2019 verrà realizzato certamente entro l’anno. A me sembra che la macchina abbia reagito con grande prontezza. Adesso bisogna già pensare alla ricostruzione, che sarà un altro capitolo.
Pensate di chiedere al governo una legge speciale per Genova?
Potrebbe essere un’ipotesi per semplificare di molto il lavoro, specie su tutti quei filoni che non sono direttamente interessati dall’ordinanza di protezione civile. L’ordinanza dà al presidente di Regione, in qualità di commissario, un’ampia gamma di poteri e di deroghe rispetto alla vigente legislazione, ma su alcuni temi credo che una legge speciale potrebbe essere utile, non tanto a ridosso dell’emergenza, ma nei mesi futuri per il dialogo con il porto, il rapporto con il mondo delle imprese, gli aiuti per la competitività dello scalo. Attività inerenti alla crisi che stiamo vivendo, ma non direttamente collegate, e quindi non coperte da protezione civile.
Il governo sta preparando la legge di Bilancio da presentare all’Unione Europea. Secondo lei, il tema delle infrastrutture e delle risorse necessarie per realizzarle è oggi più importante rispetto al dibattito su flat tax e reddito di cittadinanza?
Sì, credo che quella delle infrastrutture sia una priorità assoluta e credo che il Governo ci stia pensando. Lo ha detto Giorgetti proprio parlando al Meeting, lo hanno confermato sempre a Rimini i governatori Fedriga, Fontana e Rossi presenti con me all’incontro che abbiamo avuto ieri sul tema “Benvenuti al Nord”. Esiste un problema di messa in sicurezza del Paese e di gap infrastrutturale, che non solo ci divide dal resto dell’Europa, ma che rende il nostro sistema di logistica e di trasporti inefficiente e molto costoso per le imprese. Credo che le infrastrutture debbano essere una delle priorità della legge di Bilancio. Questo comporterebbe maggiore sicurezza, una modernizzazione complessiva del Paese e una produzione di maggior ricchezza attraverso l’apertura di molti cantieri.
Concorda con la linea seguita dal governo di chiedere la revoca della concessione ad Autostrade?
Non so se ve ne siano i requisiti né i presupposti. È difficile valutare non avendo in mano le carte. Il Governo ha deciso di intraprendere questa strada, ma è un percorso che sarà evidentemente piuttosto lungo e complesso per via del contraddittorio tra le parti. Io mi auguro solo che non avvenga una battaglia fra governo e Società Autostrade sulla pelle dei genovesi e di quelli che hanno già sofferto abbastanza. Il governo intraprenda le determinazioni che crede e Autostrade presenterà le proprie controdeduzioni. Di certo c’è che la magistratura deve accertare i colpevoli, le responsabilità personali che indubbiamente ci sono, e sono sicuro che lo farà. A noi, come Regione, non compete infilarci nel dibattito sulla revoca. A noi compete ristabilire le condizioni di vita normali. Ed è quello che stiamo facendo.
Il governo Conte ha già deciso di stanziare più di 30 milioni per l’emergenza e Autostrade ha approvato un piano per Genova di almeno 500 milioni. Sono risorse sufficienti?
Nessuno ripaga delle vite umane e i danni, se non fossimo rapidi, potrebbero essere esiziali per un’intera zona economica, ma non solo per Genova. Il porto di Genova è infatti il principale scalo portuale del Paese, dove transita quasi il 50% del traffico merci da e verso l’Italia. Quindi il danno è di proporzioni gigantesche e la sua quantificazione la vedremo passo dopo passo. A me interessa che ci siano le risorse per gli interventi che di volta in volta si renderanno necessari per ristabilire la normalità. E oggi queste risorse ci sono.
Lei ha detto che la terribile tragedia di Genova può diventare un’enorme opportunità. In che modo?
Almeno sotto due punti di vista. Il primo: in termini di efficienza della Pubblica amministrazione, cominciando a ragionare su come razionalizzare le troppe normative che in questo Paese impediscono alle pubbliche amministrazioni di agire con celerità ed efficacia. Il secondo: spero che l’incidente del ponte Morandi spinga la politica a una riflessione seria sulla necessità di avere buone infrastrutture, soprattutto in un polo di logistica importante com’è la Liguria. Quindi, bisogna andare avanti con tutti i cantieri previsti, e farlo con grande velocità.
(Marco Biscella)