E’ disastroso il bilancio sull’isola Sulawesi, in Indonesia dopo la devastazione degli ultimi giorni dovuta alle continue scosse di terremoto e allo tsunami. I morti sono più di 1.400 ma a tale gravissimo bilancio vanno aggiunti i feriti e i dispersi. In Indonesia i soccorsi fanno fatica ad arrivare a causa delle vie di comunicazioni distrutte, e le persone stanno quindi assaltando i negozi, con le autorità che hanno arrestato ben 92 persone negli ultimi giorni. In particolare i ladri razziavano carburante, ruote e attrezzi per l’agricoltura nelle capitale provinciale, Palu, e in periferia. Nel frattempo Save the Children ha diramato un appello circa l’elevato rischio di diffusione di malattie fra coloro che hanno perso la propria abitazione, e sono quindi costretti a vivere in rifugi di fortuna o in centri di evacuazione sovraffollati: «Ci sono macerie e immondizia ovunque – le parole di Tom Howells, Direttore Operativo di Save the Children in Indonesia – ed è difficile per le famiglie mantenere gli standard igienici minimi, senza tener conto della difficoltà di accedere al cibo e all’acqua pulita per i bambini e i neonati». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL COMUNICATO DELLA CHIESA
Continua l’emergenza in Indonesia dove i morti a seguito dai terremoti e dello tsunami sono saliti a quota 1.424 più centinai fra dispersi e feriti. A questo bilancio, già tragico, vanno aggiunti i 70mila rimasti senza casa, e i 600mila bambini coinvolti, come annunciato da Save the Children. Una tragedia immane che ha toccato da vicino anche la Chiesa. Il Papa Francesco ha deciso di donare 100mila dollari per aiutare l’isola di Sulawesi “in questa prima fase di emergenza“. La somma destinata alla popolazione indonesiana, rappresenta «un’immediata espressione del sentimento di spirituale vicinanza – recita il comunicato diffuso dalla Chiesa – un paterno incoraggiamento da parte del Santo Padre nei confronti delle persone e dei territori colpiti. Verrà ripartita, in collaborazione con la Nunziatura Apostolica, tra le zone maggiormente toccate dalla catastrofe». Come ci tiene a far sapere la chiesa, il contributo spedito in soccorso agli indonesiani, è frutto «degli aiuti che si stanno attivando in tutta la Chiesa cattolica e che coinvolgono, oltre a varie Conferenze episcopali, numerosi organismi di carità». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
100MILA DOLLARI DA PARTE DEL PAPA
Un bilancio che, come previsto, va ad aggravarsi sempre di più: sono 1424 i morti certi che si sono registrati in Indonesia, dopo il terremoto di magnitudo 7.5 dello scorso venerdì al quale ha fatto seguito uno tsunami. Sono ancora centinaia le persone disperse, probabilmente ancora sepolte da fango e detriti, mentre si contatto 2550 feriti gravi e 70mila sfollati. Sono questi solo alcuni dei numeri della tragedia avvenuta nei giorni scorsi. Intanto sono già stati stanziati i primi importanti aiuti umanitari: la Commissione europea ha stanziato un milione e mezzo di euro per il terremoto in Indonesia: “Intendiamo aiutare per la rifornitura di beni di prima necessità come medicinali, cibo, acqua e ripari”, ha dichiarato il commissario Ue agli Aiuti umanitari Christos Stylianides, esprimendo la sua solidarietà alle vittime ed alle loro famiglie. Dalla Svizzera arriveranno pannelli solari, apparecchiature adibite alla produzione di cloro da impiegare come disinfettante e che permetteranno di avere presto acqua potabile, mentre da Papa Francesco arriva un contributo di 100mila dollari con i quali Bergoglio ha inteso esprimere “vicinanza e paterno incoraggiamento” alle persone colpite dal terremoto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
BILANCIO VITTIME SI AGGRAVA
Sono 1.424 i morti dopo il terremoto e lo tsunami che hanno colpito l’Indonesia, con 2.500 feriti. Il bilancio gravissimo, a testimonianza di una tragedia immane, rischia però di essere nuovamente da aggiornare, visto che le autorità parlano di centinaia di dispersi, sepolti sotto macerie e fango, o annegati in mare dopo l’onda anomala. Il personale di soccorso sta lavorando senza sosta per aiutare i bisognosi, ma le operazioni procedono a rilento a seguito della devastazione che ha colpito l’Indonesia, dove molte reti stradali sono andate distrutte. Di conseguenza si sono moltiplicati gli sciacalli, con la polizia che ha dovuto domare le folle sparando colpi di pistola in aria.
LA DENUNCIA DI SAVE THE CHILDREN
Stando a quanto denunciato da Save the Children, vi sarebbero circa 600mila bambini colpiti dal sisma, molti di loro rimasti orfani o comunque separatisi dai genitori a seguito del caos creatosi dopo i terremoti e lo tsunami. Sono più di 70mila invece gli sfollati, i residenti che sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni, inagibili a seguito dei gravi eventi verificatisi. Sembra per ora sotto controllo, infine, l’eruzione del vulcano Soputan, che ieri ha emesso un’alta colonna di fumo e ceneri, allertando le autorità e la popolazione locale.