Federica Bovolenta è la vedova di Vigor Bovo, campione della pallavolo morto d’infarto sul campo il 24 marzo 2012, e che, in ricordo del marito e del padre dei suoi cinque figli, ha scritto “Noi non ci lasceremo mai” nonostante loro due si siano lasciati davvero a causa di quel cuore che ha deciso il suo destino. A distanza di sei anni dalla tragedia, oggi, Federica vive con i suoi figli, il cui ultimo, Vigor, non sapeva ancora dell’esistenza: Alessandro è il più grande, 14 anni, poi ci sono Arianna, 10 anni, Angelica e Aurora, 7 anni, e Andrea 6 anni. Federica, però, deve tanto anche alla mamma che ogni giorno l’aiuta nonostante lei – come racconta – li abbia resi molto indipendenti.
LE GRAVIDANZE
Il fatto di avere cinque figli di Victor Bovo è stato un grande dono: “Bovo seppe di non poter avere figli e questa cosa l’ha sempre fatto sentire in colpa. Nel gennaio 2012 scoprii di essere incinta naturalmente. Per lui fu la gioia più grande. Ma dopo poco, lo persi. Ma pochi giorni dopo la morte di Bovo ebbe qualche strana sensazione. Feci la visita e scoprii che mio marito mi aveva lasciato questo dono: Andrea”. La Bovolenta in totale ha vissuto 10 gravidanze, di cui 5 riuscì portate a termine. Ma cosa faceva Federica durante quella notte? “Accettai l’invito di un’amica per andare in discoteca al Pineta. Amo ballare”.
DIFFICOLTA’ ECONOMICHE
I tatuaggi per la Bovolenta sono un modo per ricordare il marito, il campione di pallavolo: “Il primo lo feci a 18 anni. Dopo la morte di Bovo ne ho fatti tanti, amo i testi e tra questi Il più grande spettacolo dopo il Big bang di Jovanotti è quello ch preferisco”. Dopo la morte del marito la famiglia di Federica ha dovuto affrontare numerosi problemi, anche di natura economica: “Ho tenuto duro. Anche quando le cose andavano storte in tutti i senti. C’è stato un lungo momento di difficoltà economica. Poi è arrivato un risarcimento che ci consente di respirare. Ringrazio tanto l’avvocato Eugenio Gollini, storico procuratore di Bovo, che non ci ha mai abbandonati. È il nostro angelo custode. E devo dire un altro grazie a Carlo Magri, allora presidente della Federazione Volley: mi ha dato un posto di lavoro in federazione a Ravenna, dove siamo tornati a vivere, tutti e sei, nella casa che costruimmo”