Scoppia l’allarme legato all’alcol in Italia anche in correlazione al comportamento dei giovani. Tra questi il drink è di fatto un vero e proprio rito iniziatorio che inizia addirittura a 11 anni. Spesso il bere diventa un modo anche per farsi accettare da gruppi di ragazzi e per provare a sentirsi più grandi. I dati riportati dalla recente ricerca Eurispes evidenzia come addirittura il 52.8% dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni abbiano iniziato a bere entro i 14. Rispetto al passato poi è radicalmente calato il numero degli astemi che sono oggi appena 2 su 10. Il problema centrale rimane quello della scarsa informazioni, con l’alcol che non mostra subito i gravi danni che può portare al fisico e al cervello. Iniziare a bere diventa quindi per un ragazzo giovane come una sorta di rivalsa sociale nei confronti magari di ragazzi più grandi a cui è più facile accedere al mondo degli adulti. Rimane poi incredibile riuscire a capire come quello che è poco più di un bambino riesca ad accedere a bevande che non dovrebbero essergli accessibili. (agg. di Matteo Fantozzi)
Alla guida dopo aver “alzato il gomito”
L’alcol fa più morti delle sigarette e della droga se si considerano anche le persone decedute per guida in stato d’ebrezza oltre a omicidi e suicidi collegati all’atto del bere. Dalle recenti ricerche emergono dei dati molto preoccupanti, come quello che ci dice che il 40% degli intervistati che hanno superato la maggiore età ammettono di essersi messi alla guida anche dopo aver “alzato il gomito”. Non solo a questi si aggiunge un decimo dei più giovani che non ancora in età da patente guidano però motorini fin dai quattordici anni. Gli italiani però puntano il dito contro lo Stato, visto che sono ben otto su dieci quelli che sottolineano come questo abbia fatto fino a questo momento poco per contrastare il fenomeno dell’alcolismo. Ciò che c’è di positivo è legato alla mentalità degli italiani che sta rapidamente cambiando con il 60% degli intervistati favorevoli a un cambiamento anche per quanto riguarda la regolamentazione del consumo delle bevande alcoliche, con dei limiti e dei controlli ben più severi degli attuali. (agg. di Matteo Fantozzi)
435mila persone ucciste in 10 anni
L‘alcol in Italia ha ucciso ben 435mila persone tra il 2008 e il 2017, superando addirittura le sigarette e la droga. L’alcolismo è una patologia molto sottovalutata e in grado di creare una dipendenza ancor maggiore delle altre sostanze. L’Osservatorio permanente Eurispes-Enpam ha pubblicato uno studio dal titolo “Indagine sull’alcolismo in Italia. Tre percorsi di ricerca” che ha raccolto le morti degli ultimi dieci anni per incidenti, suicidi, omicidi e malattie legate appunto all’alcol. Sono ben sei su dieci gli italiani che associano il bere al relax e a momenti spensierati, mentre solo un quarto lo avvicina a un mondo negativo fatto di fuga dai problemi e di perdita del controllo. Anche medici e studiosi sono divisi su questo particolare mondo con 4 specialisti su 10 che ritengono come gli alcolisti non possano essere messi in delle categorie. Secondo 3 su 10 invece si tratta di soggetti depressi o comunque in difficoltà. Il 23.5% parla di persone socialmente inserite e solo il 5.3% ci persone sbadate.
Allarme tra i giovani
Sono sempre più anche i giovani che bevono e tra questi si è abbassata anche l’età media del primo bicchiere. L’alcolismo è dunque un problema che prescinde dall’età e dal sesso, anche se ovviamente sono diverse le proporzioni tra una categoria e l’altra. Oltre la metà dei soggetti tra gli 11 e i 19 anni hanno bevuto il loro primo bicchiere di alcol tra gli 11 e i 14 anni. Il 51.6% beve “qualche volta”, mentre l’8.2% addirittura “spesso”. Tra i ragazzi la bevanda alcolica più consumata è la birra, dopo troviamo in seconda battuta il vino, gli shot e i superalcolici. La maggior parte di questi beve fuori casa tra pub e discoteche, mentre sono il 20% quelli che si concedono anche un bicchiere a tavola. Iniziare presto non può che essere un’aggravante in grado di portare in maniera più rapida a cadere in una vera e propria patologia.