Paolo Savona, ministro degli Affari Europei, è stato intervistato da Lucia Annunziata nel suo programma di Rai Tre “In mezz’ora in più”. Il ministro ha sottolineato il fatto che il Belpaese rischia fratture con l’Europa se non verrà attenuata la dottrina dell’austerità. A luglio, lo stesso ministro, presentò in Parlamento un piano per far uscire l’Italia dalla crisi: “Oggi la frattura con l’Europa non c’è e spero non si sia mai, ma i rischi di una frattura ci sono. Spero che l’Europa abbia un guizzo di vitalità e mandi all’Italia un messaggio che non è guardiano della stabilità, ma dello sviluppo nella stabilità. I due elementi devono camminare insieme, altrimenti il sistema comincia a degradare”. Ma Savona ha parlato anche del problema relativo alla crescita: “Se in questo momento l’Italia ottemperasse agli accordi presi dai precedenti governi rispettando lo 0.8% del Pil, noi avremmo una caduta del reddito che pare nell’ordine di mezzo punto, questa non può essere accettata. Ma non dall’Italia, non dovrebbe essere accettata dall’Europa. Se c’è una caduta del reddito che implica caduta dell’occupazione, l’Europa deve dare una risposta“.
SERENITA’ TRA CONTE, SALVINI E DI MAIO
Savona, intervistato da Lucia Annunziata, ha voluto sottolineare anche il fatto che non esista nessun tipo di conflitto all’interno del gruppo di lavoro a capo del nostro Paese, quindi tra premier Conte, vicepremier Salvini e Di Maio, anche in riferimento alla manovra. “C’è molta armonia anche se poi fuori trovo scritto che c’è disarmonia, cosa che non capisco. Mi sarei atteso posizioni più dure nel lavorare su questi temi. Non c’è alcun conflitto fra i tecnici e i politici, e io credo molto nella capacità di mediazione del premier Conte“. Ritornando al discorso sull’Euro, il piano per l’Europa del ministro agli Affari europei Paolo Savona è arrivato sul tavolo di Bruxelles. Lo ha confermato il ministro: “La segreteria di Juncker ha dichiarato che il mio documento è arrivato. La risposta prende tempo ma deve avvenire”. Non esiste comunque un piano B del governo per uscire dall’euro, ma “un gruppo dirigente serio deve essere preparato a ogni evenienza”. E ha aggiunto: “Non spetta ai tecnici decidere cosa fare ma alla politica, sarà il Parlamento a decidere cosa fare. Ma un gruppo dirigente serio deve essere preparato a ogni evenienza”.