«Ho visto dolore sul viso di Papa Francesco»: a parlare è Bono Vox, leader e storico cantante degli U2 dopo un’udienza in Vaticano di oltre 40 minuti a porte chiuse. La rockstar irlandese ha presentato i risultati della sua fondazione “One” impegnata nel campo dell’educazione in tutto il mondo ma soprattutto, motivo della visita, l’impegno nel creare una sinergia con la fondazione argentina “Scholas Occurrentes” divenuta pontificia per volontà di Francesco che la creò quando ancora era cardinale di Buenos Aires. Anche qui l’impegno educativo e la formazione legata al messaggio di pace e fede portato in tutto il mondo è la cifra sulla quale Francesco lavora da anni; per questo motivo, le due forti personalità si sono incontrate e i temi toccati sono stati davvero moltissimi. Nella conferenza stampa che ha seguito l’udienza, un Bono colpito ha esclamato: «Abbiamo parlato con il Papa di quello che sta accadendo nella Chiesa in Irlanda. Gli ho detto della sensazione che gli abusatori siano stati protetti di più degli abusati. Ho visto il dolore sul suo viso, mi sembra un uomo sincero».
BONO: “PAPA FRANCESCO VUOL DOMARE IL CAPITALISMO”
Secondo il leader degli U2, «papa Francesco è un uomo straordinario per tempi straordinari» ed è stato possibile discorrere con lui per diverso tempo con temi anche più disparati: «Ho condiviso le mie sensazioni di quello che è successo nella Chiesa, gli ho spiegato che ad alcuni sembra che gli abusatori siano stati più protetti delle vittime». Non solo abusi in Irlanda, il cantante di “Gloria” ha parlato con il Papa argentino anche «del futuro del commercio e di come promuovere uno sviluppo sostenibile, cosa sulla quale è molto impegnato, come si è visto anche con la Laudato si’ (l’enciclica di Papa Francesco, ndr) . Abbiamo discusso di micro e macro economia, dei cambiamenti che devono avvenire a livello locale, e di come dobbiamo rivedere la bestia selvaggia che è il capitalismo, che non è immorale ma amorale, e richiede il nostro impegno». Entrambi si sono detti concordi che per tutto questo serve un’educazione «a tutti i livelli; i nostri giovani hanno bisogno di un cambio educativo in tutto il mondo».