I sindacati attendono segnali dal governo per quanto riguarda la riforma delle pensioni. Lo ribadisce Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl. In merito alla riforma della legge Fornero, Furlan ha ribadito come non ci siano dubbi sulla necessità di rivederla, precisando però che «un po’ di correttivi migliorativi come sindacato siamo riusciti a portarli a casa: i 63 anni almeno per 15 categorie più disagiate, ma non basta. Aspettiamo che il Governo faccia una proposta chiara, precisa, senza continue contraddizioni». A Cortona, in Toscana, durante la convention AreaDem del Pd per il rilancio della sfida progressista, il segretario generale della Cisl, come riportato da Teleborsa, ha chiesto risposte a Movimento 5 Stelle e Lega: «Attendiamo notizie sulla finanziaria. In questo Paese si sta parlando di tutto meno che dell’aspetto fondamentale che è la crescita e con essa il lavoro». (agg. di Silvana Palazzo)
UIL: “CON QUOTA 100 INVECE DI APE RITARDO FINO A 4 ANNI”
L’introduzione di Quota 100 in sostituzione dell’Ape sociale rischia di creare un ritardo di accesso alla pensione fino a quattro anni. Sul tema interviene il Servizio Politiche previdenziali della Uil, secondo cui l’unica soluzione per cambiare la Fornero è estendere l’accesso alla pensione intorno ai 63 anni per tutti i lavoratori. Per essere utile ed efficace Quota 100 «non deve essere sostitutiva della conferma dell’Ape sociale, misura che tutela i lavoratori in condizioni di grave difficoltà». Il segretario confederale Domenico Proietti ha spiegato che Quota 100 rischia di peggiorare la situazione per alcuni lavoratori. Il ritardo «sarebbe ulteriormente aggravato dall’introduzione di requisiti elevati come l’età minima necessaria a 64 anni o un’anzianità contributiva che non tiene pienamente conto di tutti i contributi maturati dai lavoratori, con un’inaccettabile penalizzazione per le donne e per le aree più deboli del Paese». Secondo la Uil, Quota 100 non smonta la Fornero, anzi «peggiora quanto di buono fatto negli ultimi due anni per reintrodurre un principio di flessibilità nel nostro sistema pensionistico». Quindi la richiesta al governo di convocare quanto prima le parti sociali: «Abbiamo delle proposte su cui discutere, insieme, nell’interesse dei lavoratori e del Paese», ha dichiarato il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. (agg. di Silvana Palazzo)
TREU: “PENSIONI ANTICIPATE VANNO CANCELLATE”
Le pensioni restano uno dei temi caldi dell’agenda politica. Su questo tema è intervenuto il presidente del Cnel ed ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu, secondo cui bisogna «cancellare le pensioni anticipate perché sono un’ingiustizia». È necessario per Treu fare passi indietro sulle riforme previdenziali fatte e di aumentare l’età effettiva di uscita dal lavoro. Per l’ex ministro non dovrebbe essere possibile uscire dal lavoro prima dell’età di vecchiaia, fatta eccezione per invalidi e chi svolge lavori pesanti. «Ciampi diceva che le pensioni anticipate erano un furto, si prendeva di più di quanto versato», ha aggiunto il presidente del Cnel, il quale non ritiene che basti innalzare a 43 anni e tre mesi i contributi necessari per l’uscita anticipata rispetto all’età di vecchiaia. In merito alle ipotesi avanzate dal Governo in merito alle pensioni d’oro, Treu ha spiegato che è «costituzionalmente difendibile» solo un contributo di solidarietà, invece appare difficile ricalcolarle sulla base di quanto versato.
CISL FNP: “GOVERNO APRA CONFRONTO PER GARANTIRE EQUITÀ”
«Le pensioni non si toccano». Ad alzare la voce è il segretario generale della Fnp Cisl Emilia Centrale, Adelmo Lasagni, il quale chiede un tavolo di confronto con il governo per «stabilire assieme le priorità e gli interventi da per garantire più equità e giustizia». In questi giorni il dibattito politico sulla riforma previdenziale è molto vivace, «ma le parti sociali non sono ancora state interpellate». È stata dunque inviata una richiesta d’incontro urgente al ministero del Lavoro per discutere sulle possibili scelte da compiere in materia previdenziale. Secondo la Fnp non possono essere i pensionati a rimetterci, quindi sono indispensabili riforme e regole d’accesso più flessibili al pensionamento. Il sindacato chiede deroghe per i lavoratori che svolgono professioni usuranti e nuove norme a sostegno dei lavoratori che non versano contributi in modo continuato. «Occorre il riadeguamento al costo della vita delle pensioni in essere prevedendo per le stesse una reale azione perequativa, e lo scorporo della Previdenza dall’Assistenza».