Mentre le opposizioni, con Matteo Renzi in testa, attaccano il Reddito di Cittadinanza, che sarà presente nella prossima Manovra ed entrerà in vigore a partire dal 2019, nella giornata di oggi comincia a farsi chiarezza su quali saranno i beneficiari del provvedimento fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle anche se alcuni punti oscuri restano. Ad esempio, se inizialmente si era parlato di un periodo di applicazione di tre anni, pare che invece la durata del sussidio dovrebbe essere più breve, ovvero la metà del tempo (diciotto mesi) e dunque anche meno di quanto detto da Claudio Borghi, presidente della Commissione Bilancio in quota Lega che invece aveva parlato di due anni. Tuttavia, a meno di sorprese, il reddito ammonterà sicuramente a 780 euro mensili e gli italiani destinatari saranno circa 6,5 milioni, vale a dire quelli che stando alle stime dell’Istat vivono sotto la cosiddetta soglia di povertà. (agg. R. G. Flore)
DI MAIO, “NIENTE SOLDI E 6 ANNI DI GALERA A CHI IMBROGLIA”
Il doppio, duro attacco di Matteo Renzi (nel corso del programma L’Intervista di Maurizio Costanzo e poi attraverso un post su Facebook) contro l’inclusione del Reddito di Cittadinanza tra le misure previste dal Def 2018 arriva nel giorno in cui si comincia a fare chiarezza su quale sarà il perimetro di attuazione di quello che è stato uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle in campagna elettorale e soprattutto a quale casistica di persone si riferirà. A tal proposito, pressato dalle critiche secondo cui si tratterebbe solamente di una misura a carattere assistenzialistico e non espansiva, il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, nel suo question time alla Camera ha spiegato che “non daremo un solo euro a chi se ne sta sul divano e chi imbroglia rischia fino a sei anni di galera”, con riferimento alla possibilità che qualcuno presenti dichiarazioni non conformi alla legge. “Vogliamo contrastare i furbi mentre ci rivolgiamo alle persone perbene” ha tagliato corto il leader pentastellato. (agg. R. G. Flore)
L’EX PREMIER CONTRO IL REDDITO DI CITTADINANZA
Un Matteo Renzi a ruota libera quello visto ieri sera a L’Intervista di Maurizio Costanzo – «tornerò? Sì prima o poi lo farò, gli italiani si stancheranno presto di M5s e Lega» – ma soprattutto un Matteo Renzi scatenato contro il Def e la Manovra a firma gialloverde presentata nelle scorse ore. Non si candiderà al Congresso Pd – per ora sono Zingaretti e Richetti gli unici due che hanno ufficializzato il loro impegno – ma è evidente che in vista delle Europee il “guitto” di Rignano Fiorentino non intende certo sta fermo: «Hanno vinto promettendo al Sud il Reddito di Cittadinanza. Oggi scoprono di non avere soldi, nonostante il deficit al 2.4%. Faranno un debito di cittadinanza: piccole elemosine controllate dal Governo, puro voto di scambio come ai tempi della Prima Repubblica, tutto sulle spalle della prossima generazione», scrive su Facebook e Instagram questa mattina, rinnovando l’avversione del Pd per la Manovra di Salvini e Di Maio, ma sempre in “chiave personale” non seguendo spesso (quasi mai) la linea del segretario Maurizio Martina. L’avversione al reddito di cittadinanza, in maniera così dura, riflette il vero senso della battaglia renziana: «oh ragazzi, con il M5s non si dialogherà mai», sembra essere il messaggio lanciato anche oggi da Renzi alla sinistra che guarda invece con curiosità ad un Cinque Stelle senza più Salvini.
RENZI SU FACEBOOK: “RISCHIAMO DI FINIRE COME IL VENEZUELA”
«Io sarei contrario al reddito di cittadinanza anche se vi fossero i soldi. Per me bisogna investire sul lavoro, non sull’assistenzialismo: dare i soldi per stare a casa è un’assurdità totale. Un pensiero affettuoso agli imprenditori del NordEst che hanno votato Lega Nord e che oggi si trovano in una Repubblica Democratica fondata sul sussidio», attacca ancora Renzi che se la prende con la classe dirigente grillina, pur sempre per evidenziare la differenza dalla sua idea di sinistra e riformismo. «Un partito fondato da un evasore fiscale, che parla di merito per bocca di uno studente fuoricorso, che elegge in Senato il furbetto delle case popolari oggi si permette di dire quali spese vanno bene e quali no. Parlano di spese morali e immorali. Mettono il veto a UniEuro e assicurano che controlleranno gli acquisti degli italiani. Il Grande Fratello anche nel carrello». In conclusione, Renzi tende a rispondere alle critiche di chi lo vede troppo “spinto” su Resistenza Civile e modi “alla Saviano” contro Salvini e Di Maio: «poi mi dicono che io esagero con l’espressione ResistenzaCivile. Ragazzi non rischiamo di far la fine della Grecia, rischiamo di far la fine del Venezuela». La vera domanda è: in quanti ancora lo seguiranno nel prossimo futuro politico?