E se alla fine fosse il sindaco di Genova, Marco Bucci, il commissario straordinario del capoluogo ligure? Nelle ultime ore sta prendendo seriamente quota il nome del primo cittadino genovese, alla luce delle molteplici incertezze legate alla candidatura di Claudio Gemme, top manager di Fincantieri, per questioni legate al conflitto di interessi. La sensazione circolante è che entro la fine della settimana, o tutt’al più all’inizio della prossima, ci sarà l’ufficialità in merito al nome del famoso commissario di cui sopra. Oggi il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha confermato che Gemme è l’unica ipotesi al vaglio, ma secondo quanto riferisce SkyTg24.it, la Lega e il Movimento 5 Stelle starebbe guardando con estrema attenzione proprio a Bucci, che tra l’altro oggi non ha rimandato al mittente la candidatura (qui sotto potete leggere le sue parole). A questo punto non è da escludere che possa scaturire un nome terzo, o che alla fine se la giochino Gemme e Bucci. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DI MAIO “GEMME HA IL GIUSTO KNOW HOW”
Resta forte la candidatura di Claudio Gemme per il ruolo di commissario straordinario di Genova, la figura con super poteri in merito alla gestione dell’emergenza del capoluogo ligure. Il conflitto di interessi per via del suo ruolo in Fincantieri non sembra intralciare con la nomina dello stesso Gemme, come ha fatto capire chiaramente il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, parlando con i giornalisti alla camera: «E’ solo una questione di formalizzazione e credo – le altre dichiarazioni del vice-presidente del consiglio – per quello che so io da Palazzo Chigi, è nelle prossime ore, non ho notizie di cambiamenti e non ho notizia di altri nomi che siano sul tavolo del presidente del Consiglio. Per me è un nome che viene da Fincantieri – ha aggiunto Di Maio confermando la candidatura di Gemme – quel ha quel ‘know how’ di quell’azienda cui noi vogliamo far costruire il ponte ed è una persona di Genova e ha addirittura i genitori sfollati, quindi è una persona motivata del territorio». Il problema è che l’investitura ufficiale sarebbe dovuta arrivare in queste ore, ma passa il tempo e non vi è traccia di alcuna comunicazione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BUCCI “SI CANDIDA”
Chi sarà il commissario di Genova? Il sindaco Bucci si è candidato, ma Di Maio frena e ripropone il nome di Gemme. La cosa certa è che sta tardando ad arrivare l’ufficialità del manager di Fincantieri. a seguito di un problema di conflitto di interessi per via proprio del suo ruolo in Fincantieri, l’azienda che dovrebbe ricostruire il ponte. Di conseguenza, sono molti quelli che hanno sollevato i dubbi e nelle ultime ore sono spuntate altre candidature, a cominciare da quella del sindaco del capoluogo ligure, Marco Bucci, che parlando a margine della conferenza stampa “Il cibo del futuro”, ha ammesso: «La decisione non è mia, io aspetto quella del Governo. Non so nulla – aggiunge – ma sono pronto a collaborare con il commissario, chiunque esso sia». Bucci ha commentato anche la notizia in merito alla prima manifestazione di protesta a Genova dopo il crollo del viadotto Morandi, iniziativa lanciata su Facebook dalla pagina “Oltre il ponte”: «Capisco benissimo le esigenze di questi cittadini che vogliono dimostrare che hanno bisogno di supporto e che devono avere il ponte ricostruito il più in fretta possibile. È la stessa cosa che abbiamo sempre detto noi». Sulla questione commissario è intervenuto anche Di Maio, ministro del Lavoro, che ha invece smentito la possibilità che Gemme venga messo da parte: «Non ho altri nomi. Per me Gemme è un nome che viene da Fincantieri, è di Genova e ha parenti tra gli sfollati». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LE PAROLE DEL SINDACO
In un intervento-fiume in Consiglio comunale, il sindaco di Genova Marco Bucci ha spiegato che dal Decreto Genova si attende molto più di quanto emerso dalle prime anticipazioni. «Basta piangersi addosso. Lavoriamo tutti quanti assieme perché la città deve andare avanti con forza e coraggio», esordisce il primo cittadino, non prima di commentare la situazione di costante “fragilità” sul commissario non ancora nominato, «noi avevamo chiesto specificatamente che ci fosse la deroga al codice deagli appalti in realtà dal Decreto, in maniera non tanto chiara, si evince che dev’essere fatta una evidenza pubblica. Questo è un problema enorme, perché comporta un allungamento dei tempi, di cui non abbiamo bisogno. E che vorremmo cambiare». In merito al giudizio complessivo sull’importanza del decreto governativo dopo il crollo del Ponte Morandi, Bucci conclude davanti alla giunta comunale «Qualcosa dal decreto abbiamo ottentuo, è indubbio. C’è qualcosa che va bene e lo portiamo a casa. Però dobbiamo continuare a negoziare e lavorare costantemente per arrivare al 100% delle richieste. Abbiamo fatto queste richieste perché servono tutte, non una di meno. Noi faremo di tutto per ottenere il massimo, altrimenti valuteremo come fare. L’idea di andare giù con le barche ce l’ho sempre in testa. La città ha bisogno di questi interventi». (agg. di Niccolò Magnani)
AL VIA L’INCIDENTE PROBATORIO
È cominciato l’incidente probatorio relativo all’inchiesta del crollo del ponte Morandi. Sono impegnati una ventina di consulenti tra Procura, Tribunale, parti offese e ovviamente indagati, più gli avvocati che sono coinvolti. Sul luogo si stanno operando ispezioni a vista fin dove è possibile, mentre è previsto l’utilizzo di un drone per accertare le condizioni in cui versa la struttura rimasta in piedi. Intanto il professore Carmelo Gentile, docente del Politecnico di Milano che lo scorso novembre consegnò il suo studio ad Autostrade segnalando le anomalie sul pilone 9, ha dichiarato: «Il ponte Morandi andava chiuso». Ascoltato come persona informata dei fatti dal pm Massimo Terrile, Gentile ha spiegato che Spea, la società controllata da Autostrade, «sapeva, aveva calcolato il livello di efficienza che era sotto uno» e «con quel dato il ponte andava chiuso». (agg. di Silvana Palazzo)
PONTE MORANDI, CHAT WHATSAPP CANCELLATE DOPO CROLLO
Proseguono le indagini da parte della guardia di finanza di Genova, in merito al crollo del viadotto Morandi. Come riferito dai colleghi de Il Secolo XIX, nelle ultime ore le fiamme gialle hanno scoperto numerose conversazioni degli indagati su WhatsApp e Telegram, cancellate dopo il 14 agosto, quando avvenne appunto il crollo del ponte. Si tratta di messaggi inerenti il viadotto, o comunque questioni di sicurezza dello stesso, che sono state cancellate tempestivamente, forse per coprire qualcosa. Intanto è aumentato l’elenco delle persone indagate, ora salito a 21 per via dell’iscrizione sul registro di un dirigente del ministero delle infrastrutture, facente parte la direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie.
OGGI SOPRALLUOGO NELL’HANGAR REPERTI
Il nuovo indagato è stato individuato dopo l’interrogatorio di Bruno Santono, manager del Mit ascoltato sabato scorso presso il palazzo di giustizia, e fino ad ora, unico indagato che ha deciso di rispondere alle domande dei pm. Santoro ha fatto sapere che le valutazioni della sicurezza del viadotto erano a capo del dipartimento “Analisi investimenti”, e di conseguenza gli inquirenti hanno allungato l’elenco degli indagati. Quest’oggi è intanto iniziato il sopralluogo dei consulenti e periti di indagati e parti civili, nell’hangar dove si trovano i reperti del ponte Morandi: «Le operazioni di oggi – ha spiegato Luigi Gambarotta, consulente dell’indagato Antonio Brencich, a Il Secolo XIX – ci serviranno a cristallizzare lo stato dei monconi e dei resti già catalogati dagli investigatori. Poi si vedrà».