Un colpo di classe senza eguali, triplo salto mortale: chapeau! L’accaduto: i farisei, che sono tutta gente frustrata, vogliono mettere alla prova, ancora una volta, Gesù. Non lo sopportano affatto: troppo larga la sua vista perché gli occhi di Cristo non smascherino la ristrettezza del loro sguardo da topolini. Stavolta, fatalità, scelgono una storia sotto-le-coperte. Acrobazie, voglie: «Domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie».
Pitocchi come sono, scambiano Cristo per un esperto di sessualità, tutt’al più di morale. Il che, poveri cristi, li smaschera dall’inizio: Cristo, quello dei Vangeli, non ha redatto nessuna morale. Ha semplicemente operato con l’amore, mettendolo in circolo ovunque passasse. Accortasi d’essere amata in anticipo, la creatura da sola ha deciso, e deciderà, il daffarsi. «Ascolta, Israele!» (Dt 6,4) nascono così i comandamenti, dentro un contesto di amicizia. Ascolta(ti): guarda chi eri ieri, guarda chi sei oggi. Vedi un po’ tu che fare.
Il Maestro ha colpi di fioretto: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?» è la domanda che rivolge ai farisei. Loro, tutta gente di forte memoria e di poco cuore, sbraitano: «Ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». La qual cosa è verissima, ma lo è perché cela una motivazione: “Perché voi avete la testa dura” («per la durezza del vostro cuore») risponde loro Gesù. Fregati!
Dopo il goal, la moviola. Li prende per mano, li riporta all’origine: le notizie, per non diventare fake-news, devono essere verificate. “Dicono” è la forma di sapere della gente all’osteria, sotto il casco della parrucchiera. “Il soggetto, per cortesia, altrimenti l’affermazione è invalida”. E’ lo stile di Cristo: li raccoglie, li porta più indietro di Mosè, mostra loro qual era l’affermazione iniziale. A quella ci si deve riferire perché non divenga un mostro una notizia diffusa: «Dall’inizio della creazione (Dio) li fece maschio e femmina (…) e i due diventeranno una carne sola. Dunque l’uomo non divida ciò che Dio ha congiunto».
Letteralmente fregati i farisei: da soli si sono firmati il loro destino. D’essere tutta legge e poco cuore, tanto fumo e poco arrosto. E’ la pedagogia di Dio, l’uomo dalla pazienza geologica quando si tratta d’accordare i cuori delle creature. Gli avversari di Cristo – gli avversari del Papa, della Chiesa di ogni tempo – vogliono risposte precise, certificate Iso 9001, a tutte le domande di ogni tempo. Non s’accorgono ch’è impossibile. Cristo, da parte sua, ha scelto anzitempo uno stile: nessuna risposta – eccetto l’amare allo sfinimento, allo stordimento dei sensi – ma lo star seduti accanto alla sofferenza. Aiutando a tenere lo sguardo fisso alla sorgente: «Dall’inizio della creazione…» (cfr Mc 10,2-16). Se poi le cose – le norme, le tanto amate norme – sono cambiate, lo sono per la durezza del cuore: alla sorgente del fiume va cercata la freschezza dell’acqua, non nel punto d’ingresso del fiume immissario.
C’è un qualcosa che è ancora più grande della norma, della legge che pur serve per regolamentare l’afflusso delle anime nelle chiese: è la persona. Prima lei, solo dopo il regolamento. Certi, notando il regolamento largo e la flessibilità alle stelle, minacciano lo scisma. Per chi, invece, volge lo sguardo alla sorgente la visuale è limpida: «Dio è l’amante perfetto – scrive T. Radcliffe ne Il bordo del mistero – Ci lascia così grande spazio che alcune persone non notano per nulla la sua presenza». Dopo Cristo, non sarà più possibile essere veramente felici se non s’impara a lasciarsi toccare dal dolore del mondo. Dalla creatura, che è sempre un miscuglio di grandezza e di miseria. Ch’è sempre più grande di ogni norma, di quelle scritte a causa della durezza del cuore. E’ fantastico, Cristo: all’ interrogazione dei farisei, risponde prendendoli per mano e accompagnandoli – Lui ha le chiavi – dentro il sogno primigenio di Dio. Per dare loro la possibilità di guardare il mondo dal punto panoramico migliore. E decidersi, visto che adesso è l’attimo esatto nel quale sta iniziando ad andare in onda il nostro futuro.