Ha ricevuto uno sconto sulla pena in Appello la donna che nel giugno 2016 accoltellò e ferì gravemente il marito disabile dopo una violenta lite avvenuta in una villetta turistica di Bellaria Igea Marina, vicino a Rimini. I giudici della Corte di Appello di Bologna hanno riconosciuto alcune decisive attenuanti riducendo l’iniziale condanna in primo grado di 5 anni a poco meno della metà con l’Appello di oggi, ovvero due anni e 4 mesi ancora di carcere. L’uomo, un 53enne italiano residente a Monza con la moglie, era stato colpito al torace per fortuna non in modo da compromettere la stessa esistenza: al loro arrivo i Carabinieri avevano trovato la donna completamente ubriaca e il marito in un bagno di sangue e l’hanno arrestata sul posto. Oggi però, dopo diverse perizie e testimonianze, arriva il mezzo dietrofront dei giudici che porta una decisa retromarcia sulla pena iniziale di 5 anni comminata in primo grado.
RICONOSCIUTI ABUSI E SOPRUSI SUBITI
giudici della Corte di Bologna hanno riconosciuto per la donna di origini asiatiche, difesa ‘pro bono’ dall’avvocato Matteo Sanzani, la prevalenza dell’attenuante superiore all’aggravante di aver accoltellato una persona disabile (l’uomo aveva perso le gambe in un precedente incidente stradale). «Il collegio ha anche ritenuto rilevante, nella decisione, il periodo accertato di soprusi e violenze, anche sessuali, che l’imputata aveva subito e hanno deciso per una pena di due anni e quattro mesi», ha riportato l’Ansa questo pomeriggio. Durante il processo è emerso che nel 2014, quando andarono a convincere, la moglie tentò addirittura tre volte il suicidio senza per fortuna mai andare fino in fondo; il marito in quei casi fu denunciato ma non se ne fece più nulla, fino a quel folle gesto di disperazione tentato dalla donna. Oggi la stessa 47enne è agli arresti domiciliari in una comunità nella provincia di Milano.