Ospite della prossima puntata di S’è fatta notte, Valeria Imbrogno racconta il dramma di dj Fabo. Nel 2017, suo malgrado, è diventata un personaggio pubblico grazie al suo fidanzato. Fabiano Antonioni – questo il suo vero nome – rimase cieco e tetraplegico a seguito di un incidente. Insieme optarono per il suicidio assistito, avvenuto dopo il viaggio della morte verso una clinica svizzera. A 40 anni Fabo ha perso la vita. Oggi Valeria racconta la sua storia d’amore, un legame lungo 25 anni che ha sfidato sofferenze, dolori e morte. Non solo: nella sua vita attuale vanta i successi sul ring, ultimo dei quali la vittoria del mondiale. “In realtà non ho mai smesso di allenarmi”, racconta a IoDonna, “difficile dire dove finisca Valeria e dove inizi la pugile, ho deciso di tornare a battermi perché sentivo che era il momento giusto. La mia ultima battaglia, quella con la morte, l’ho persa”.
VALENTINA IMBROGNO E IL LIBRO “PROMETTO DI PERDERTI”
“Il pugilato mi ha aiutata ad affrontare quello che mi è successo, Fabiano ma anche il suicidio di mio padre. Ci vogliono razionalità e perseveranza, se non sei lucida, nel pugilato, di pugni ne prendi di più”. Poi passa al racconto del fidanzato: “Da quando Fabiano è andato via mi ripeto che devo fermarmi, ma non sono ancora riuscita a prendermi un po’ di tempo per me. Senza di lui mi annoio, trovo le persone banali. In questo anno ho fatto molte cose, subito sono partita per l’India per fare ciò che lui mi aveva chiesto di fare, poi sono andata ad Haiti. Al ritorno ho iniziato ad allenarmi, seguo il progetto Pugni Chiusi, nel carcere di Bollate, ho scritto il libro Prometto di perderti e ho seguito un progetto con ragazzi egiziani, assieme a una cooperativa. Sono stanca appena passa il 28 giugno vorrei andare un po’ in vacanza. Anche se dopo una settimana che sono ferma, smanio”.
“NESSUN ALDILÀ”
Non è stato un percorso facile: “Psicologicamente non mi ha aiutata nessuno, ho cercato di gestire tutto quello che mi succedeva con gli strumenti che avevo e sono fiera di avercela fatta, di essere riuscita a mantenere i piedi per terra, a restare salda e razionale. Io non credo nell’Aldilà, credo nella scienza e basta. Nell’ultimo anno credo di essere cambiata, inconsciamente ho acquisito una delle caratteristiche di Fabiano. Ora sono meno tollerante, sono come era lui, o è bianco o è nero, o sei mio amico o mio nemico. Non mi piacciono le mezze misure, ho notato che le scelte nette mi fanno stare bene, sicuramente meglio di come stavo prima”.