Una lunga intervista pubblicata oggi dal quotidiano La Repubblica si occupa del nuovo film di Jeff Bridges, “7 sconosciuti a El Royale” in cui l’attore ormai quasi 70enne diventato una leggenda grazie al ruolo del Drugo nel capolavoro dei fratelli Coen “Il grande Lebowski” interpreta un sacerdote. Il film sarà nel cinema italiani il prossimo 8 ottobre ed è ambientato nel gennaio 1969, quando Richard Nixon è appena stato eletto presidente degli Stati Uniti. Nel cadente hotel El Royale si incontrano sette personaggi i quali nel corso di una sola notte riveleranno ciascuno le proprie storie fatte di errori e sbagli, nella speranza di trovare salvezza. Come detto, Bridges interpreta il ruolo di un prete. Spiega che lui non è cattolico, mentre lo è il regista Drew Goddard: “Quando avevo dubbi sugli aspetti religiosi mi confrontavo con lui” spiega. Dice però di essersi ispirato anche a un sacerdote conosciuto durante il servizio militare, tale don Harris. Una domenica mattina il solito sergente cattivo, racconta, dice alle reclute se preferiscono stare in campo ad addestrarsi con lui o andare in chiesa: “Ci recammo tutti in massa in chiesa”.
JEFF BRIDGES E IL FILM “7 SCONOSCIUTI A EL ROYALE”
Con quel sacerdote, racconta, le reclute si trovano benissimo: “Quando siete qui dentro non siete nell’esercito, siete nella casa del Signore!”. Non solo: era la fine degli anni 60, l’epoca degli hippie e della musica rock. Un giorno, prima della libera uscita, il prete procura loro degli abiti civili e li porta a un concerto rock, a vedere i Jefferson Airplane, il gruppo più schierato contro la guerra in Vietnam in un locale dove andava di moda l’Lsd. “Vent’anni dopo ho chiesto a don Harris di sposarmi: lui è il prete nascosto nel mio cuore, quello a cui ho pensato girando il film” dice. Non manca l’ovvia domanda su Donald Trump, nell’intervista, che Bridges dice di disprezzare, ma non si lascia vincere: lo uso come fonte di ispirazione per cercare di ricostruire un mondo migliore. E altrettanto inevitabile è la domanda sul Grande Lebowski, film a cui tutti legano la sua immagine: “Amo quel personaggio e quel film” spiega “ogni volta che mi capita di trovare quel film in televisione me lo riguardo sempre tutto. Chiamatemi pure Drugo quanto vi pare, non mi offendo”.