Il minorenne che ha freddato il 16enne Giuseppe Balboni sostiene di aver portato con sé la pistola del padre, una calibro 38, e le munizioni per difesa. Come riportato da Il Fatto Quotidiano, agli inquirenti il killer ha raccontato di temere che la discussione con la vittima su un piccolo debito di droga sarebbe potuta degenerare al punto di mettere a repentaglio la sua incolumità. Ma è stata proprio la decisione di portare con sé l’arma da fuoco che è valsa da parte del pm della Procura per i minorenni di Bologna, Alessandra Serra, l’aggravante della premeditazione oltre a quella dei futili motivi e dell’occultamento di cadavere. Stando a quanto riferito da Il Resto del Carlino, era da diversi giorni che Balboni raccontava in giro di avercela con quello che sarebbe poi diventato il suo killer. (agg. di Dario D’Angelo)
UCCISO PER UN DEBITO DI 50 EURO
E’ in corso in questi minuti l’udienza di convalida del fermo del killer di Giuseppe Balboni: dalle ore 14.00 i giudici e i familiari del ragazzo sono all’interno del Tribunale e verrà disposta anche la misura cautelare. Secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, sono ancora diversi gli elementi da chiarire, compreso il movente: potrebbe essere stato un debito di 50 euro a scatenare il violento scontro tra i due, con il 16enne di Zocca ucciso con due colpi di pistola in volto. Ma c’è di più, sottolinea l’inviato de La Vita in Diretta: secondo fonti investigative, Giuseppe Balboni si sarebbe presentato all’incontro risultato poi fatale armato di coltello. L’arma da taglio è tra i reperti. Attesi aggiornamenti dall’udienza di convalida del fermo, con l’omicida che fino a questo momento ha raccontato una versione che cozza con quella della Procura. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL PADRE DEL KILLER SARA’ DENUNCIATO
Delitto premeditato, l’aggravante dei futili motivi e l’occultamento di cadavere: questi reati che verranno contestati al killer di Giuseppe Balboni.Ieri sono giunti i risultati dell’autopsia: il giovane di Tiola è stato ucciso da due colpi di pistola al viso, sparati da distanza ravvicinata. E’ prevista per oggi l’udienza di convalida per il coetaneo sottoposto a fermo, con il padre del killer che sarà denunciato per omessa custodia dell’arma. Nel frattempo è grande dolore sui social per la scomparsa di Giuseppe Balboni, con Il Resto del Carlino che ha riportato una serie di post pubblicati nelle ore della scomparsa e successive alla sua morte: “Hai fatto un mare di ca…ate, ma ciò non doveva impedirti di continuare a vivere”, “Non te lo meritavi”, “Nessuno ti giudica, sei il mio eroe”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
KILLER HA TENTATO DEPISTAGGIO?
Ci sarebbero banali screzi tra coetanei, probabilmente per un piccolo debito legato alla droga alla base dell’omicidio del 16enne di Zocca, Giuseppe Balboni. Con il passare delle ore si starebbe delineando sempre di più il movente del delitto avvenuto sulle colline bolognesi ad opera di un suo coetaneo con il quale il 17 settembre, giorno della sua morte, Giuseppe aveva un appuntamento. Al termine dell’autopsia compiuta sul suo cadavere è stato possibile definire anche le modalità di uccisione: due colpi di pistola esplosi da distanza ravvicinata in volto e che ne avrebbero causato la morte quasi sul colpo. E’ quanto rivela LaPresse in merito all’assurdo delitto del giovane, scomparso una settimana prima del macabro ritrovamento. Per giorni lo avevano cercato ovunque anche con i cani e dopo il ritrovamento dello scooter era stato rinvenuto anche il suo portafoglio in un campo a pochi chilometri di distanza. Non si esclude che possa essere stato proprio il suo assassino a portarcelo, in un tentativo di depistaggio. Per domani è prevista l’udienza di convalida del fermo per il 16enne. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
AVVOCATI DEL KILLER: “LEGITTIMA DIFESA”
Giungono rilevanti novità sul caso dell’omicidio di Giuseppe Balboni, il ragazzo di Tiola ucciso da un amico con la pistola del padre. Nelle ultime ore si è parlato di un possibile debito di droga, con una violenta lite culminata nel tragico delitto: una delle piste vagliate dagli investigatori e assolutamente non da escludere. Come sottolineato da La Vita in Diretta, l’ipotesi della difesa del killer è legata alla legittima difesa a seguito di un litigio per futili motivi, una delle aggravanti contestate dalla Procura. I due erano amici ma tutti e sono stati descritti come dei ragazzi difficili, tra di loro potrebbe essere scoppiato un violento litigio finito con un omicidio efferato e premeditato. La Procura però è di tutt’altro avviso. Intervistato dal programma di Rai 1, un amico di Giuseppe ha commentato: “Lo conoscevo di vista, mi aveva chiesto ripetizioni di cucina. E’ sempre stato felice e solare, non mi è mai sembrato un ragazzo con questo tipo di problematiche. Ora il clima è di tensione, siamo tutti molto dispiaciuti per quello che è successo”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“ERA IN UN BRUTTO GIRO, MA…”
Il ritrovamento del corpo senza vita di Giuseppe Balboni e la confessione del killer (un ragazzino di un anno solo più grande di lui) chiudono il caso sulla drammatica morte di Giuseppe Balboni ma adesso gli inquirenti dovranno indagare su quel “giro” di cui oggi parlano gli amici di scuola, sconvolti come la ex fidanzata della vittima da una esecuzione così efferata e legata a vicende di droga. “Lo sapevamo tutti che quelle che frequentava erano cattive compagnie e glielo avevamo pure detto ma lui non ci ascoltava” è il coro dei suoi compagni che spiegano anche di aver provato a salvarlo e di metterlo in guardia: ma, come è emerso nelle ultime ore, tutti sapevano del giro di droga in cui era rimasto coinvolto Giuseppe ma quello che ha sorpreso è stata la freddezza del killer, una persona che la vittima considerava suo amico e che invece l’ha freddato con la pistola di proprietà del padre al termine di una lite. (agg. di R. G. Flore)
HA CONFESSATO L’ASSASSINO
E’ morto Giuseppe Balboni, il 16enne scomparso di casa lunedì 17 settembre. Aveva lasciato la propria abitazione nel modenese, precisamente a Zocca, poco dopo le 6:00 del mattina, salutando così per l’ultima volta i genitori. Peccato però che il giovane adolescente da quel giorno non abbia più fatto rientro in casa. Il padre e la madre si erano lanciati in un disperato appello sui social che aveva portato all’individuazione dello scooter di Giuseppe, un Phantom f-12 della Malagutti di colore rosso, ritrovato a Castello di Serravalle, in provincia di Bologna. Ed è proprio in questo paese del bolognese che ieri è stato recuperato anche il cadavere del 16enne, ucciso con un colpo di pistola. Clicca qui per il nostro precedente approfondimento sulla morte di Giuseppe
LA SCRITTA SU INSTAGRAM
A confessare l’omicidio è stato un 17enne, un presunto “amico” della vittima. I due si dovevano incontrare per via di un piccolo debito contratto a seguito di un giro di droga, ma il vis-a-vis deve essere degenerato, e di conseguenza il baby killer ha estratto l’arma precedentemente sottratta al padre (portata con se per il timore di subire una violenza), ed ha fatto fuoco: un colpo che ha centrato in pieno il torace di Giuseppe, e che gli è costato la vita. L’omicida ha quindi preso il cadavere e l’ha gettato in un pozzo poco distante dalla sua abitazione, ed ha in seguito camuffato lo scooter con delle foglie secche. Un assassino che è avvenuto il 17 settembre, il giorno della stessa scomparsa di Giuseppe. Inquietante quanto scritto sul proprio profilo Instagram dalla vittima 16enne: “Se mi volete morto a fila è lunga”.