Anne Wafula Strike, atleta paralimpica britannica classe 1969, vincitrice nel 2016 del Play for Change Award, ha denunciato su Twitter un episodio che l’ha vista protagonista suo malgrado all’aeroporto londinese di Stansted, di ritorno dai Campionati Europei paralimpici di atletica che si sono disputati a Berlino: “Sono stata dimenticata a lungo in aereo. Non si tratta di un errore, ma di una negligenza e di una mancanza di cura per i passeggeri disabili”. La sportiva, nata in Kenya ma cittadina britannica e attivista per i diritti dei disabili, si è detta delusa dal trattamento ricevuto dal personale, avvisato da settimane delle sue necessità per poter sbarcare dopo l’atterraggio. L’atleta avrebbe dovuto attendere 45 minuti prima di scendere dal velivolo: “Sono stata lasciata sull’aereo con l’equipaggio di Ryanair, nonostante avessi prenotato l’assistenza all’aeroporto diverse settimane prima del viaggio”, ha raccontato Wafula Strike sui social network.
LA DENUNCIA DELLA SPORTIVA DISABILE E IL PRECEDENTE
La donna è stata poi contatta dal Guardian e ha spiegato più nel dettaglio la vicenda che l’ha vista coinvolta: “Come passeggero su una sedia a rotelle, è stato molto frustrante e mi ha causato un grande disagio essere dimenticata e bloccata su un aereo”. Un portavoce dell’aeroporto di Stansted ha risposto così: “Siamo spiacenti per l’esperienza di Anne a Stansted. Stiamo analizzando il modo in cui si è venuta a creare questa situazione e abbiamo chiesto alla società incaricata di occuparsi dei passeggeri a mobilità ridotta di fornire una spiegazione completa”. Wafula Strike aveva già denunciato i disagi a cui si trovano costretti i disabili in viaggio lo scorso anno, quando, non avendo trovato nessun servizio igienico accessibile durante un viaggio in treno di tre ore, era stata costretta a farsi la pipì addosso: “Sono stata completamente derubata della mia dignità”, aveva raccontato, “tanto da coprirmi il viso con la felpa dopo l’incidente nel caso qualcuno mi avesse riconosciuta”. E ancora: “Vorrei chiedere alla compagnia ferroviaria quando mi restituiranno la mia dignità? Come persona disabile ho lavorato così tanto nel corso degli anni per rafforzare la mia fiducia”.