Dopo i ministri dell’ambiente e dello sport, il governo francese perde il terzo, quello degli interni, un ruolo importantissimo per ogni governo. Si tratta del 71enne Gerard Collomb, ex esponente del Partito socialista, uno dei primissimi sostenitori di Macron. Motivo ufficiale il desiderio di tornare a fare il sindaco di Lione, come in passato, ma in realtà i media francesi e l’opinione pubblicano considerano le sue dimissioni come una sfida senza precedenti nei confronti del presidente francese. Lo scontro fra i due nelle ultime settimane si era fatto pesante, con Collomb che non aveva perso occasione per attaccarlo, definendolo lontano dalla realtà della gente comune (Agg. Paolo Vites)
IL COMMENTO DI MACRON
Interviene il presidente della Francia, Emmanuel Macron, in merito alle dimissioni del ministro dell’interno transalpino, Gerard Collomb. In occasione del consiglio dei ministri tenutosi poco fa, il numero uno transalpino ha commentato la notizia sottolineando come la stessa non sia “una crisi politica”. «Nulla di ciò che è accaduto nelle ultime 48 ore – le parole del portavoce Benjamin Griveaux – è simile a una crisi politica. Lo stato funziona, il governo sta perfettamente svolgendo il suo compito». Tutti si domandano ora quando arriverà la nomina del nuovo ministro dell’interno (attualmente è il primo ministro Eduarde Philippe), e chi sarà il nuovo ministro, e secondo il portavoce è solo “questione di pochi giorni”. «Come previsto dalla Costituzione – ha proseguito Griveaux – il Primo Ministro formulerà delle proposte, e l’interim di Édouard Philippe è perfettamente sostenibile». Il portavoce ha poi concluso dicendo che non c’è bisogno di “spaventare i nostri concittadini”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“CASO BENALLA HA INFLUITO”
Arrivano le prime analisi dalla Francia sulla situazione del governo di Emmanuel Macron, che deve fare i conti con le dimissioni del ministro dell’Interno Gerard Collomb. Nicolas Chapuis, giornalista di Le Monde, ha sottolineato: “Perché Macron ha rifiutato le dimissioni in un primo momento? Il Capo dello Stato non voleva che gli fosse dettato l’ordine del giorno e voleva evitare di dare l’impressione di reagire sotto pressioni. Dopo le dimissioni di Nicolas Hulot, voleva evitare la perdita di un altro ministro: sapeva che poteva essere interpretato come un segno di una profonda crisi ai vertici dello stato”. Sulla possibile influenza dell’affaire Benalla ha sottolineato: “Ha chiaramente danneggiato il rapporto tra i due: Collomb decise di ritirarsi nel corso dell’audizione, per evidenziare di non essere stato messo al corrente della vicenda”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
I POSSIBILI SOSTITUTI
Ed ora scatta la domanda: chi sostituirà Gerard Collomb nel ruolo di ministro dell’interno francese? Il presidente Emmanuel Macron ha affidato l’incarico temporaneamente al primo ministro Eduarde Philippe, in attesa di individuare una figura di spicco che possa prendere in mano l’eredità del degno predecessore. Fra i nomi caldi, come riferiscono i media transalpini, vi sarebbe quello di Christophe Castaner, portavoce del governo lo scorso anno, e uomo vicino al premier. Un’altra ipotesi, orientata a destra, è quella che porta a Gerarld Darmanin, attuale ministro dei conti pubblici, impegnato però nella finanziaria 2019. Attenzione anche all’idea Frederic Pechenard, ex capo della polizia nazionale in viso a Sarkozy, attuale vicepresidente della regione Ile-de-France. Infine, circola il nome di Jean-Michel Fauvergue, procuratore di Parigi. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ADDIO A COLLOMB
Prosegue l’emorragia ai piani alti del governo Macron. Nelle scorse ore il presidente della Francia ha perso un altro pezzo, leggasi il ministro dell’interno Gerard Collomb. Dopo che Nicolas Hulot, considerato da sempre il braccio destro del patron transalpino, ha abbandonato la nave, tocca ora ad un altro pilastro dell’esecutivo lasciare da solo Emmanuel. In un’intervista ai microfoni de Le Figaro, il ministro uscente ha motivato così le sue dimissioni: «Ho fatto tante cose al ministero – racconta – Ma ora non voglio che la mia futura candidatura possa turbare il funzionamento del dicastero più importante di Francia». Probabilmente Collomb ha sentito troppa pressione su di se, visto che la Francia risulta ancora essere uno dei paesi maggiormente presi di mira dal punto di vista terroristico.
SI CANDIDERA’ A LIONE
«Serve chiarezza rispetto ai nostri concittadini e chiarezza rispetto ai cittadini di Lione», ha proseguito l’ex ministro dell’interno francese a Le Figaro. Secondo alcuni, il suo addio lo si deve alla volontà dello stesso di candidarsi a Lione, città di cui è già stato sindaco dal 2001 al 2017, in vista delle elezioni comunali in programma nel 2020. Collomb era da sempre considerato uno dei grandi saggi del governo Macron, figura esperta che avrebbe dovuto fare da insegnante alle nuove leve. L’incarico di ministro dell’interno è stato affidato ad interim al premier Edouard Philippe.