Ci sono, a volte, giornate sonnacchiose, in cui sembra che non accada nulla. In realtà, come un fiume carsico, la realtà non sta mai ferma, si muove di continuo, e proprio per vincere accidia e disattenzione talvolta emerge prepotente come un soffione boracifero o un geyser. E fa sobbalzare sulla sedia.Proprio così è successo a noi qualche giorno fa. Indolenti e pigri nel cercare uno spunto purchessia, ci stavamo ormai arrendendo all’inedia, quando all’improvviso… BOOM! La notizia col botto: “Con il leader nordcoreano Kim Jong-Un ci siamo innamorati”. Firmato: Donald Trump. Capìto! Nientepopodimeno che il presidente degli Stati Uniti, il tycoon machista per antonomasia, quello che non resiste a rivolgere complimenti grevi a ogni donzella che gli giri nei paraggi…
The Donald ha fatto la piccante dichiarazione (un outing? o che altro?) nel corso di un discorso ai suoi sostenitori nel West Virginia. E davanti allo sbigottimento degli uditori ha subito aggiunto: “No davvero, mi ha scritto belle lettere. E poi ci siamo innamorati”. Anche lo Zingarelli, un vocabolario che sa tanto sui gossip, avendoli rubacchiati qua e là in giro per il mondo quando era un giovane e impenitente viveur, ha sobbalzato sullo scaffale.
Noi invece ci siamo subito messi sulle tracce delle missive esplosive (visto che le ha scritte Kim, ci è lecito definirle così, non vi pare?). Ma prima di tutto lasciateci ricapitolare succintamente (parliamo pur sempre di due giovani innamorati da Laguna Blu…) i fatti: il 12 giugno, a Singapore, si è svolto il primo storico incontro tra Trump e Kim. L’obiettivo? Formalmente, dare corpo al tentativo del presidente americano teso a spingere il regime nordcoreano al disarmo nucleare. Molto più prosaicamente, il vero motivo starebbe semplicemente nella cotta pazzesca che Kim s’è preso per il ciuffo di The Donald. Un fulmine a ciel sereno, che ha scatenato una pioggia di missive romantiche, delle quali siamo in grado di rendervi edotti, cari annichiliti lettori (e già vi anticipiamo che il Caro Leader nordcoreano, successore del Presidente Eterno, ha pure scopiazzato qua e là tra le più belle lettere d’amore mai scritte…).
Pyongyang, 13 giugno 2018
I miei pensieri sono già rivolti a te, mio amato immortale, nell’attesa che il destino esaudisca i nostri desideri – posso vivere soltanto unito strettamente a te, non altrimenti. Sì, ho deciso di errare lontano finché non potrò volare come un missile balistico intercontinetale nelle tue braccia e sentirmi perfettamente a casa accanto a te. Ti rassegnerai, tanto più conoscendo la mia fedeltà verso di te, nessun altro leader potrà mai possedere il mio cuore, mai – mai!
Perdutamente tuo
Kim
Pyongyang. 20 luglio 2018
Per qualche motivo che ignoro mi piaci moltissimo. Molto, niente di irragionevole, direi quel poco che basta a far sì che di notte, da solo, mi svegli e non riuscendo a riaddormentarmi, inizi a sognarti. Tu così fiero, al mio fianco, mano nella mano, davanti a un’imponente parata militare per festeggiare i cento anni, ma che dico, i mille anni della fondazione della Repubblica Popolare Democratica della Corea!
Straziami ma di testate nucleari saziami!
Kim
Pyongyang, 3 agosto 2018
Vorrei vedere dai tuoi occhi, sentire dalle tue orecchie, respirare con i tuoi polmoni, digerire con il tuo stomaco, baciare con la tua bocca. Voglio essere l’acqua che ti lava, lo shampoo che rivitalizza il tuo ciuffo, lo spazzolino da denti che pulisce il tuo tartaro… Se a volte soffri, voglio riempirti di tenerezza così che tu ti senta meglio. Quando hai bisogno di me, mi troverai sempre vicino a te. Sempre aspettandoti. E vorrei essere leggero e soffuso, rapido e invisibile come un sommergibile, quando vuoi restare solo.
Tuo impalpabile e tenerissimo
Kim
Pyongyang, 29 agosto 2018
L’impercettibile bisbiglio del tuo ciuffo, riportato e spettinato dal vento (come diavolo si dirà in coreano “ciuffo” e “riporto”? Mah…) è musica soave alle mie spasimanti orecchie…
KJU
Pyongyang, 16 settembre 2018
Io ti amo. Devi pur saperlo. Ti amo tanto che non posso immaginare la mia vita senza di te. Non riesco a dormire, me ne resto sveglio tutta notte, girandomi e rigirandomi nel mio letto a forma di ogiva e ripetendo il tuo nome. Ti amo. Me lo ripeto di continuo e ti rivedo, là sopra la torretta di un carro armato Pokpung-HO (si chiama così perché ce l’HO solo io…), e d’un tratto è come se non potessi più respirare. Tutto quanto c’è di bello al mondo, per me, è raccolto in te. Tu sei gli alberi, la luce, la grazia di tutto ciò che mi sarà precluso se mi respingi. Ma so che potrò aspettarti per tutto il tempo che vorrai. E quando mi cercherai, verrò da te come un razzo.
Ti amo
Il tuo “Little Rocket Man” Kim
Pyongyang, 2 ottobre 2018
Atomicamente tuo
Atomicamente mio
Atomicamente nostri
Atomicamente Kim
Proprio il 2 ottobre la moglie di Trump, Melania, ha scoperto per caso il romantico carteggio. E ha deciso di intraprendere un tour in Africa, il primo viaggio da First Lady senza il marito. Al momento di lasciare la Casa Bianca, ha preso carta e penna e ha spedito questa missiva (missiva che pare un missile…) a Kim.
Washington, 2 ottobre 2018
E quanto mi ami… e quanto “lo” ami… Noi mogli yankee siamo affatto pacifiste. Anzi, devi solo provarci… a mettere il naso da queste parti… e vedrai QUANTA contraerea ti ritroverai addosso!
“Dimmi quanto tu verrai / Dimmi quanto quanto quanto / Sull’aereo salirai / E mai più vi scenderai….”
Melania Trump