Il 53enne veterinario Gianfranco Castellotti, è stato arrestato in Turchia senza un’accusa precisa. L’uomo, storico attivista di sinistra, si trovava nel paese straniero per seguire da vicino il processo contro un gruppo anti-Erdogan in un centro culturale di Istanbul. Non è la prima volta che un nostro connazionale viene trattenuto senza alcun apparente motivo in Turchia. Durante il mese di aprile dell’anno scorso, venne fermato Gabriele Del Grande, blogger, regista, giornalista e documentarista, bloccato sul confine con la Siria e rilasciato solamente 14 giorni dopo. Gabriele venne tenuto in buone condizioni fisiche, e venne incarcerato dopo un controllo da parte della polizia turca lungo il confine. Si trovava in terra straniera per approfondire le problematiche sull’immigrazione, quando le autorità decisero di incarcerarlo, anche in quel caso, senza alcun apparente motivo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ATTIVISTA ITALIANO FERMATO IN TURCHIA
Purtroppo la storia si ripete e un altro attivista italiano viene fermato e arrestato in Turchia: si tratta questa volta di Gianfranco Castellotti, veterinario di 53 anni di Massa, attivista storico della sinistra massese appartenente all’Anti-imperialist Front Italia. È stato più volte in Turchia come osservatore nei processi di chi si trova in carcere senza un motivo e anche in questo caso, pare dalle prime ricostruzioni date dal Tirreno, si è recato ad Istanbul per seguire un processo contro una band anti-Erdogana, i “Grup Yorum”. In particolare Castellotti si trovava in un centro culturale – l’Idil – nel pieno centro di Istanbul assieme ad altri artisti e attivisti quando la polizia turca ha fatto irruzione e retata, arrestando circa una decina di persone. L’italiano attivista, al momento, è in mano alla polizia di Istanbul e non è stato ancora formulato alcun capo di accusa: la conferma arriva dal viceconsole per l’Italia in Turchia ai colleghi del Tirreno, «dopo 10 ore di fermo dal commissariato dicono che il signor Castellotti non è formalmente ancora accusato di niente e che è solo loro ospite». Secondo quanto invece riporta l’avvocato Buco che si sta occupando della retata, «Gianfranco in serata (ieri 4 ottobre, ndr) verrà trasferito in carcere e ci rimarrà almeno fino a lunedì quando si terrà l’udienza». Due gli unici scenari possibili: o il foglio di via (senza a quel punto possibilità di ritorno in Turchia) o l’arresto definitivo.
FARNESINA, “SEGUIAMO DA VICINO LA VICENDA”
Il Consolato generale dell’Italia a Istanbul si trova al momento in stretto raccordo con la Farnesina, «seguiamo da vicino e con la massima attenzione il caso del connazionale Gianfranco Castellotti, in stato di fermo in Turchia, mantenendosi in contatto con i familiari e le autorità locali. Funzionari del Consolato hanno incontrato il connazionale verificandone le buone condizioni di salute», spiega il Ministero degli Esteri in una nota ufficiale. Dopo il caso di Gabriele Del Grande nell’aprile 2017, un altro attivista italiano si ritrova invischiato in arresti e fermi nella Turchia di Erdogan proprio per essere un critico oppositore, seppur in ambito assai “ristretto” come può un attivista veterinario toscano. Dal collettivo di sinistra dove proviene Castellotti, fanno sapere «Conosceva i rischi a cui andava incontro seguendo questi processi ma non si è mai arreso. Aveva bisogno a tutti i costi di trasmettere il suo calore umano e il suo spirito combattivo ai militanti rinchiusi nelle celle fredde delle prigioni di tipo F».