Fosse nata oggi, Gigliola Cinquetti sarebbe una star dei talent. Il successo, nel 1962, la travolse a soli 15 anni, e il suo exploit dell’epoca è paragonabile a quello di un’attuale Michielin. Castrocaro era un X Factor in embrione, la prima tappa di un percorso lineare. La successiva, per i migliori, era Sanremo; solo le eccellenze arrivavano all’Eurofestival. È il caso della Cinquetti: dopo il doppio trionfo ai due concorsi locali (il primo, con la gaberiana Le strade di notte; il secondo, con la sua Non ho l’età), Gigliola partecipò e vinse anche a Copenaghen. Il suo punto di forza era la voce: non una voce comune, ma soave e quasi angelica. Gigliola era capace di modularla dalle note più basse a quelle più alte, a tal punto che i live risultavano quasi più gradevoli delle registrazioni in studio.
MUSICA E MORALE
La sua classe e raffinatezza (anche ideologica) la fecero collocare dall’altra parte della barricata. Il ’68 aveva ben altre icone: Gigliola cantava Non ho l’età, un inno al pudore a contrasto del libertinismo. Nella canzone, la protagonista era pronta persino a rinunciare ai suoi sentimenti. Difficile dire se quattro anni dopo, di nuovo a Sanremo, avrebbe ottenuto gli stessi consensi. Certo è che l’intrattenimento era varissimo: dal cantautorato “alternativo” alla musica beat, gli anni Sessanta sono stati a dir poco floridi. Techetechete’ li ripercorre stasera, in una puntata ricca almeno quanto la televisione di allora.