E’ ancora imprecisato il numero di morti in Indonesia a seguito del terremoto di magnitudo 7.5 e del successivo tsunami che ha falcidiato l’isola Sulawesi, al centro della stessa nazione. La zona più colpita è senza dubbio quella di Palu, dove le onde anomale si sono abbattute con una ferocia inaudita, travolgendo tutto ciò che incontravano sul loro cammino: «Ci sono numerose strutture mediche a Palu – le parole di Komang Adi Sujendra, il direttore provinciale dell’Associazione dei medici indonesiani – ma solo in questo ospedale abbiamo 30 morti, 12 persone che devono essere operate per fratture e nove persone con traumi cranici». I soccorsi sono resi molto complessi dalle precarie condizioni a seguito del doppio flagello, visto che la fornitura elettrica e quella dell’acqua è stata interrotta dopo il disastro: «Abbiamo bisogno di tende, medicine, personale medico, coperte e molte altre cose – l’appello di Komang – spero che possiate aiutarci, in modo da dare alle vittime tutto l’aiuto di cui hanno bisogno». Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, il numero dei morti sarebbe di almeno 48. (aggiornamento di Davide Giancristofaro) Clicca qui per il nostro nuovo approfondimento sulla devastazione dell’Indonesia
“NUMERO IMPRECISATO DI MORTI”
Come da previsioni le conseguenze dei due terremoti di magnitudo 6.1 e 7.5 sulla scala Richter e del successivo tsunami verificatosi in Indonesia hanno provocato un “tanti morti e dispersi”. Sarà dunque con ogni probabilità alle 5 vittime ufficiali dichiarate inizialmente il bilancio definitivo della catastrofe naturale che ha messo in ginocchio l’Indonesia. Il portavoce dell’Agenzia dei Disastri Sutopo Purwo Nugroho ha parlato apertamente di “case spazzate via dal maremoto”, oltre che di “numerosi edifici crollati per colpa del terremoto”. A rendere più complicata la stima dei danni anche il black-out generatosi dopo le scosse in tutta l’area. La sensazione è che a provocare maggiore distruzione rispetto al terremoto sia stato proprio lo tsunami. Il sopraggiungere dell’oscurità rende però complicato anche sviluppare una percezione realistica del disastro tutto intorno, motivo per il quale i soccorsi rallenteranno fino a domattina. (agg. di Dario D’Angelo)
300MILA PERSONE NELL’AREA COLPITA
C’è grande preoccupazione riguardo le conseguenze che il terremoto di magnitudo 7.5 in Indonesia potrebbe aver provocato, anche alla luce dello Tsunami che potrebbe aver spazzato via interi villaggi. L’area di Donggala, la più colpita dalla catastrofe naturale, è popolata da circa 300mila persone, e dunque le conseguenze sulla popolazione potrebbero essere state molto pesanti in termini di morti e di feriti. Le comunicazioni sono ancora interrotte e molte città e villaggi dell’isola di Sulawesi, investista dallo Tsunami, risultano isolate, e per le autorità locali al momento non c’è possibilità di tracciare un bilancio di vittime e danni anche solo provvisorio. L’Indonesia è un paese particolarmente soggetta a terremoti a causa della sua posizione sul cosiddetto “anello di fuoco”, estremamente sismico e costellato dalla presenza di vulcani, anche sottomarini. (agg. di Fabio Belli)
9 VILLAGGI POTREBBERO ESSERE STATI SPAZZATI VIA
Le autorità indonesiane parlano di gravi danni causati dallo Tsunami che ha colpito la zona dell’isola Sulawesi e della capitale Palu. L’onda anomala ha colpito città e villaggi quando l’allarme Tsunami, dopo il terribile terremoto di magnitudo 7.5, era stato ritirato e dunque parte della popolazione si è ritrovata impreparata. Non arrivano notizie da 9 villaggi che potrebbero essere stati letteralmente spazzati via, “La nostra stima iniziale, basata sull’esperienza, è che ha causato danni estesi da Palu verso nord a Donggala”, spiegano le autorità che con le vie di comunicazione interrotte, stanno avendo grande difficoltà nel calcolare una stima dei danni e comprendere dunque dove intervenire. (agg. di Fabio Belli)
INDONESIA IN GINOCCHIO
L’Indonesia è in ginocchio dopo il terremoto di magnitudo 7.5 sulla scala Richter che ha colpito di nuovo l’isola centrale Sulawesi e dal quale è scaturito un devastante tsunami che ha travolto diverse case nella capitale dell’isola, Palu, nella la città di Donggala e in altri villaggi costieri. Il bilancio di questa immane catastrofe naturale parla al momento di 5 morti ma il numero delle vittime è destinato drammaticamente ad aumentare visti i tantissimi dispersi. Come riferito da La Repubblica, sull’isola l’elettricità è saltata e le comunicazioni sono interrotte. La scossa di M 7.5 sulla scala Richter si è verificata poco dopo un altro violento sisma di magnitudo 6.1. Un funzionario dell’agenzia di crisi, Akris, ha dichiarato che “molte case sono crollate. È successo mentre abbiamo ancora difficoltà a recuperare i dati dai nove villaggi colpiti dal primo terremoto”. (agg. di Dario D’Angelo)
IL PRECEDENTE DEL 2004
L’Indonesia torna a tremare, nuova catastrofe per il Paese asiatico. Dopo i disastri tra luglio e agosto, un nuovo forte sisma ha colpito la città di Palu, isola di Sulawesi. La stampa locale riporta di cinque persone morte citando fonti dell’autorità, ma non sono ancora chiare in che circostanze siano morte. Attese conferme ufficiali dal governo, con lo Tsunami che si è violentemente abbattuto nella zona con onde alte oltre due metri. E la mente torna alla tragedia del 26 dicembre 2004, uno dei disastri naturali più catastrofici dell’epoca moderna: il maremoto dell’Oceano indiano e della placca indo-asiatica causò quasi 250 mila morti con una magnitudo 9.1 al largo della costa nord-occidentale di Sumatra. E’ stato il sisma più violento degli ultimi sessant’anni, con onde anomale di oltre quindici metri. Oltre l’Indonesia, sono stati colpiti Sri Lanka, India, Thailandia, Birmania, Bangladesh e Maldive. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ONDE SPAZZANO VIA CASE
La fortissima scossa di terremoto che ha colpito l’Indonesia ha provocato uno tsunami che si è abbattuto violentemente sulla città di Palu, capitale della provincia omonima in cui vivono più di 300mila persone. La tv indonesiana e i social stanno diffondendo dei video drammatici, girati sul posto da alcuni testimoni: si vedono onde alte almeno due metri che sommergono il centro abitato. Colpita anche la città di Donggala e molte case sono state spazzate via. Il numero di morti e dispersi è ancora imprecisato, ma il timore è che si tratti di una strage di dimensioni spaventose. Il buio e le interruzioni alle reti di telecomunicazione stanno complicando le operazioni di soccorso e i tentativi delle autorità indonesiane di stilare un bilancio dei danni e delle vittime. Il portavoce dell’Agenzia nazionale per la gestione dei disastri, Sutopo Purwo Nugroho, ha spiegato che gli interventi saranno necessariamente limitati fino alla mattina del 29 settembre: «Tutto il potenziale nazionale verrà dispiegato – riporta Lettera43 -. Invieremo un aereo da trasporto militare Hercules ed elicotteri per fornire assistenza nelle aree colpite dallo tsunami». Intanto l’aeroporto di Palu è stato chiuso. (agg. di Silvana Palazzo)
SI TEME UN’ECATOMBE
Sembrava fosse rientrato l’allarme tsunami in Indonesia dopo il terremoto di oggi, ma in realtà il tremendo evento atmosferico si è verificato pochi minuti fa. Le città di Palu e Donggala nell’arcipelago di Sulawesi, sono state spazzate via da una gigantesca onda anomala, che ha distrutto le abitazioni presenti, provocando numerosi dispersi. A provocare lo tsunami, come anticipato, il terremoto che alle ore 12:02 in Italia ha colpito l’Indonesia, un sisma di magnitudo 7.5. La gigantesca ondata si è verificata nella zona di Palu, una delle principali città indonesiane, situata nelle isole fra l’arcipelago del Borneo e le Molucche. Palu, tra l’altro, era già in ginocchio a seguito del terremoto di oggi, con numerosi morti e dispersi. Si teme una vera e propria ecatombe visto che in quella zona dell’Indonesia vivono almeno 400.000 persone. Più in basso potete trovare un video con le prime immagini provenienti dalla terra indonesiana dopo lo tsunami. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CASE SPAZZATE VIA, DIVERSI I FERITI
Al momento, stando alle rilevazioni effettuate dall’agenzia americana di geologia USGS, sarebbe stato di magnitudo 7,4 (dato corretto rispetto all’iniziale 7,7) la potenza della scossa di terremoto che ha colpito nuovamente l’Indonesia alle ore 18 locali, ovvero attorno alle 12 italiane: secondo quanto si apprende da fonti di stampa locali, l’epicentro sarebbe nell’isola di Sulawesi (a una profondità di circa dieci chilometri nel sottosuolo) e si conterebbero almeno dieci feriti e una sola vittima, ma il dato sarà presto aggiornato. A preoccupare le autorità indonesiane tuttavia è soprattutto il fatto che questo nuovo, devastante sisma ha anche causato uno tsunami che si è abbattuto sulla città di Palu, la capitale della provincia interessata dai movimenti tellurici, spazzando via alcune case come si nota in alcuni video amatoriali che sono stati girati nelle ultime ore. (agg. di R. G. Flore)
SCOSSA DI MAGNITUDO 7.4 IN INDONESIA
Terremoto Indonesia, scossa di magnitudo 7.5: torna la paura nel Paese asiatico dopo la tragedia dell’isola di Lombok. Come riportato dalla stampa locale, sono state registrate due scosse, di cui l’ultima di magnitudo 7.5 a ottanta chilometri da Palù, profondità di dieci chilometri. Subito dopo il sisma, è stato diramato l’allarme Tsunami dalle autorità indonesiane, successivamente ritirato. La prima scossa è stata di magnitudo 6.1: colpita l’isola di Sulawesi e, co me evidenziato da Il Fatto Quotidiano, il sussulto è durato addirittura dieci secondi nella cittàdi Donggala. Fortunatamente non sono state registrati per il momento danni a cose o persone. La terra ha vibrato a una profondità di diciotto chilometri, con epicentro registrato a trenta chilometri a nord di Donggala.
LA TRAGEDIA DI LOMBOK
Attivate ingenti forze di sicurezza, con la paura che la terra possa tornare a tremare. Attesi aggiornamenti nelle prossime ore sulla situazione di Palu, con riscontri sull’effettiva condizione dei residenti e delle strutture interessate dal sisma. Come già citato, lo scorso luglio un violento terremoto si è abbattuto sull’isola di Lombok: la prima scossa è stata registrata il 29 luglio 2018 a una profondità di 6,4 chilometri con magnitudo 6.4, causando 20 morti, mentre la seconda scossa è stata registrata il 5 agosto 2018 con un magnitudo di 7.0, causando ben 98 decessi. Il sisma ha causato migliaia di sfollati, con le scosse che hanno colpito inoltre le vicine isole di Bali e Sumbawa: l’ottanta per cento delle strutture nel Lombok settentrionale sono andate distrutte o seriamente danneggiate.