A condividere l’entusiasmo di Luigi Di Maio, che ha parlato di “Manovra del popolo” e di “Italia cambiata” dopo l’accordo sul deficit/Pil al 2,4% è anche il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il premier con un post su Facebook ha commentato:”Si è appena concluso il Consiglio dei Ministri. Vi garantisco che abbiamo lavorato con serietà e impegno per realizzare una manovra economica meditata, ragionevole e coraggiosa. È un intervento che migliorerà le condizioni di vita dei cittadini e assicurerà al nostro Paese una più robusta crescita economica e un più significativo sviluppo sociale”. Conte ha aggiunto:”Abbiamo deliberato di realizzare tutte le riforme già annunciate, mantenendo fede agli impegni presi in tema di giustizia sociale. Introdurremo il reddito di cittadinanza, una seria riforma fiscale e supereremo la legge Fornero”. Secondo il premier, il governo ha “programmato il più consistente piano di investimenti pubblici che sia mai stato realizzato in Italia. Il governo del cambiamento sta imprimendo una nuova direzione di marcia all’intero Paese. Stiamo facendo del bene all’Italia e agli italiani”. (agg. di Dario D’Angelo)
DI MAIO ESULTA, “MANOVRA DEL POPOLO”
Cede Giovanni Tria di fronte al pressing insistente di Luigi Di Maio e Matteo Salvini: sì al deficit al 2,4%, è questa la notizia che emerge su una Manovra che si presenta rischiosa sia per la reazione dell’Europa che dei mercati. Ma il capo politico del M5s esulta con un video su Facebook affacciandosi da Palazzo Chigi verso una piccola folla di sostenitori. Come riportato dall’Huffington Post, Di Maio ha dichiarato:”Abbiamo portato a casa la manovra del popolo che per la prima volta nella storia di questo Paese cancella la povertà grazie al reddito di cittadinanza, per il quale ci sono 10 miliardi e rilancia il mercato del lavoro anche attraverso la riforma dei centri per l’impiego. Restituiamo futuro a 6 milioni e mezzo di persone. Via libera anche alla pensione di cittadinanza che dà dignità ai pensionanti. E con il superamento della Fornero, chi ha lavorato una vita può finalmente andare in pensione liberando posti di lavoro per i nostri giovani, non più costretti a lasciare il nostro Paese per avere un’opportunità. Non restano esclusi i truffati delle banche, che saranno risarciti con un Fondo ad hoc di 1,5 miliardi. Per la prima volta lo Stato è dalla parte dei cittadini, per la prima volta non toglie ma dà”. (agg. di Dario D’Angelo)
DI MAIO E SALVINI, “ACCORDO AL 2,4%”
I vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno dato l’annuncio poco dopo le ore 21: “Accordo raggiunto con tutto il governo sul 2,4%. Siamo soddisfatti, è la manovra del cambiamento“. Superate dunque le ultime resistenze, è stato raggiunto anche l’accordo col Ministro dell’Economia, Tria, che cede sul limite al deficit portandolo di fatto al 2,4% dall’1,6%. Resta il rischio di una bocciatura della Manovra da parte della Commissione Europea, ma nel frattempo gli esponenti del Governo gialloverde possono esultare: reddito di cittadinanza, superamento della legge Fornero, aliquota al 15% per più di un milione di lavoratori. Questi sono i successi maggiori dell’accordo sbandierati, punti che erano veri e propri cardini del contratto del “Governo del cambiamento”. Si attendono ora reazioni, anche da Bruxelles e soprattutto dalle Borse domattina. (agg. di Fabio Belli)
CDM DECISIVO
Alle ore 20 di questa sera era previsto l’avvio del Consiglio dei ministri, durante cui l’ordine del giorno sarebbe stato quello riguardante l’aggiornamento al Def. Intanto Giovanni Tria, il ministro dell’Economia resiste alla richiesta da parte del Movimento 5 Stelle e Lega al Tesoro, ossia di sforare la soglia del 2% nel rapporto deficit pil; la maggioranza vorrebbe considerare come obiettivo a cui puntare il 2,4-2,5%. A essere posta in ballo c’è anche la legge Fornero. La situazione, quindi, rimane in stallo a Palazzo Chigi dove sono al lavoro Conte, Di Maio, Salvini, Tria, Giorgetti e Savona. Su Twitter impazzano i commenti riguardo la manovra. Tra i tanti c’è quello di Renato Brunetta: “Se prevarrà linea irresponsabile Salvini-Di Maio 2,4% di deficit (3 volte quello concordato con la Comm. UE pochi mesi fa, che era dello 0,8%) a rischiare non è Tria, che ovviamente non potrà avallare una follia di questo genere, ma è il Paese e il Governo”. (Agg. Camilla Catalano)
TRIA: Sì AL REDDITO DI CITTADINANZA, MA SALTA QUOTA 100
Non c’è ancora accordo sul deficit e la decisione viene dunque rinviata al Consiglio dei Ministri. Sono queste le ultime notizie sulla Manovra con l’Huffington Post che citando fonti della Lega di primo livello sostiene l’intenzione del Carroccio di andare oltre il 2%: “Non chiuderemo al 2% né tantomeno sotto”. Una posizione che rischia di mettere in minoranza il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che non ha preso parte alla prima parte della riunione a Palazzo Chigi, dove hanno discusso il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. L’inquilino di via XX Settembre è arrivato successivamente al vertice sulla nota di aggiornamento al Def. Il punto è che la coperta sembra essere corta: fonti di governo citate dall’Adnkronos riferiscono che Tria avrebbe aperto alle coperture per il reddito di cittadinanza, ma fuori resterebbe la revisione della riforma Fornero con l’introduzione delle quota 100 per andare in pensione. Una soluzione che non accontenta né il M5s, né tanto meno la Lega: il superamento della Fornero viene infatti considerato un punto cardine del contratto di governo. Si preannuncia una lunga notte. (agg. di Dario D’Angelo)
BRACCIO DI FERRO DI MAIO-TRIA: ACCORDO AL 2% DI DEFICIT/PIL?
Sono ore decisive per la Manovra: alle 16 ha avuto inizio un vertice di governo sulla Legge di bilancio e sulla nota di aggiornamento al Def e le ultime indiscrezioni confermano il braccio di ferro tra Giovanni Tria, deciso a difendere l’1,9% nel rapporto deficit/Pil dagli assalti di Luigi Di Maio, che ha bisogno invece di allargare le maglie di via XX Settembre per incassare il reddito di cittadinanza. Fonti leghiste citate dall’Huffington Post fanno sapere che alla fine un punto d’incontro potrebbe trovarsi a metà strada tra le richieste iniziali del titolare del Tesoro (1,6 per cento) e quelle dei partiti (2,4 per cento) e cioè a quel 2% che sarebbe anche meglio spendibile rispetto ad un’opinione pubblica che guarda alla Manovra con grande interesse. Il punto, però, come sottolineano le stessi fonti del Carroccio, è che neanche un accordo al 2% di deficit/Pil garantirebbe l’inserimento del reddito di cittadinanza, il superamento della riforma Fornero e l’avvio della flat tax. Bisognerebbe sforare di altri decimali, ma Tria da questo punto di vista non ci sente: fino all’1,9% – è il ragionamento – il quadro regge, e anche con qualche rischio. Oltre c’è il baratro. (agg. di Dario D’Angelo)
INPS SI CHIAMA FUORI
In merito alla manovra di bilancio che verrà anticipata domani dal Def, è intervenuto l’Inps, l’istituto nazionale di previdenza sociale, che si è sentito tirato in ballo da alcuni quotidiani nazionali. Questa la precisazione fornita, come riportato da varie agenzie di stampa: «In riferimento ad un articolo pubblicato oggi da alcuni quotidiani nazionali su un presunto coinvolgimento dell’Istituto a quello che viene definito ‘blitz sul reddito di cittadinanza’, si precisa che non vi è stata nessuna ‘bollinatura’ dell’Inps riguardo alle proposte di reddito di cittadinanza avanzate dal Movimento 5 Stelle». L’Istituto di previdenza, ha continuato la nota, si è semplicemente limitato a valutare i costi e la fattibilità del reddito di cittadinanza, e lo stesso non è intenzionato a presentare alcuna proposta «alla squadra del Movimento 5 Stelle al Ministero dell’Economia». Oggi, ricordiamo, sarà una giornata cruciale per la nota d’aggiornamento del Def; sul tavolo della discussione, il famoso rapporto deficit/Pil che il ministro dell’economia, Tria, e il suo staff, non vorrebbero far sforare oltre il 2%, a differenza invece del resto dell’esecutivo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LE PAROLE DI SALVINI
Oggi è una giornata importante per il Governo M5S-Lega: capitolo manovra, si decide sul tema deficit-PIL. Nelle ultime ore si è parlato molto del possibile ‘allontanamento’ di Giovanni Tria dal ministero del Tesoro, con il leghista Molinari che ha evidenziato di “poter trovare un altro ministro se Tria non è in linea con il progetto”. In visita in Tunisia, il ministro dell’Interno e segretario federale della Lega Matteo Salvini ha frenato: “C’è una manovra che deve fare ripartire il lavoro e il governo ha un’unica direzione, tutti stiamo remando nella stessa direzione: stiamo lavorando alla sostanza, facendo ciò che abbiamo promesso agli italiani”. E a proposito del rapporto deficit-pil ha aggiunto: “Vale assolutamente la pea superare il 2 per cento: il diritto al lavoro e la felicità di milioni di italiani val bene qualche numerino”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LEGA: “TRIA POSSIAMO ANCHE CAMBIARLO”
E’ tensione nel governo a seguito della pressione nei confronti del ministro dell’economia, Giovanni Tria. L’ultimo affondo verso il titolare del Mef arriva da parte di Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, che ospite presso gli studi del programma di Rai Tre, Agorà, ha ammesso: «Se Tria non è più nel progetto, troveremo un altro ministro dell’Economia». Parole affilate quelle all’indirizzo dell’economo, ormai con le spalle al muro e attaccato da più parti. Sul banco degli imputati c’è il famoso rapporto deficit/pil che il governo vorrebbe spingere fino al 2.4%, a differenza invece di Tria, che non vorrebbe nemmeno raggiungere lo sbarramento del 2. Di Maio ha smentito la richiesta di dimissioni del ministro, ma nel contempo ha ribadito che «Sarà una manovra del popolo coraggiosa dove non ci si impicca a un numero o un altro». Quindi il grillino ha aggiunto: «Quel che non vogliamo fare è scrivere nel Def cose non vere. È inutile tirare a campare come governo, io non sono uno di quelli che porterà questo governo a tirare a campare perché o si fanno le cose o non ne vale proprio la pena». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“GIORNATA IMPORTANTISSIMA”
Il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha parlato di “giornata importantissima” poco fa a Bruxelles. Domani verrà infatti presentata la nota di aggiornamento del Def, e di conseguenza nelle prossime 24 ore si limeranno gli ultimi dettagli in merito alla manovra di bilancio. La tensione è altissima all’interno del governo, a seguito delle differenti vedute fra il ministro dell’economia, Giovanni Tria, e il resto dell’esecutivo, sul rapporto deficit/Pil, ma Di Maio rassicura: «Non c’è in programma nessuna richiesta di dimissioni. Oggi ci incontreremo in un vertice di maggioranza allargato, noi, la Lega, il ministro Tria, Conte e i tecnici, faremo le ultime valutazioni in vista del Consiglio dei Ministri. Qui non ci si impicca su un numero o su un altro: il termine per il Def è oggi, quindi per quanto mi riguarda il CdM è oggi, non ho notizie di un rinvio. Ci sono differenze di vedute, vanno appianate: è inutile tirare a campare, o si fanno le cose o non vale la pena». Di Maio ha aggiunto che il superamento della legge Fornero dovrà essere “percepibile”, e che il reddito di cittadinanza dovrà essere “un vero reddito di cittadinanza”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
GIORNATA CRUCIALE PER IL DEF
Alla vigilia della nota di aggiornamento del Def, il documento di economia e finanza che di fatto rappresenta la bozza della manovra di bilancio, è alta tensione nel governo. Da una parte c’è il ministro dell’economia, Giovanni Tria, che continua a proferire prudenza in merito al rapporto fra il deficit e il prodotto interno lordo (“Ho giurato di fronte alla nazione”), dall’altra, c’è il Movimento 5 Stelle che invece spinge affinché venga superata la fatidica soglia del 2%. Il M5s punta forte sul Reddito di Cittadinanza, e si augura che il Tesoro riesca a trovare le risorse necessarie, altrimenti si dice pronto a non votare il Def. Posizione simile per la Lega, forse più “contenitiva” rispetto ai grillini, ma comunque invocante una manovra “coraggiosa”, come pià volte ribadito da Salvini negli scorsi giorni.
TRIA NON MOLLA, OGGI DENTRO O FUORI
Tria, nel frattempo, non molla la sua linea, e anche ieri ha spiegato chiaramente che la manovra dovrà essere bilanciata, di modo che sia credibile per gli italiani ma anche per l’Unione Europea, e secondo alcuni, come riporta l’agenzia Ansa, tale mossa del titolare del Mef, potrebbe addirittura far presagire delle possibili dimissioni dello stesso. Arbitro dell’incontro è il presidente del consiglio Giuseppe Conte, che da New York si è tenuto in stretto contatto con Di Maio, e che starebbe provando a convincere Tria a superare la fatidica asticella del 2%, senza però raggiungere quel 2.4 che comporterebbe una bocciatura automatica dell’Unione. Oggi previsto un nuovo vertice di maggioranza fra gli esponenti di spicco del governo: forse l’ultimo prima dell’approvazione del Def.