Nella ricerca sulla Sinapsina 3 il ruolo della Michael J. Fox Foundation è stato importantissimo. L’attore era uno degli astri nascenti del cinema mondiale negli anni Ottanta, grazie soprattutto al suo ruolo da protagonista nella saga di Ritorno al Futuro. Il morbo di Parkinson lo ha però colpito proprio all’apice dell’ascesa, ma Michael J. Fox non ha mai smesso di credere nella ricerca, e proprio grazie alle cure ha potuto continuare a recitare e tenere la malattia sotto controllo. Tanto che si parla di un nuovo capitolo di Ritorno al Futuro in cantiere, un reunion che farebbe impazzire i fans. Ma al di là del cinema, la ricerca è al centro dei pensieri di Michael J. Fox, che grazie ai fondi della Fondazione che porta il suo nome ha fornito un contributo decisivo per isolare la Sinapsina 3, la proteina che potrebbe bloccare lo sviluppo della malattia. (agg. di Fabio Belli)
LA SINAPSINA 3 ALLA BASE DELLA PATOLOGIA
Uno studio dell’Università degli Studi di Brescia ha scoperto la proteina che si trova alla base del morbo di Parkinson, la Sinapsina 3. La ricerca è stata finanziata dalla fondazione che porta il nome del celebre attore noto per Ritorno al futuro Michael J. Fox anche lui colpito da questa patologia. Viene evidenziato come la modulazione di questa proteina potrebbe rappresentare una strategia terapeutica decisamente innovativa per curare questo grave disordine neurodegenerativo. Il team di ricercatori è stato coordinato da Arianna Bellucci, associato di Farmacologia dell’ateneo bresciano. All’interno della squadra hanno partecipato a questi studi lunghi due anni ricercatori dell’Università di Padova, della Lund in Svezia e dell’Istituto Italiano di tecnologia. Inoltre i risultati sono stati pubblicati all’interno della rivista scientifica specializzata Acta Neuropathologica. L’assenza della Sinapsina 3 bloccherebbe la formazione di depositi proteici cerebrali in grado di scatenare la patologia.
CHE COS’È IL PARKINSON?
A fronte della scoperta che potrebbe bloccarlo andiamo a scoprire più da vicino cos’è il morbo di Parkinson. Si tratta di una patologia neurodegenerativa con un’evoluzione lenta ma progressiva. Questa coinvolge alcune funzioni fondamentali per i movimenti e per l’equilibrio. La patologia ha incidenza in tutto il mondo e su tutti i gruppi etnici. Si può riscontrare con stessa possibilità su entrambi i sessi anche se con una lieve maggioranza negli uomini. L’esordio della patologia si attesta attorno ai 58-60 anni, solo il 5% di questi può vedere l’insorgere della stessa tra i 21 e i 40 anni. La percentuale dei malati scende improvvisamente sopra i 60 anni, per impennarsi nuovamente oltre gli 85. La scoperta dell’Università di Brescia potrebbe essere decisiva per curare il morbo.