Oggi abita in Francia, ma per lavoro viaggia tra gli Stati Uniti e l’Europa: stiamo parlando di Sammy Barbot, star internazionale, fino agli anni ’80 tra le più amate del piccolo schermo italiano. Dopo aver esordito da giovanissimo come cantante, conduttore e ballerino nelle principali discoteche mondiali, viene notato da alcuni produttori televisivi, che gli propongono di trasferire in tv i suoi spettacoli nei locali. È così che negli anni settanta nasce il Piccolo Slam, la prima e indimenticabile discoteca televisiva italiana. Lontano da quel periodo, oggi Sammy Barbot continua a portare i suoi spettacolo in lungo e in largo per il pianeta, collaborando in particolare con un’agenzia francese e una che opera negli Stati Uniti. “Mi esibisco in grandi eventi per delle aziende multinazionali. Sono poche serate ma ben pagate”, rivela l’artista in un’intervista concessa a Spy, dove conferma di aver scelto di tornare agli esordi e mettere da parte quella “parentesi” che è stata per lui la televisione italiana. Nei suoi più recenti spettacoli canta infatti generalmente “sulle note dei grandi pezzi internazionali”, riservando solo alle serate revival il suo successo dal titolo Aria di casa mia.
“Se avessi sfruttato le carte a mia disposizione…”
“Quando è finito il momento di gloria e il successo si è un po’ sfumato ho deciso di tornare a Parigi”. Sammy Barbot ripercorre il suo addio alle scene in un’intervista rilasciata a Spy, dove ricorda le sue scelte di vita e le decisioni che lo hanno condotto lontano dal mondo dello spettacolo. In quel momento, si legge sul noto settimanale, “le apparizioni sono cominciate a diminuire, e anche quando mi cercavano io mi trovavo sempre all’estero, quindi ho perso tante occasioni lavorative”. Il suo allontanamento dal piccolo schermo, rivela l’artista, è frutto di un percorso naturale, una conseguenza della sua lontananza dal territorio italiano; tuttavia, conferma di non avere alcun rimpianto, dal momento che, se solo avesse voluto, avrebbe di certo agito diversamente: “Se avessi sfruttato meglio le carte che avevo a disposizione avrei ottenuto ancora più successo, questo senza dubbio. Se invece fossi andato a New York, o fossi rimasto a Parigi, avrei avuto molte più occasioni di sfruttare le mie doti canore”.