Solitudine, colpa, redenzione: sono questi i temi che più si percepiscono nei film di Paul Schrader, sia quando ne è sceneggiatore, come per il celeberrimo Taxi Driver diretto da Martin Scorsese, sia quando ne è regista come nell’altrettanto celeberrimo American Gigolò. Paradossalmente, Schrader crebbe in una famiglia calvinista, i cristiani più rigorosi e moralisti tanto che gli fu vietato vedere alcun film fino a quando fu maggiorenne. Questa adolescenza oscura lo ha segnato, tanto che per molti anni è stato vittima di depressione e alcolismo e nei suoi film anche questi tratti si ripetono spesso. La sua visione cristiana molto confusa viene invece del tutto fuori nel controverso film, questa volta diretto da Scorsese e di cui lui scrive la sceneggiatura, L’ultima tentazione di Cristo, in cui viene immaginato un Cristo che si salva dalla croce e sposa la Maddalena. Oggi Schrader come si legge nell’intervista concessa al sito leggo.it non ha più molto interesse per il cinema e ha prodotto un’opera che potrebbe essere la sua ultima come dice lui.
IL NUOVO CONTROVERSO FILM DI SCHRADER
Si tratta di “Last Reformed”, disponibile solo su dvd o in downloading, ispirato a un suo vecchio libro, “Il trascendente nel cinema” e presenta come protagonista l’attore Ethan Hawke. E’ la storia din un pastore protestante chiuso nella sua solitudine che affronta una crisi esistenziale e spirituale. Ottimamente accolto, per qualcuno meriterebbe un premio Oscar, ma lui si schernisce: “I premi Oscar sono importanti da un punto di vista economico, non per altri motivi. Se non sei sicuro di aver fatto un buon film, non sarà un Oscar a convincerti. So che ci sono molti membri dell’Academy che vedono pochi film ma votano lo stesso. Io invece ho smesso di votare anni fa perché non mi importava più. Ho smesso di guardare la cerimonia perché la trovavo noiosa e ho smesso di interessarmi persino ai vincitori”. Un film sulla fede e il trascendente: “Ho ripetuto per anni che non avrei voluto usare i temi del mio libro per un film. Mi dicevo: amo i film sul trascendente, ne ho scritto, ma non ne farei mai uno perché sono troppo intossicato dall’azione, dal sesso, dalla violenza. Poi tre anni fa Pawel Pawlikowski, a cui avevo dato un premio per Ida, mi disse che oggi fare un film come quello è più facile perché costa meno. Ho pensato: è arrivato il momento”.