Nicola Piepoli getta acqua sul fuoco. Il giorno dopo l’approvazione dell’atteso Def i mercati hanno aperto molto male, con uno spread balzato a 280 punti contro i 240 del giorno prima e la Borsa di Milano in ribasso del 4%. “Fino a quando non si arriva a superare i 300 punti di spread non si può parlare di crisi” dice. “Questa manovra, come sempre, non dipende dalle reazioni dell’opinione pubblica ma dai mercati. Se le azioni non crollano, se lo spread tiene, si può parlare di grande vittoria del governo”. Un governo, quello di Lega e M5s che viaggia sempre alla grande nell’opinione degli italiani: “L’esecutivo ha il 60% dei consensi, quasi equamente divisi fra Lega e M5s, Conte arriva al 55% e cinque ministri superano quota 50%: Giulia Bongiorno (Pubblica amministrazione), Giovanni Tria (Economia), Sergio Costa (Ambiente) Giancarlo Giorgetti (sottosegretario alla presidenza del Consiglio) e Enzo Moavero (Esteri)”.
Il Documento di programmazione economica e finanziaria è stato varato con 10 miliardi per il reddito di cittadinanza, anche se la platea deve essere ancora determinata. Questo – ammesso che l’operazione vada in porto – consoliderà il consenso di M5s? Lo farà crescere? O lo diminuirà?
Dipende solo e soltanto dalle reazioni dei mercati, non dell’opinione pubblica.
Che ieri non hanno aperto bene, con uno spread salito a quota 280.
Sono 40 punti in più, non è molto grave. La situazione diventa grave quando lo spread supera i 300 punti. Per adesso possiamo dire che sia una grande vittoria, se i mercati si muovono in peggio invece è un danno di immagine per M5s e Lega. Se si riesce a evitare la speculazione è un grande, non un piccolo, successo del governo.
Porterà consensi al M5s?
Non ne porta di ulteriori, Lega e M5s hanno già il 60%. I consensi ce li hanno già.
E’ d’accordo che questa sia una vittoria di Di Maio?
Io la vedo come una vittoria del governo. Del reddito universale non se ne parla solo in Italia, riguarda l’intera economia mondiale. Il problema è come raggiungere l’aumento del Pil e contemporaneamente l’aumento delle famiglie che ne possano usufruire. E’ stata una mossa a rischio, io come semplice cittadino vorrei fosse una mossa vincente. Collaboriamo, non mandiamo giù le azioni in borsa e non mandiamo su lo spread, siamo noi cittadini a farlo, non sono gli uomini in nero.
Come procede la “corsa” M5s-Lega? Chi è in vantaggio e perché?
Sono calcoli paranoici e inutili. Lega e 5 stelle con il loro 60% sono alla pari, anche se una, la Lega, ha il 33% e l’altra il 27% come dicono altri sondaggisti, ma sostanzialmente sono alla pari. Ognuno di loro occupa parti diverse del paese: la parte nord, ricca, vota Lega che è un partito “ricco”; il sud, povero, vota 5 stelle che sono un partito “povero”. Il bisogno di reddito familiare è tipico del sud che adesso si è esteso a una gran parte del centro. Sono due aree di mercato diverse, non si può dire che un’area ha il 33 e l’altra il 27. Il discorso è complesso.
Entrando nel dettaglio, qual è il consenso di Conte?
Conte è piuttosto alto, intorno al 55%.
Il presidente della Repubblica?
Mattarella è molto più alto, intorno al 65%.
I leader dei partiti?
Salvini è sotto al 50%, Di Maio uguale, Berlusconi è invece bassissimo, meno del 20%. Questo non significa che sta perdendo voti.
Forza Italia sta recuperando?
No, ma non perde, è una cosa diversa. Berlusconi senza rendersene conto adopera la politica degli Orange olandesi, “io mantengo”.
In attesa di ritrovare Salvini?
In attesa di difendere se stesso. Una battaglia persa. FI oggi e al 10%.
Il PD?
Intorno al 17%.
Qual è la maggiore preoccupazione degli italiani? Sicurezza? Lavoro? Migranti?
E’ sempre il lavoro, la gente è concreta è perciò preoccupata di tornare a casa la sera e dire alla moglie: ho ancora un lavoro. E’ questo a cui pensano gli italiani.