Ha scatenato un polverone la decisione della capogruppo Pd, Carla Padovani, in consiglio comunale a Verona, di votare a favore della mozione 434 – approvata a larga maggioranza – con cui la città si dichiara “a favore della vita” e adotta iniziative “per la prevenzione dell’aborto e il sostegno alla maternità”. Come riportato da La Repubblica, dopo aver ricevuto le critiche da parte dei dirigenti nazionali Pd, la Padovani è stata sfiduciata dagli stessi colleghi nel civico consesso. Secondo i consiglieri dem Elisa La Paglia, Stefano Vallani, Federico Benini, “la posizione di adesione alla mozione espressa dalla capogruppo è inaccettabile. Crediamo che la consigliera Padovani non sia più compatibile con il ruolo di capogruppo, pertanto ne chiediamo formalmente le dimissioni”. Adesso si attende di capire cosa farà la Padovani: difficile che possa continuare a mantere il suo ruolo dopo essere stata sfiduciata dagli stessi colleghi. (agg. di Dario D’Angelo)
LEGA DIFENDE MOZIONE ANTI-ABORTO
La mozione anti-aborto approvata dal consiglio comunale di Verona ha creato non poche polemiche, in particolare presso l’opposizione democratica. Ma i leghisti sono convinti della loro scelta, come confermato dalle parole di Simone Pillon, riportate dall’edizione online de La Repubblica: «Dopo aver letto la delibera posso dire che non capisco davvero perchè indignarsi se il comune scaligero, nel pieno rispetto della legge, decide di aiutare le donne in difficoltà a proseguire la gravidanza». Quindi il senatore leghista ha aggiunto: «A norma di legge dovrebbero farlo tutti i Comuni. Sbaglio? A me pare chiaro l’articolo 1 della 194/1978 in cui si sancisce che ‘lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità tutela la vita umana dal suo iniziò». Secondo le accese proteste dell’opposizione, tale mozione approvata dal comune veronese riporterebbe indietro la storia di 40 anni dopo continue lotte delle donne per ottenere più diritti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SCOPPIA LA POLEMICA
La mozione anti-aborto votata a Verona continua a fare discutere, con la capogruppo del Partito Democratico finita nel mirino dei dem per il sì al provvedimento. E si susseguono le proteste, a partire da Laura Boldrini: “Una vergogna. Vogliamo tornare sotto i ferri delle mammane?! Giù le mani dalla #194”. Questo il commento di Pippo Civati: “Verona è il laboratorio dei legami tra Salvini e la destra più estrema (anche più di lui), del suo vice ultraconservatore (ora ministro), dell’attacco ai diritti e alle donne. Se la sinistra vuole ‘ripartire’, riparta da lì. Evitando di votare le loro mozioni, se possibile”. Infine segnaliamo il commento del Sottosegretario per la Pubblica amministrazione Mattia Fantinati, esponente M5s che attacca la giunta della Lega: “A #Verona siamo tornati al Medioevo. Non solo la maggioranza di centrodestra, ma anche la capogruppo #Pd votano provvedimenti che favoriscono associazioni antiabortiste e che offendono le donne. Giù le mani dal corpo delle donne”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
BONINO: “NOSTALGIA REAZIONARIA”
Sulla votazione anti-aborto nel consiglio comunale di Verona è arrivato anche il commento della storica esponente radicale Emma Bonino, attuale segretario di + Europa, che ha sottolineato come stiano tornando in ballo diritti che parevano ormai acquisiti “Viviamo un periodo di nostalgia reazionaria. È quella tensione verso i “vecchi tempi d’oro”, in cui però proliferavano le discriminazioni sessuali e gli aborti clandestini. Con questo Governo non è in pericolo soltanto la legge 194 ma sono in pericolo un sacco di diritti: veda le dichiarazioni sulle unioni civili o il disegno di legge Pillon sulla famiglia da Mulino Bianco. Certamente non vedo spiragli per promuovere nuovi diritti. Noi comunque non ci arrenderemo di certo, continueremo a spingere per lo Ius Soli, per l’eutanasia e per la rivisitazione della 194: bisogna ovviare alla sovrabbondanza dei medici obiettori di coscienza, che rende impossibile l’aborto in intere regioni d’Italia.” (agg. di Fabio Belli)
“HO VOTATO SECONDO COSCIENZA”
Ora è ufficiale: Verona è contro l’aborto. Nella notte il consiglio comunale ha approvato una mozione della Lega, sottoscritta dal sindaco Federico Sboarina, che definisce la città “a favore della vita”. A far scalpore è anche il fatto che abbia votato a favore una consigliera del Partito democratico, la capogruppo Carla Padovani, travolta comprensibilmente dalle polemiche. «La vita è valore universale e non di partito. Ho votato secondo coscienza. Sulla legge 194 non mi sembra che il Pd abbia una linea chiara. Non mi aspettavo tutte queste polemiche». I dem però stanno intervenendo duramente contro Padovani. «L’approvazione della mozione da parte del Consiglio comunale di Verona rappresenta un simbolico e concreto grave passo indietro rispetto a una legge seria e importante come la 194. Purtroppo a favore della proposta leghista si è espressa anche la capogruppo del Pd: io penso che dovrebbe chiedere scusa. Evidentemente non ha la consapevolezza del proprio ruolo di rappresentante del Partito Democratico», ha dichiarato la vicepresidente del Pd Barbara Pollastrini. (agg. di Silvana Palazzo)
MARTINA E ZINGARETTI: “GRAVE ERRORE”
Urla, grida e polemiche hanno accompagnato l’approvazione del consiglio comunale di Verona della mozione anti-aborto. Ha votato sì anche la capogruppo del Pd, Carla Padovani, rimproverata dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. «Così non va. Non si procede con colpi di mano ideologici su temi così delicati. Non si rispetta la vita se non si rispettano le scelte delle donne, soprattutto quando sono difficili come lo è quella di interrompere una gravidanza. L’Italia ha una legge seria, la 194, che va applicata». Più dure le parlamentari dem Alessia Rotti e Valeria Fedeli che ne chiedono subito le dimissioni. Questa mozione impegna Verona a finanziare associazioni cattoliche per iniziative contro l’aborto. Il caso è esploso durante la segreteria del Pd, riunita a Genova. Il segretario Maurizio Martina ha commentato ai microfoni di Repubblica: «Giudico un grave errore il voto della capogruppo». (agg. di Silvana Palazzo)
IL PD PRENDE LE DISTANZE DA CONSIGLIERA DEM
La mozione approvata nella notte grazie alla quale il consiglio comunale di Verona, grazie anche al sì espresso dalla capogruppo del Partito Democratico locale, Carla Padovani, continua a far discutere dato che, passata in larghissima maggioranza, afferma che la città veneta si dichiara “a favore della vita” e si impegna a sostenere varie iniziative contro l’aborto. Non solo, dato che, stando a quanto si apprende, è stato stabilito pure lo stanziamento di fondi a favore di organizzazioni pro life: la vicenda sta avendo una vasta eco anche perché il resto del Pd ha subito voluto smarcarsi dall’iniziativa della capogruppo dem in consiglio comunale, e ha parlato, attraverso Alessia Rotta, di “uno schiaffo inaccettabile a Verona e alle sue cittadine. La Rotta ha inoltre attaccato la collega di partito Padovani, rea a suo dire di non aver informato in modo adeguato il gruppo Pd, non svolgendo la sua funzione di rappresentanza anche se la Rotta ha tenuto pure a precisare che quella della Padovani è solo “una posizione personale”, senza però chiedere l’uscita del partito della esponente dem come fatto invece da Giuditta Pini in un post apparso nelle ultime ore su Facebook. (agg. R. G. Flore)
POLEMICHE PER VOTO DELLA CAPOGRUPPO DEM
Verona contro l’aborto: il consiglio comunale ha approvato a larga maggioranza la mozione 434 con cui la città si dichiara “a favore della vita” e adotta iniziative “per la prevenzione dell’aborto e il sostegno alla maternità”. Ma è stata bocciata la proposta per la sepoltura automatica dei feti abortiti, anche contro la volontà della donna. La maggioranza, composta da una coalizione di centrodestra che comprende Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, ha cercato infatti senza successo di far mettere all’ordine del giorno quella mozione. Nel 40esimo anniversario della legge 194 del 1978 che ha depenalizzato l’aborto in Italia, è stata approvata la mozione. A favore si è espressa pure la capogruppo Pd Carla Padovani. Le attiviste di “Non una di meno”, che per protesta si sono vestite da ancelle medievali, sono state allontanate dall’aula. Ieri sera sulla pagina Facebook il gruppo femminista ha raccontato quanto accaduto: «Con 21 voti a favore e 6 contro, è stata approvata la mozione 434». Il Comune così finanzierà «associazioni cattoliche a scopo di lucro che hanno l’obiettivo di promuovere iniziative contro l’aborto».
VERONA CONTRO L’ABORTO: “FONDI A GRUPPI PRO VITA”
La mozione doveva essere discussa a fine luglio, ma il voto fu rinviato. Quest’estate decine di attiviste si erano presentate vestite come le ancelle della serie tv “The Handmaid’s Tale”. Ieri si sono presentate per protestare ma sono state sgomberate dall’aula. «Quasi 50 persone sono state trattenute nell’androne del consiglio comunale». Con l’approvazione il Comune di Verona si impegna a «inserire nel prossimo assestamento di bilancio un congruo finanziamento ad associazioni e progetti che operano nel territorio comunale» impegnati nella prevenzione all’interruzione di gravidanza. Inoltre, dovrà essere promosso il progetto regionale “Culla segreta” per segnalare la possibilità di partorire in modo sicuro e anonimo negli ospedali, come previsto da una legge nazionale. Il primo firmatario della mozione è il consigliere della Lega Alberto Zelger. Nel documento vengono espresse posizioni conversatrici sull’aborto: si parla di «uccisioni nascoste» in riferimento alle «pillole abortive», cioè la contraccezione d’emergenza.