Il documento di 41 pagine che compone il testo del Decreto Genova bollinato dopo non pochi problemi dalla Ragioneria di Stato nella serata di ieri, è stato inviato oggi dal governo al Quirinale. Al suo interno però non ci sarebbe ancora il nome del commissario straordinario che dovrà essere indicato entro 10 giorni. All’art. 1 viene stabilito che Autostrade entro 30 giorni deve pagare “in quanto responsabile” dell’evento relativo al crollo del Ponte Morandi ma non può ricostruire. Proprio nelle carte della commissione ministeriale, spunta ora l’accusa alla concessionaria di aver ritardato la messa in sicurezza. Come spiega Repubblica, infatti, pare che nelle 62 obiezioni al progetto di ristrutturazione del ponte presentato da Autostrade nel 2017, sollevate da un ingegnere della stessa società, c’è la prova che gli uffici preposti erano a conoscenza che il viadotto non stava più in piedi. Con l’uscita del Decreto Genova, si è espresso anche il viceministro alle infrastrutture Edoardo Rixi, il quale si augura ora l’indicazione del nome del Commissario “in modo da recuperare tempo”. “Ci vuole un commissario operativo e bisogna cominciare subito le progettazioni per avere in poco tempo la quantificazione sul costo del ponte”, ha aggiunto ai microfoni di Radio Anch’io questa mattina. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL PONTE MORANDI SARÀ DISTRUTTO L’8 DICEMBRE?
Per Ennio Guerci portavoce del Comitato sfollati genovesi, parlando a radio Babboleo News, è un bene che il decreto sia arrivato in Quirinale, ma adesso basta con i ritardi e le false promesse. Come si sa, gli sfollati dell’area Ponte Morandi sono infuriati da tempo per il grave ritardo che è andato accumulandosi a fronte di promesse assurde come “la distruzione del ponte in un mese e la ricostruzione immediata”. A Genova, dove le persone sono più informate di quanto lo siano i giornali, si parlerebbe anche di una data precisa per la distruzione di quel che resta del Ponte: l’8 dicembre. Nessuna informazione invece sull’inizio dei lavori per il nuovo viadotto. La pazienza è poca, ha detto ancora Guerci. Fa soprattutto infuriare il fatto che a differenza ad esempio dei luoghi terremotati, a Genova le famiglie colpite non è stata prevista la sospensione degli adempimenti contributivi all’Inps per le attività commerciali (Agg. Paolo Vites)
ARRIVATA LA BOLLINATURA
E’ arrivata la bollinatura sul Decreto Genova. La Ragioneria dello Stato ha dato il suo ok al dl che di conseguenza finirà oggi in Quirinale per l’ultimo vaglio, quello del presidente della repubblica, prima della pubblicazione in Gazzetta. Ad annunciarlo è stato il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, che parlando da Bruxelles ha ammesso: «Mi ha scritto il premier Conte stanotte, è arrivata la bollinatura del decreto su Genova». La giornata di ieri è stata significativa da questo punto di vista, con la Ragioneria dello Stato che ha studiato per tutto il giorno le coperture economiche necessarie, approvando in nottata il decreto. A questo punto, come detto sopra, il testo sarà analizzato dal presidente Sergio Mattarella, che come ricorda Il Fatto Quotidiano, ha garantito negli scorsi giorni che non starà fermo più del dovuto. Affinché il ponte Morandi venga demolito e quindi ricostruito, dovranno comunque passare almeno altri 60 giorni, il tempo necessario per avere i risultati dell’incidente probatorio. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
QUANDO IN QUIRINALE?
E’ giallo sul Decreto Genova. Il famoso dl sarebbe ormai pronto da ore, se non da giorni, ma solamente a parole. Doveva arrivare ieri al Quirinale per poi essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ma del decreto non vi è ancora traccia e anche all’interno del governo si domandano che fine abbia fatto. «Lo sto aspettando – le parole rilasciate dal ministro dell’interno, Matteo Salvini, riportate da TeleNord – come lo stanno aspettando i genovesi, non ho capito in giro per quale ministero sia, ma arriverà». Il leader del carroccio non si sa spiegare tale ritardo: «Non do colpe – afferma – a me pagano per risolvere i problemi e se manca qualche milione di euro di copertura daremo una mano a tutti gli altri». Un vero e proprio mistero visto che il decreto è stato approvato dal cdm ormai due settimane orsono, ma mancherebbe l’ok della Ragioneria di Stato, dubbia in merito alle coperture finanziare. Intanto montano le proteste degli sfollati di Genova, che ieri hanno raggiunto la casa di Beppe Grillo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ALTRE PAROLE DI TOTI
Potrebbe essere questo il giorno decisivo per l’arrivo del cosiddetto Decreto Genova al Quirinale per le firme, come annunciato dal vicepremier Luigi Di Maio e, seppur con sfumature diverse, anche dal Ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. Ma a fare pressione continua sul Governo non c’è solo la protesta degli sfollati ma pure quella del Governatore della Liguria, Giovanni Toti, che ha dato il suo benestare alla svolta a patto che “il testo non cambi” e che quello partorito finalmente dall’esecutivo gialloblu non sia “un decretino”: a detta dell’esponente di Forza Italia, infatti, la speranza è che quanto deciso durante gli incontri a Palazzo Chigi non venga disatteso, nell’attesa della firma del Presidente della Repubblica. “Non potremmo spiegarlo agli imprenditori e alle famiglie che stanno sopportando tutto il peso di questa tragedia” ha ammonito Toti che poi ha anche detto la sua sulla nomina del supercommissario per la ricostruzione: “Avrà poteri biblici, non solo in materia giuridica ma anche politica”. (agg. di R. G. Flore)
TOTI, “TESTO NON CAMBI”
Il Decreto Genova sarà firmato oggi o, al massimo, entro venerdì dal Quirinale. Lo ha assicurato il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, dopo le polemiche degli ultimi giorni. Lo stesso vicepremier Luigi Di Maio nelle scorse ore aveva dichiarato che il provvedimento potrebbe essere inviato già oggi al Colle. Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, intanto ha chiesto al ministro Toninelli di sbloccare i fondi – 1,1 miliardi di euro – per il Terzo Valico. «Se non accadesse, sarebbe devastante sia per il sistema ligure sia per le aspettative dell’opinione pubblica», ha dichiarato il governatore in conferenza stampa. Inoltre, ha espresso il desiderio che «non sia modificato l’impianto concordato con il governo, con tutti gli aiuti e i sostegni previsti per il porto, il gettito Iva, gli aiuti alle imprese e agli sfollati, la viabilità». Per quanto riguarda il Decreto Genova, Toti si è detto sicuro che verrà esaminato con cura dal Capo dello Stato Mattarella. (agg. di Silvana Palazzo)
FUGA DI NOTIZIE SULLE COPERTURE: TUTTA COLPA DEL MEF?
C’è un giallo dietro alle indiscrezioni diffuse ieri in merito alla mancanza delle coperture economiche necessarie per approvare il famoso decreto Genova. Come scrive l’edizione online de La Stampa, Di Maio e Conte non avrebbero preso affatto bene le indiscrezioni emerse, forse fatte uscire ad hoc da parte del ministero dell’economia e della finanze, quasi come fosse una ripicca nei confronti del noto audio di Rocco Casalino. «Perché da via XX settembre hanno fatto uscire quelle indiscrezioni?», quanto avrebbe proferito il vice presidente del consiglio, Di Maio, che ha considerato appunto la fuga di notizie una sorta di dispetto, nato probabilmente, prosegue La Stampa, da un’idea di Daniele Franco, il ragioniere dello Stato che viene nominato dal portavoce del premier Casalino nella famosa intercettazione di cui sopra. Insomma, il decreto Genova ha confermato, a discapito delle smentite di rito, l’ennesima frizione interna al governo fra i 5 Stelle e il mef: si chiuderà mai questa diatriba? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LA DENUNCIA DI BOITANO
Il decreto Genova arriverà oggi in Quirinale. L’annuncio è arrivato direttamente da Luigi Di Maio, a conferma di un decreto legge ormai prossimo ad essere pubblicato in Gazzetta. Nel frattempo sono passati più di 40 giorni dal crollo del viadotto Morandi, troppi secondo il consigliere regionale della Liguria, Giovanni Boitano. Come pubblicato da Levantenews, il consigliere si lamenta per i tempi eccessivi con cui si sta muovendo il governo: «A fronte di un immane disastro – scrive – e per rispetto di quanti hanno perso la via ho sempre preferito tenere un profilo basso e lasciare lavorare le istituzione nella convinzione che avrebbero al meglio espletato il loro compito, ora non è più possibile tacere». Secondo Boitano «Il “Decreto Genova” e la nomina del Commissario è ormai fuori tempo massimo. Per Genova, i suoi cittadini, le istituzioni locali – conclude – è giunto il momento di farsi sentire». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
A BREVE IL COMMISSARIO
Il decreto Genova è pronto e oggi passerà al vaglio del Quirinale. Ad annunciarlo questa mattina presto è stato il vice-presidente del consiglio, Luigi Di Maio, parlando a Radio Capital durante la trasmissione Circo Massimo. Lo step successivo sarà la nomina del super commissario con poteri straordinari in merito a tutto ciò che concernerà la demolizione del Morandi, la costruzione del nuovo viadotto, e l’emergenza sfollati: «Sarà nominato subito dopo che il decreto sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale – assicura il ministro del lavoro e dello sviluppo economico – il nome? Ci stiamo lavorando e lo saprete a brevissimo. Il nuovo commissario – ha aggiunto – avrà tutti i poteri per chiamare l’azienda migliore e fare il prima possibile». Per quanto riguarda l’azienda incaricata di costruire il nuovo ponte progettato da Renzo Piano (che dovrebbe essere pronto a cavallo fra il 2019 e il 2020), Di Maio non ha nascosto la propria preferenza, ribadendo il pensiero degli ultimi tempi: «Fincantieri potrebbe essere una buona opzione». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DECRETO GENOVA OGGI AL QUIRINALE
E’ in dirittura d’arrivo il decreto Genova. L’insieme di direttive straordinarie necessarie per demolire il Morandi, gestire la crisi post-crollo, e iniziare la ricostruzione del ponte, andrà oggi in Quirinale, come annunciato dal ministro del lavoro, Luigi Di Maio. Parlando ai microfoni di Radio Capital ha ammesso: «In giornata il decreto va al Quirinale, deve andare al Quirinale. E’ stato scritto tanti giorni fa ed è pronto». Nella giornata di ieri sono circolate numerose voci sul decreto in questione, con la Tesoreria di Stato che pare avesse bocciato lo stesso dl per via delle incertezze legate al reperimento dei fondi, ma Di Maio ha voluto smentire tale scenario e precisare: «E’ stata data una interpretazione che il ministero dell’Economia voleva fermarlo, in realtà entro stanotte la ragioneria dovrebbe bolinarlo». A conferma di tale scenario, la nota diramata dalla presidenza del Consiglio: «Gli interventi in conto capitale sono integralmente finanziati. Parimenti, quelli di parte corrente sono integralmente finanziati per il 2018 e, in parte, per gli anni successivi. Per la parte residua, sarà data copertura nella prossima legge di bilancio, che sarà presentata al Parlamento il 20 ottobre».
AUTOSTRADE PER L’ITALIA ESTROMESSA
Ancora una volta viene sottolineata l’estromissione di Autostrade per l’Italia dal progetto di demolizione e ricostruzione (“senza dare la possibilità – spiega Di Maio – di dare ad autostrade di mettere una pietra”): in poche parole Aspi ci metterà solo i soldi e poi starà a guardare. La situazione di Autostrade si è ulteriormente complicata nelle ultime ore, a seguito di una relazione commissionata dal Mit che sottolinea le responsabilità importanti (smentite dalla stessa Aspi) della stessa azienda sulla caduta del ponte: «Quella relazione – spiega ancora il vice-premier – ci apre una prateria per revocare la concessione. In quella relazione c’è scritto che autostrade aveva la responsabilità Ed è stata la responsabile per la distruzione del ponte». A questo punto non ci resta che attendere l’ufficialità del decreto Genova e l’inizio della messa in moto dell’imponente macchina organizzativa che avrà l’obbligo di far rialzare il capoluogo ligure.