SALVINI SI DIFENDE DALLE ACCUSE
Matteo Salvini promette che la Legge di bilancio sarà coraggiosa. Sembra ormai certo che al suo interno ci sarà la riforma delle pensioni all’insegna di Quota 100, anche se questo intervento viene giudicato piuttosto costoso e non manca chi ne evidenzia la scarsa equità. Il vicepremier, intervistato dal Corriere della Sera, si difende. “Mi accusano di sprecare sulle pensioni, ma lei lo sa che noi paghiamo un miliardo all’anno di pensioni sociali sui ricongiungimenti famigliari? Persone che arrivano senza aver mai pagato un euro di tasse e si prendono la pensione? E con il dl del ministro Bongiorno ci sono amplissimi margini di recupero di risorse e produttività anche nella pubblica amministrazione”, spiega il leader della Lega, facendo quindi capire che le risorse per la Quota 100 si possono trovare effettuando tagli ad altri voci di spesa.
CALENDA VS DI MAIO
Mentre si sta decidendo molto della prima parte di Governo gialloverde con le discussioni sulla Manovra Economica, dalla Fornero alla Quota 100 passando per Reddito di Cittadinanza e Flat Tax, l’ex Ministro dello Sviluppo Economico in quota Pd attacca a testa bassa il suo successore Luigi Di Maio per quanto detto ancora ieri ai cronisti. «Non voglio enfatizzare troppo questo momento, ma gli attribuisco un valore profondo. I Governi del passato si sono sempre compromesso la via semplice per se stessi e più difficile per i cittadini: quella delle carte a posto. Io sono dell’idea che i rischi ce li dobbiamo prendere noi che siamo all’interno di questi palazzo e non gli italiani». Carlo Calenda però non ci sta e dopo questa dichiarazione di Di Maio, attacca a tutto spiano il leader M5s: «Caro Luigi Di Maio i rischi non te li prendi tu ma li fai prendere ai cittadini. Tenere in sicurezza il paese è il primo compito di un Governo. Metterne a rischio risparmi, lavoro e pensioni è da irresponsabili. A pagare il conto saranno i più deboli». (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI, QUOTA 100: “COSÌ SMONTIAMO LA LEGGE FORNERO”
In una intervista al Messaggero Veneto, Matteo Salvini prova a mettere “pressione” ai colleghi M5s e all’alleato vicepremier Luigi Di Maio spiegando nel dettaglio l’ipotesi sulla Quota 100 con 62 anni di età: con la formula “62 + 38” la Lega pensa di superare, o almeno di iniziare a farlo, l’attuale legge Fornero. «La riforma del sistema previdenziale consentirà a 300-400mila persone di andare in pensione liberando altrettanti posti di lavoro», attacca il leader del Carroccio, che sottolinea come l’anticipo della pensione con un minimo di 36 anni di contri muti interesserebbe a quel tipo di platea già a partire dal prossimo 2019, senza dover attendere altro tempo ulteriore. (agg. di Niccolò Magnani)
IL NODO DELLA PACE CONTRIBUTIVA
Dalla quota 100 alle pensioni di cittadinanza, passando anche per le “minime” con cifre più alto, fino ad arrivare alla pace contributiva: la “rivoluzione” anti-Fornero per ora si dovrebbe “fermare” a questi provvedimenti inseriti, o da inserire ancora, all’interno della Manovra Economica. Quella “pace” tra l’erario e il pensionato dovrebbe giungere in un rinnovato accordo con l’Inps: secondo i tecnici di Luigi Di Maio, si può inserire una formula che indichi una serie di possibili vie agevolate per coprire i vari “buchi” contributivi, oltre che per riscattare gli anni della laurea e sistemare, in ultima analisi, le pendenze previdenziali dei propri dipendenti (questo solo per i datori di lavoro). Sul fronte del riscatto di laurea, il Governo gialloverde sta pensando a dei costi dimezzati rispetto a quelli attuali, con un’aliquota pari al 25 per cento di quanto dovuto secondo le stime del Sole 24 ore. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PENSIONI DI CITTADINANZA
Lo studio dei tecnici del Lavoro e del Mef prosegue in modo incrociato per provare a mettere a punto l’antiFornero, la Quota 100 con minimo 62 anni di età: non sono però gli unici provvedimenti allo studio del Governo per inserire una nuova riforma pensioni nella prossima Legge di Bilancio. Ad esempio, si pensa come già anticipato dallo stesso Di Maio ad una pensione di cittadinanza, battaglia storia del M5s anche prima del Contratto di Governo: 780 euro mensili elevando tutti i trattamenti previdenziali e assistenziali destinati ai pensionati al di sotto dell’importo indicato, ben 4,5 milioni. Come riporta il focus di Quotidiano.net, «Ci vorrebbero oltre 10 miliardi di euro. Ben differente sarebbe l’impatto sui conti pubblici se si utilizzasse il criterio alla base della proposta originaria dei grillini»: in questo caso infatti l’aumento scatterebbe solo per famiglie con reddito complessivo al di sotto della soglia di povertà e costerebbe “solo” 2 miliardi di euro. (agg. di Niccolò Magnani)
QUOTA 100 CON 36 ANNI DI CONTRIBUTI
Sono tre le priorità del governo in vista della manovra di bilancio, e fra queste vi è la riforma della legge Fornero sulle pensioni. L’obiettivo dell’esecutivo è introdurre la famosa quota 100, ovvero, il risultato derivante dalla somma fra l’età anagrafica e i contributi. Stando a quanto scrive oggi Il Messaggero, il governo starebbe puntando ai 36/37 anni di lavoro, con 63/64 anni di età. Con 37 anni di contributi si permetterebbe l’uscita anticipata dal mondo del lavoro a 410.000 persone in più rispetto alle regole attuali; la cifra sale a 450.000 se si tenessero in considerazione i 36 anni di lavoro, mentre si raggiunge la quota di 480mila con 35 anni. La sensazione circolante è che la sfida sarà fra i 36 e i 37, con la Lega che spinge di più per la prima fascia. Per quanto riguarda invece il numero di contributi necessari per andare in pensione, indipendentemente dall’età, attualmente la soglia è di 43 anni e 3 mesi per gli uomini, e di 42 e tre mesi per le donne, ma il governo sta lavorando anche su queste cifre, con l’obiettivo, molto ambizioso, di raggiungere la quota di 41 anni e mezzo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ELSA FORNERO
Elsa Fornero è tornata a parlare di riforma delle pensioni, commentando le ipotesi sul tavolo in vista della Legge di bilancio. Intervistata da money.it, ha voluto come prima cosa precisare che sarebbe “corretto chiamare queste proposte delle proposte di controriforma e non di riforma, perché la riforma è stata fatta. La riforma cerca di affrontare i problemi strutturali della nostra demografia, che sono l’invecchiamento della popolazione, della nostra economia, che è un’economia che ha sofferto anni di crisi (e prima della crisi anni di debole crescita). Vuol dire che dobbiamo rispondere a questi problemi e non dobbiamo tirare in ballo slogan assoluti, perché il sistema pensionistico non è una variabile indipendente rispetto all’economia”.
Dal suo punto di vista, la legge che porta il suo nome può essere migliorata, anche perché si tratta di “una riforma nata in venti giorni. Ho sempre detto che noi dovevamo agire in fretta, che recuperare flessibilità nel pensionamento è possibile. Questa flessibilità secondo me è catturata e offerta bene dall’Ape”. Per Elsa Fornero, quindi “se questo governo fosse un po’ più onesto intellettualmente e anziché dire che tutto quello che è stato fatto in passato è una schifezza dicesse ‘noi cercheremo di migliorare le cose che son state fatte’, allora dovrebbe ricominciare a lavorare dall’Ape Social, dall’Ape volontaria, magari dalla tassazione delle pensioni private, a vedere se si possono incoraggiare di più i giovani ad andare in pensione, invece di ripetere slogan come se soltanto loro avessero a cuore il benessere degli italiani”.