All’indomani della sentenza di condanna di Lucio Marzo, fidanzato di Noemi Durini e reo confesso del suo omicidio, la trasmissione Quarto Grado torna ad occuparsi del caso che ha sconvolto l’intera comunità salentina e non solo. Lucio è stato condannato con rito abbreviato a 18 anni e 8 mesi. Le telecamere del programma di Rete 4 era presente ieri davanti al tribunale di Lecce nel quale è giunta la sentenza di primo grado. La mamma di Noemi, Imma, ai giornalisti aveva detto di non essere del tutto soddisfatta: “Non c’è soddisfazione di nulla, mia figlia non c’è più”, aveva spiegato ai cronisti. “Non riusciamo a cambiare queste leggi”, aveva detto delusa, asserendo di non essere la condanna che si aspettava. “Giustizia non sarà fatta, anche 30 anni sono pochi, non basterebbe una vita per quel gesto”, aveva aggiunto. La donna aveva anche ammesso di non aver potuto guardare Lucio negli occhi. “C’è da lavorare per portare alla luce altri elementi, per noi non è ancora finita”, aveva proseguito per poi chiosare: “Io non mi arrenderò, io non mi arrenderò mai”. Oggi la donna sarà intervistata ancora da Quarto Grado, nel corso della nuova puntata. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL CASO DI NOEMI DURINI A QUARTO GRADO
Si è concluso il primo grado di giudizio per l’omicidio di Noemi Durini. Il fidanzatino Lucio Marzo è stato condannato ieri a 18 anni e 8 mesi di reclusione. Il Tribunale dei Minorenni di Lecce si è quindi esposto a favore della richiesta del pm Anna Carbonara, che nell’arringa conclusiva ha puntato su una condanna di 18 anni di carcere. Rifiutata invece la richiesta da parte dei difensori del ragazzo di procedere con una nuova perizia psichiatrica per stabilire il suo stato mentale al momento del delitto. Si è dovuto attendere oltre un anno dalla morte di Noemi, avvenuta nel settembre dell’anno scorso, prima che i giudici concludessero il rito abbreviato a carico di Marzo. Quarto Grado approfondirà il caso di Noemi Durini nella puntata in onda stasera, venerdì 5 ottobre 2018, a partire dalle ultime notizie. Come ricorda Quotidiano, Lucio si è dichiarato colpevole subito dopo il ritrovamento del corpo della ragazzina, avvenuto dieci giorni dopo l’omicdio, in località Castrignano del Capo. “Non c’è soddisfazione”, hanno sottolineato i genitori della vittima in seguito alla sentenza. La madre di Noemi, Imma Rizzo, si augura adesso che Marzo possa riflettere sul proprio errore nell’arco di tempo previsto per la sua reclusione. “Mi aspettavo anche 30 anni”, si è limitata ad aggiungere convinta che un reato di questa portata non verrebbe comunque espiato nemmeno con una vita intera di carcere.
NOEMI DURINI, LA FAMIGLIA SODDISFATTA A METÀ DALLA SENTENZA
La famiglia di Noemi Durini si ritiene soddisfatta a metà della sentenza a carico di Lucio Marzo, il ragazzo che l’anno scorso ha ucciso in modo brutale la fidanzatina. “Respirava ancora quando l’ho seppellita”, ha rivelato invece Lucio durante un colloquio avvenuto con il padre lo scorso 19 ottobre, intercetato dalle autorità competenti. La 15enne di Specchia si sarebbe potuta quindi salvare? In base al racconto del reo confesso è evidente come Noemi abbia fatto di tutto per aggrapparsi a quella vita che stava lentamente scivolando via. “Cercava di muoversi”, ha continuato infatti nella confessione shock, aggiungendo anche di come siano servite molte pietre per impedire infine alla ragazza di continuare a cercare una via di fuga. Una rivelazione che come ricorda Il Messaggero è avvenuta ancora prima che venisse fatta la prima perizia psichiatrica su Lucio Marzo e prima che il dottor Roberto Vaglio, incaricato per appurare la morte della vittima, sottolineasse che Noemi è stata soffocata in modo indiretto a causa del peso delle pietre poste sul suo giovane corpo. La stessa intercettazione è stata richiamata alla memoria dal pm Anna Carbonara per dimostrare che l’allora diciassettenne fosse in grado di capire la gravità delle sue azioni e soprattutto che fosse consapevole di uccidere la fidanzatina.