In un’intervista a 360 gradi da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, alla Cbs, il tycoon americano ha parlato anche degli amici/nemici della Russia, rispondendo «Probabilmente sì», ad un eventuale coinvolgimento di Putin nel noto caso Skripal. Per la prima volta, quindi, il numero uno degli USA punta il dito contro Mosca, anche se in maniera comunque pacata, come confermato dalla replica degli stessi russi: «non ha pronunciato nessuna accusa diretta nei confronti di Putin». Trump ha parlato della Russia anche trattando il tema delle interferenze nelle presidenziali del 2016, il cosiddetto Russigate in cui numerosi personaggi di alto livello statunitense sono finiti alla sbarra o sono sotto indagine: «Mosca si è intromessa – ha ammesso altresì Trump per poi aggiungere – ma anche la Cina lo ha fatto, insieme ad altri Paesi. E francamente la Cina è un problema più grande». Insomma, il numero uno americano sembrerebbe usare il classico “bastone e carota” nei confronti degli storici rivali. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CLAMORE DOPO LE PAROLE DI TRUMP
L’intervista di Donald Trump e le sue dichiarazioni su Putin, come prevedibile hanno scatenato un gran clamore. Il presidente degli Stati Uniti, infatti, ha parlato di un probabile – a sua detta – coinvolgimento del leader del suo omologo russo in avvelenamenti e omicidi di Stato. Tra i più recenti casi non si può non pensare all’avvelenamento dell’ex spia russa Sergei Skripal. A poche ore dall’intervista del tycoon a ’60 Minutes’, trasmissione dell’emittente americana Cbs, registrata lo scorso giovedì ma trasmessa solo ieri, ad intervenire e rassicurare è stato proprio il Cremlino che, come riporta Askanews, ha fatto intendere che Trump non ha avanzato “alcuna accusa diretta” nel confronti di Vladimir Putin. “Il presidente americano non ha avanzato alcuna accusa diretta”, ha asserito il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, aggiungendo, “Nessuna accusa ha preso di mira il presidente russo, suffragata da argomentazioni o prove di qualunque genere, né può semplicemente esistere”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
RUBIO: “ASSASSINI ANCHE LEADER CINA E SIRIA”
Un Trump a due velocità che potrebbe però rimangiarsi tra qualche giorno quanto detto, di eccessivo (senza prove) contro un altro leader mondiale così importante come Vladimir Putin. Pressato dal RussiaGate o semplicemente “disattento” – come spesso gli capita nelle interviste e negli incontri ufficiali – non lo sapremo mai, ma dare del probabile mandante di delitti e avvelenamenti non è proprio il miglior viatico per un rinnovato dialogo internazionale tra le due superpotenze mondiali. Intanto piovono critiche dal Gruppo dei Repubblicani in Senato contro il loro stesso Presidente: alcuni lamentano l’eccessiva durezza nelle parole contro il leader russo, altri come Marco Rubio (senatore cattolico e sfidante alle scorse Primarie) vanno controcorrente, «Dobbiamo poter chiamare Putin un assassino, perché lo è. Dobbiamo poter chiamare Assad un assassino, perché lo è. Dobbiamo affrontare le atrocità e le violazioni dei diritti umani commesse in Cina. La nostra credibilità è sminuita e compromessa se decidiamo di ignorare questi fattori». (agg. di Niccolò Magnani)
TYCOON ATTACCA PUTIN
Vladimir Putin “probabilmente” potrebbe essere coinvolto in assassini ed avvelenamenti, azioni che tuttavia non sarebbero avvenute negli Stati Uniti: a sostenerlo è stato il presidente americano Donald Trump nel corso di una intervista al programma “60 minutes” sulla Cbs. Le sue parole acquistano una grande importanza dal momento che, come spiega Corriere.it, si tratta della prima volta in cui il campo di Stato Usa lanci un’accusa così pesante nei confronti del leader del Cremlino, sostenendo che possa essere coinvolto in omicidi a sfondo politico. Incalzato dal conduttore che gli chiedeva se pensava ad un possibile coinvolgimento di Putin in “assassini, in avvelenamenti”, la replica del tycoon a stelle e strisce è stata emblematica: “Probabilmente sì, probabilmente”. Poi però Trump ha tenuto a precisare che “non nel nostro Paese”, tentando così di diminuire la gravità delle presunte azioni nel corso della sua prima partecipazione al popolare programma televisivo.
TRUMP, DAL RUSSIAGATE AL CLIMA
Ma il tyconn americano non si è limitato solo a riferire dichiarazioni choc sul leader del Cremlino. Sempre nel corso della sua intervista al programma 60 minutes della Cbs, infatti, Donald Trump è tornato a parlare del celeberrimo Russiagate, ovvero le presunte interferenze russe nella campagna presidenziale, asserendo in merito: “Penso che sia un’indagine molto ingiusta, perché non c’era alcuna collusione di alcun tipo”. Nonostante questo ha spiegato però che non ha alcuna intenzione di chiudere l’indagine. L’intervista si è poi spostata su tematiche come il clima ed ha ammesso che il cambiamento climatico in atto “non è una bufala” sebbene non sia del tutto certo che possa essere opera dell’uomo. “Non sto negando il cambiamento climatico, ma potrebbe benissimo tornare indietro”, ha commentato. Tuttavia ha sostenuto che determinati episodi forse “sarebbero successi comunque, con o senza l’uomo”.