Banca Etruria, pm chiede archiviazione Pierluigi Boschi e CdA: accusati di falso prospetto, secondo la Procura di Arezzo non ingannarono i risparmiatori. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il padre dell’ex ministro Maria Elena Boschi ha vinto il primo round della vicenda giudiziaria di Banca Etruria: chiesta l’archiviazione dell’ex consigliere di amministrazione dall’accusa di falso prospetto e di ricorso abusivo al credito. La vicenda risale al 2012 ed ha avuto ampio risalto mediatico per la parentela d’eccezione con l’ex ministro del governo Renzi. Il pubblico ministero ha invece chiesto il rinvio a giudizio di Giuseppe Fornasari, Luca Bronchi e David Canestri, rispettivamente presidente, direttore generale e funzionario dell’istituto bancario all’epoca dei fatti. Pierluigi Boschi non esce dall’inchiesta: il padre di Maria Elena è infatti ancora coinvolto in altri quattro filoni dell’intricata inchiesta della procura toscana. L’ex consigliere di amministrazione è accusato di bancarotta, mentre è stato ‘scagionato’ dall’accusa di aver ingannato i destinatari del prospetto bancario per fare loro acquisire delle obbligazioni, occultando però dati e notizie sul reale stato patrimoniale dell’istituto bancario.
CHIESTI TRE RINVII A GIUDIZIO
Roberto Rossi, procuratore capo di Arezzo, era stato già ascoltato dalla commissione d’inchiesta parlamentare ed aveva fatto capire che aveva chiesto il proscioglimento per il reato di falso in prospetto. Una richiesta che aveva scatenato bagarre politica, Attesi aggiornamenti sulle posizioni di Bronchi, Fornasari e Canestri: come riportato da Il Sole 24 Ore, per loro viene sottolineata la volontà di “esporre false informazioni rappresentando fattori di rischio non adeguati alla natura del prodotto finanziario offerto…occultavano dati e notizie sulla situazione patrimoniale e finanziarla, omettendo di rappresentare le criticità in particolare in merito alla posizione di liquidità rilevate da Banca d’Italia…in modo di indurre in errore i destinatari sul prodotto finanziario offerto, sui relativi diritti e sul costo effettivo tenuto conto della classificazione quale prodotto di rischio medio, del tasso di remunerazione basso e proprio di investimenti conservativi, dell’assenza di specifiche indicazioni sulla scomposizione del titolo e sul fair value”.