Giuseppe Rizzi, 63enne di Rozzano, è solo l’ultima delle vittime del mordace ragno violino. Nei giorni scorsi, un esemplare di “loxosceles rufescens” ha messo a serio repentaglio la sua vita. “Ero in quel letto d’ospedale e stavo andando in depressione”, racconta Rizzi al Giorno, “poi hanno trovato la causa e il rimedio, così sono tornato a casa”. Il responsabile è stato debellato: “Pensavamo fosse nel giardino, vicino alle piante. Poi, quando ero in ospedale, mia figlia si è avvicinata al divano e si è trovata davanti un ragnetto, piccolo piccolo. Era legato al suo filo e, insieme al marito, lo ha catturato con un fazzoletto di carta, senza schiacciarlo troppo. Poi ha mandato la foto al centro veleni e hanno avuto la certezza”. “Dopo la diagnosi – prosegue – mi hanno somministrato una crema. Dovrebbe rimettermi in sesto. Il 12 settembre ho una nuova visita di controllo in Humanitas e spero di archiviare questa esperienza”.
Il più è stato accorgersi del morso: “Tutto è iniziato la seconda settimana di agosto, quando ho notato due puntini sulla gamba destra. Ho pensato a qualche puntura di zanzara ma, quando ho iniziato a sentire dolore e le zone vicino alle punture hanno cominciato a gonfiarsi come bolle e ad assumere uno strano colore nero, sono andato dal medico. Mi ha prescritto un antibiotico. Anziché regredire, però, il dolore aumentava. Due giorni dopo ho notato un puntino rosso anche sulla gamba sinistra e sono andato al pronto soccorso”. Né lui né i dottori pensavano al ragno violino: “Avevo paura, in ospedale temevo il peggio. Mi hanno dato forza e coraggio mia moglie, le mie figlie e le mie nipotine”. La svolta arriva giorni dopo, quando i famigliari contattano il centro antiveleni di Niguarda. Descritti i sintomi, gli esperti hanno ipotizzato la causa: il morso di un ragno violino. “Così mi hanno prescritto una pomata antibiotica che dovrò applicare fino a settembre”. Insomma: “Me la sono vista brutta“.