CONTE DIFENDE LA SCELTA DEL GOVERNO
Giuseppe Conte difende l’idea di varare la riforma delle pensioni all’interno della Legga di bilancio. “La riforma della Fornero, come avete visto dai sondaggi, è forse la più ‘amata’ nei sondaggi, ma non è il problema di rispondere a quello che è un sondaggio, è di rispondere alle ingiustizie che la legge Fornero ha creato di punto in bianco nella vita lavorativa di tanta gente. Intervenire quindi adesso significa realizzare un impegno scritto nel contratto di governo”, ha detto il Premier ai giornalisti a Firenze. Secondo quanto riportato da Italpress, Conte ha spiegato che l’obiettivo è quello di “costruire una revisione della Fornero che consenta nello stesso tempo, perché abbiamo un impatto positivo sul meccanismo occupazionale, e sul sistema produttivo italiano, di prevedere che mano mano che i pensionati andranno anticipatamente in pensione, entreranno non un giovane ma la proporzione sarà uno a due”.
DI MAIO A BANKITALIA: “SE VUOLE FORNERO SI CANDIDI”
Non è tardata ad arrivare la replica di Luigi Di Maio a Bankitalia, che nelle scorse ore ha criticato la decisione del governo di superare la Fornero puntando su Quota 100 per l’uscita dal lavoro. «Se Bankitalia vuole un governo che non tocca la Fornero, la prossima volta si presenti alle elezioni con questo programma», ha dichiarato il leader del Movimento 5 Stelle e vicepremier. Di Maio ha colto l’occasione per attaccare nuovamente la riforma delle pensioni firmata dall’ex ministro del Lavoro, all’epoca del governo Monti: «Nessun italiano ha mai votato per la Fornero. È stato un esproprio di diritti e democrazia che viene rimborsato». Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ha concluso su Twitter: «Giustizia è fatta». E a Bankitalia che chiedeva di non tornare indietro sulle pensioni ha risposto: «Indietro non si torna», ma in riferimento al piano del governo di superare la Fornero. (agg. di Silvana Palazzo)
SALVINI: NESSUNO CI FERMERÀ
Anche la Corte dei Conti, attraverso il suo Presidente Angelo Buscema, sottolinea che gli “interventi a favore dei trattamenti previdenziali e delle politiche di assistenza che puntino al contrasto della povertà devono essere adottati senza mettere a rischio la sostenibilità finanziaria del sistema”. Tuttavia Matteo Salvini fa capire che sulla riforma delle pensioni il Governo non farà marcia indietro. “Sulla riforma della Fornero niente e nessuno ci potrà fermare. Andiamo avanti tranquilli, l’economia crescerà anche grazie alla modifica della legge Fornero, un’opera di giustizia sociale che creerà tanti nuovi posti di lavoro”, sono le parole del vicepremier, secondo cui “quando tutti leggeranno la manovra, gli operatori economici seri scommetteranno sull’Italia. Non ho dubbio alcuno che l’Italia sia un paese stabile che tornerà a crescere. Questa è una manovra che inietta energia, soldi e posti di lavoro nel corpo del Paese, indietro non si torna”.
BANKITALIA: NO PASSI INDIETRO SU LEGGE FORNERO
La riforma delle pensioni che il Governo intende attuare non viene ben vista dalla Banca d’Italia. Durante l’audizione sulla Nota di aggiornamento del Def, il vicedirettore generale, Federico Signorini, ha infatti spiegato che, come la stessa Nadef riconosce, “le riforme pensionistiche introdotte negli ultimi venti anni hanno significativamente migliorato sia la sostenibilità, sia l’equità intergenerazionale del sistema pensionistico italiano. È fondamentale non tornare indietro su questi due fronti, soprattutto quando – come viene messo in evidenza dalle ultime previsioni di lungo periodo della Commissione europea sulla spesa connessa all’invecchiamento della popolazione – i rischi per la sostenibilità dei conti pubblici aumentano anche a causa del peggioramento delle proiezioni demografiche”. Inoltre, “le analisi disponibili sugli effetti delle riforme pensionistiche del passato non consentono di sostenere che nel medio-lungo periodo un aumento del tasso di occupazione dei lavoratori più anziani peggiori le prospettive occupazionali dei giovani”.
TRIA: CORREZIONE TEMPORANEA
Se il Fondo monetario internazionale suggerisce di preservare le passate riforme pensionistiche, Giovanni Tria, durante l’audizione alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, ha voluto spiegare che il sistema pensionistico attuale garantisce sì una stabilità finanziaria di lungo periodo, ma nel breve termine “frena il fisiologico turnover con i giovani che restano fuori e gli anziani che non possono uscire”. Il ministro dell’Economia, secondo quanto riporta Askanews, ha quindi spiegato che nella Legge di bilancio ci sarà una “temporanea ridefinizione delle condizioni per il pensionamento, la creazione di finestre specifiche” che permetteranno al mercato del lavoro di “stare al passo con i processi tecnologici e di accelerare il rinnovamento”. Di fatto quindi un modo per dare “spiegazioni” sul perché si intende dar vita alla Quota 100.
SINDACATI: QUOTA 100 NON BASTA
Cgil, Cisl e Uil hanno fatto un punto sulla Nota di aggiornamento del Def e complessivamente non è emerso un giudizio positivo. I sindacati confederali hanno quindi deciso di mettere a punto una piattaforma unitaria, a partire da lavoro, fisco e pensioni, da sottoporre agli esecutivi unitari e poi alla discussione degli attivi nei territori e delle assemblee nei luoghi di lavoro. Per quanto riguarda la riforma delle pensioni ipotizzata dall’esecutivo, secondo quanto riporta il sito di Rassegna sindacale, a giudizio di Cgil, Cisl e Uil Quota 100 rappresenta “una base di confronto, ma manca un riferimento sulla previdenza per i giovani e le donne e la separazione tra previdenza e assistenza”. Dunque la piattaforma unitaria conterrà anche riflessioni sul tema e il documento sarà poi presentato a Governo e Parlamento.
DAGLI ATTUARI SPINTA A RIVEDERE LEGGE FORNERO
Una riforma delle pensioni che introduce elementi di flessibilità nella Legge Fornero verrebbe accolta positivamente dall’Ordine degli Attuari. Dal loro punto di vista, come viene spiegato su pensionioggi.it, “la flessibilità in uscita e l’adeguamento dei requisiti pensionistici alla crescente aspettativa di vita possono essere eventualmente rivisti nella loro applicazione concreta inserendo meccanismi di gradualità, penalizzazioni o altro; guardando contemporaneamente anche all’importante vincolo rappresentato dalla disponibilità di adeguate risorse economiche nell’ambito del bilancio dello Stato”. Per gli Attuari una modifica al sistema pensionistico attuale sarebbe consigliata visti “gli effetti che la Legge Fornero ha prodotto per alcune categorie di persone a causa di un intervento eccessivamente drastico”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Il Governo continua a lavorare alla messa a punto della Legge di bilancio che conterrà anche interventi riguardanti la riforma delle pensioni. Se sembra certa l’introduzione della Quota 100, in molti mettono in dubbio che si possa anche varare la Quota 41, che i lavoratori precoci stanno chiedendo da diverso tempo di poter vedere vigente nel sistema pensionistico. Cesare Damiano sembra essere certo che non potranno esserci sia Quota 100 che Quota 41 nella manovra. Dal suo punto di vista, “gli input che arrivano dal Governo sono troppo confusi per capire quali saranno le proposte reali sui capitoli fondamentali, e ogni giorno c’è un annuncio nuovo. Quello che balza agli occhi è che non ci sono risorse per gli investimenti e per i giovani e che aumenterà la pressione fiscale per chi fattura più di 65.000 euro annui”.
Il punto più importante, però è che “le risorse che vengono riservate alle pensioni sono un po’ più della metà di quelle che servirebbero. Se la Ragioneria conferma i conti della passata legislatura, perché non possono cambiare a seconda del Governo in carica, per Quota 100 occorrono circa 6 miliardi all’anno (considerando l’attuale vincolo posto dal Governo che richiede almeno 38 anni di contributi) e altrettanti per i 41 anni di contributi per andare in pensione a prescindere dall’età”, spiega l’ex ministro del Lavoro. Facendo i calcoli, “il totale è 12 miliardi all’anno: chi verrà gettato dalla torre: Quota 100 o i 41 anni? La caccia alle coperture è in corso: il rischio è che si tolgano alcuni benefici (detrazioni e simili) a chi ha poco per distribuire risorse a chi ha poco”, aggiunge Damiano.