La bandiera neroverde della città di L’Aquila è affissa all’esterno degli uffici comunali di Palazzo Fibbioni listata a lutto, in segno di vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma del Centro Italia il 24 agosto 2016. L’Aquila, che ha vissuto il terremoto del 2009, che ha pianto oltre 300 morti, che ha avvertito in maniera più leggera il terremoto di due anni fa, vive accanto a chi oggi soffre ancora, a chi oggi non vede la via della ricostruzione, a chi oggi vorrebbe risposte che non arrivano.
“In questo modo intendiamo testimoniare il sentimento di vicinanza e solidarietà nei confronti dei nostri fratelli di Amatrice e tutti i territori martirizzati dal terremoto di due anni fa – ha dichiarato il sindaco di L’Aquila, Pierluigi Biondi –. Il ricordo di quelle drammatiche ore, dei giorni e dei mesi successivi a quella tragedia è ancora molto vivido nella memoria e nei cuori di ogni aquilano. Sappiamo cosa vuol dire lottare per risollevarsi dopo un evento traumatico e doloroso come quello che ha colpito il Centro Italia e saremo sempre al fianco di chi, con coraggio e testardaggine, conduce una battaglia che non deve avere connotazioni partitiche, ma unità d’intenti per le nostre comunità”.
Ad Arquata del Tronto, invece, c’è quasi la rassegnazione che il paese non verrà più ricostruito. Quel poco che era rimasto in piedi è stato demolito dalle ruspe del genio civile dell’esercito. Poi tutto si è fermato, e chi viveva in quei posti cerca ogni soluzione per far rinascere un germoglio, dare un segno di speranza, far capire che nulla è finito per sempre. Così lo scorso 16 agosto i cittadini di Arquata hanno calpestato un antico sentiero, “uno di quelli che i nostri avi hanno percorso per centinaia d’anni e fino a qualche decennio fa: il sentiero Faete-Spelonga, che abbiamo recuperato grazie al volenteroso e volontario lavoro di alcune persone alle quali va il nostro primo grazie insieme”, scrive su Facebook l’associazione “Arquata potest”.
Una comunità che si ritrova, perché l’amicizia diventa compagnia, soprattutto dopo un dramma così brutale. “Perché, anche se un altro tassello di #CamminArquata si è compiuto, avendo non solo recuperato ma anche reso di nuovo vivo il sentiero, ci troviamo davanti un percorso ancora tanto lungo e impegnativo quanto bello: un po’ come quegli undici chilometri percorsi, capaci di togliere il fiato in parte per la fatica, ma soprattutto per la bellezza e l’emozione degli scorci attraversati. Se tanto è ancora da fare, non possiamo che dire grazie ai camminatori che ci hanno accompagnato in questa giornata: per quanto impervio può essere il percorso, è però comunque quello giusto da seguire, per Arquata e per il suo futuro prossimo, all’insegna di ciò per cui sembra essere nata: il turismo lento. Un grazie anticipato a chi vorrà continuare ad accompagnarci e sostenerci, anche nel tentativo di recuperare altri sentieri”.
Sono le piccole storie a tenere vivo l’animo dei terremotati, a dare speranza, a far capire che lo stare insieme va oltre la burocrazia, scavalca i ritardi, per assurdo mette in secondo piano tutte le difficoltà che da oltre 700 giorni si vivono istante dopo istante.
Per capire tutto quello che non ha funzionato e che continua a non funzionare basta leggere il report di Legambiente “Lo stato di avanzamento dei lavori nelle aree post sisma”. La ricostruzione procede ancora troppo a rilento. In particolare quella delle scuole e la rimozione delle macerie.
Cambiano i governi, si alternano i politici, ci sono nuovi presidenti del Consiglio. Ma la sfilata e le parole di solidarietà sono quelle di sempre. Si fanno le fiaccolate, si ricordano con sofferenza le persone che non ci sono più, ma il giorno dopo cala il sipario su tutto quello che diventa quasi un ricordo forzato.
Rimangono i giovani e i meno giovani a vivere le aree terremotate, a incontrarsi, a credere in un futuro che sembra non esserci. Ecco, quindi, che trascorrere insieme i giorni di ferie, lavorando per ripulire e riaprire un sentiero, camminare per undici chilometri mangiando un panino in compagnia, diventa la risposta più importante per rivivere quei luoghi.