Paolo Borsellino, 3 poliziotti rinviati a giudizio con l’accusa di depistaggio: nuovi aggiornamenti dalle indagini sulla strage di via d’Amelio. Come riportato da Rai News, il gup di Caltanissetta Graziella Luparello ha accolto la richiesta del procuratore Amedeo Bertone e del pubblico ministero Stefano Luciani: rinviati a giudizio gli agenti Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei, avrebbero depistato le indagini sulla strage di ventisei anni fa. Le accuse sono di calunnia in concorso con l’aggravanti di aver agevolato Cosa Nostra attraverso la loro condotta: nel mirino le dichiarazioni del pentito di mafia Vincenzo Scarantino, che sarebbe stato spinto a fare nomi e cognomi di persone innocenti. Bo, Ribaudo e Mattei fecero parte del pool investigativo coordinato da Arnaldo La Barbera, al lavoro sulle stragi mafiose del 1992 di via D’Amelio, dove perse la vita Borsellino con cinque agenti di scorta, e di Capaci.
FIAMMETTA BORSELLINO: “CHI SA LA VERITA’, PARLI!”
La data del processo ai tre agenti di Polizia è stata fissata per il prossimo 5 novembre 2018 e, interpellata da Rai News, è giunta la reazione della figlia Fiammetta Borsellino. “La verità verrà fuori solo se loro parlano e rompono questo muro di omertà. Questo è un inizio, nella consapevolezza che ci sono grossi pezzi dello Stato implicati in questa vicenda. Lo stesso Pm Stefano Luciani lo ha ribadito, scandalizzato, chiedendosi come queste persone ricoprano ancora incarichi e non siano state sospese dal servizio. Gli illeciti sono evidenti” ha sottolineato la figlia del magistrato, che ha aggiusto: “Come è possibile che i magistrati non si siano accorti di quello che stava accadendo?”. E nel mirino sono finiti i pm: “Le tesi investigative proposte sono state accettate da schiere di magistrati, sia giudicanti che inquirenti. Questi ultimi, peraltro, avendo il coordinamento delle indagini, avrebbero dovuto coordinare e controllare il lavoro delle forze dell’ordine. Non si capisce come mai non si siano accorti di nulla”.