At Eternity’s Gate di Julian Schnabel presentato al Festival di Venezia 2018 nel concorso principale. Il regista torna dietro la macchina da presa e lo fa con un film molto ambizioso quanto particolare: parliamo di una pellicola risultato di un insieme di scene ispirate ai dipinti di Vincent Van Gogh. Nel lungometraggio troviamo fatti realmente accaduti ma anche dicerie e scene di fantasia, con l’arte al centro di tutto: la natura e il rapporto magico con essa, con la meraviglia dell’essere tra le principali certezze del celebre pittore. Schnabel, ai microfoni de La Biennale, ha sottolineato: “Questa non è una biografia del pittore realizzata con precisione scientifica. È un film sul significato dell’essere artista. È finzione, e nell’atto di perseguire il nostro obiettivo, se tendiamo verso la luce divina, potremmo addirittura incappare nella verità. L’unico modo di descrivere un’opera d’arte è fare un’opera d’arte”.
WILLEM DAFOE: “HO CAMBIATO PUNTO DI VISTA”
Il regista americano, che ha inoltre scritto la sceneggiatura insieme a Jean-Claude Carrière e Louise Kugelberg, ha potuto contare su un cast di altissimo livello: il protagonista è Willem Dafoe, ma tra gli altri sono presenti anche Rupert Friend, Oscar Isaac, Mads Mikkelsen, Mathieu Amalric, Emmanuelle Seigner, Niels Arestrup. La fotografia è curata da Benoît Delhomme, ma in At Eternity’s Gate rubano la scena le scenografie di Stéphane Cressend e i costumi di Karen Muller-Serreau. Intervenuto in conferenza stampa al Palazzo del Casinò, l’attore americano ha sottolineato: “Julian Schnabel mi ha insegnato a dipingere e dipingendo ho cambiato punto di vista. Questa è stata la chiave che mi ha permesso davvero di capire Vincent Van Gogh”. Prodotto da Rahway Road Production (Jon Kilik) e Iconoclast Production, il film è il sesto lavoro di Schnabel da regista, l’ultimo a otto anni di distanza da Miral.