«Nessun trucco. Legge di bilancio e decreto fiscale sono passati in Consiglio dei ministri all’unanimità. Nessuno ha votato contro. Anche perché quello che chiamate condono, un condono non è»: con queste parole stamattina alla Repubblica già Salvini aveva fatto intuire che la distanza con Di Maio fosse piuttosto netta, poi nelle ultime ore è ovviamente tornato sulla vicenda più scottante del momento, mentre in Europa si rischia di veder bocciata la Manovra. «Il decreto fiscale non cambia. Quello che abbiamo discusso per ore e ore poi ho ritrovato scritto nel testo, con l’accordo di tutti, lo abbiamo firmato tutti. Ognuno si prenda le sue responsabilità», ha spiegato il Ministro degli Interni arrivando a Bolzano per l’ultima fase di campagna elettorale verso le Regionali. (agg. di Niccolò Magnani)
SGARBI: “CASO PSICHIATRICO”
La manina del complotto, un decreto fiscale misterioso e un rapporto tra forze di maggioranza che traballa. Questo il quadro che si delinea il giorno dopo la denuncia di Luigi Di Maio a Porta a Porta, con il capo politico del Movimento 5 Stelle che si è detto pronto a “non votare il testo” per quanto scritto sulla pace fiscale. Pd e Forza Italia sono partite all’attacco, con la Lega che ha preso le distanze ed ha rispedito al mittente le accuse su un presunto coinvolgimento. Ed è giunto in Aula anche il commento del deputato Vittorio Sgarbi, che si è scagliato contro il ministro del Lavoro: “Di Maio, che è ministro e vice premier, non sa che sono tre i poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Non c’è bisogno di rivolgersi alla magistratura per difendere le scelte legittime del governo, la magistratura non deve entrare nelle scelte del governo. Se Di Maio vota a sua insaputa, come già accaduto, sarà un problema psichiatrico e non politico: torni a scuola e si trovi un vero lavoro che non ha mai avuto”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LEGA: “TUTTI LO SAPEVANO”
A parte la grottesca scena di Luigi Di Maio in tv (tra l’altro differita) da Bruno Vespa, il significato politico più importante sul fronte Decreto Fiscale riguarda la differenza di posizione evidente tra i due partiti di Governo: per il M5s c’è una sorta di “complotto”, quella famosa “manina” che avrebbe manipolato il Decreto sul fronte scudo fiscale, dall’altro la Lega che ancora questa mattina confermano quanto detto da Salvini in Russia, «Lo sapevano tutti» spiega Massimo Garavaglia, sottosegretario all’Economia del Carroccio. A chi poi gli ha chiesto se fosse proprio lui la “manina”, il leghista ha risposto con un sorriso «No!». Per il Presidente Fico invece «E’ chiaro che al di là di ciò che è successo, questo lo vedrà il Cdm nella propria interlocuzione, sono fermamente contrario a che ci sia questo articolo all’interno del decreto». Intanto fonti del M5s danno come imminente domani un nuovo CdM sul Consiglio Ue che si sarà chiuso e ovviamente sul Decreto Fiscale, “manine” o non “manine”. (agg. di Niccolò Magnani)
IRONIA DEL PD CONTRO IL GOVERNO GIALLOVERDE
Tiene banco nel mondo politico la vicenda della “manina manipolatrice” e del decreto fiscale manomesso ma mai arrivato al Quirinale. E Luigi Di Maio è al centro delle polemiche, con il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico finito nel mirino delle opposizioni. Continuano infatti gli attacchi del Partito Democratico: “Guardando #portaaporta ho provato imbarazzo per #DiMaio, per l’Italia e gli italiani. Complotti, #manine, superficialità: il nostro Paese non merita questo. Ora in aula stiamo chiedendo chiarezza: un vicepremier che vota #asuoainsaputa o è in malafede o è solo un incapace”, il tweet di Marco Di Maio. Duro anche il commento di Alessandra Moretti: “Ma @luigidimaio ha capito di stare al governo o pensa di essere ancora all’opposizione? Sa leggere i documenti che firma? Delle due l’una: o è inadeguato per il ruolo che ricopre o sta mentendo”. Infine, l’ironia di Luigi Marattin: “Un giorno potrò raccontare che in Italia c’è stato un vice-premier andare, affannato, in tv a inventarsi un complotto (passando quindi per fesso) per nascondere che è un incompetente e, semplicemente, non ha capito una cippa delle riunioni a cui ha partecipato”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL COMMENTO DI SALVINI
Non poteva certo mancare il giudizio immediato di Matteo Salvini, in qualche modo “chiamato in causa” dalle accuse pesantissime del collega Di Maio che con quella “manina politica” ha per la prima volta shiftato il suo obiettivo di contesa dai tecnici a qualche “alleato politico”. «Nessun trucco Legge di bilancio e decreto fiscale sono passati in consiglio dei ministri all’unanimità. Nessuno h a votato contro. Anche perché quello che chiamate condono, condono non è», spiega in una intervista a Repubblica il Ministro degli Interni. La mediazione in questo momento è fondamentale e il ruolo di Conte dovrà essere decisivo nei prossimi giorni, appena tornato dal Consiglio Ue; secondo il Fatto Quotidiano, la “manina” politica sarebbe di Fabrizia Lapecorella, nella Direzione Generale delle Finanze. I funzionari del Mef assicurano però di aver solo eseguito le indicazioni della presidenza del Consiglio, e quindi del Sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Qui allora si ritorna “a bomba” con le accuse grillini, per ora non ufficiali, contro l’alleato di Salvini e il più “moderato” dei leghisti. Immediata la replica del vicepremier della Lega, “accuse surreali”. Ma chi potrà essere allora ad aver, forse, manipolato il testo del Decreto Fiscale? E soprattutto, siamo davvero certi che non sia un modo del M5s per provare a smarcarsi da un voto accettato a malincuore dopo anni di battaglia contro i condoni? (agg. di Niccolò Magnani)
CONTE: “VISIONERÒ ARTICOLO PER ARTICOLO”
E’ arrivato il commento del premier Giuseppe Conte sulla polemica sul decreto fiscale, con una “manina” intervenuta “per manipolare il testo inviato al Quirinale”, secondo quanto affermato da Luigi Di Maio nel corso di un’intervista a Porta a Porta. Il presidente del Consiglio, ora a Bruxelles per il Consiglio europeo, ha sottolineato: “Venerdì torno a Roma e si chiude, abbiamo approvato il testo in CdM e quello deve essere: lo visionerò articolo per articolo”. E nelle ultime ore sono aumentati i sospetti verso la Lega, con il popolo pentastellato che non si fida del Carroccio e di Matteo Salvini. Ma fonti leghiste ribadiscono senza mezzi termini: “Noi siamo gente seria, non sappiamo niente di testi manipolati”, riporta Libero. E le opposizioni continuano ad attaccare il governo, con Forza Italia in prima linea: “Prima la ‘manina’ del Mef contro il decreto Dignità, poi il decreto Genova con i puntini al posto delle cifre, oggi addirittura il testo della manovra ‘manipolato’ prima di arrivare al Quirinale. Luigi Di Maio e i 5 stelle sono vittime di un perenne complotto. Ridicoli”, le parole di Mariastella Gelmini. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
POPOLO M5S IN RIVOLTA
“Il decreto fiscale è stato manomesso”. E’ questa la grave accusa del ministro del lavoro, Luigi Di Maio, che ospite presso gli studi di Porta a Porta esterna il proprio sdegno per le modifiche avvenute al df, a suo modo di vedere, in gran segreto. Il leader dei grillini punta il dito contro i tecnici del Mef e contro il Colle, ma quest’ultimo ha emesso una nota in cui ha spiegato di non aver ancora ricevuto alcun documento. Nel contempo, monta la protesta fra gli elettori dei grillini, che si sentono traditi dal loro leader. Basta andare sui social per capire che aria tira fra il popolo pentastellato: «Solo un mese fa – accusano – Di Maio aveva il coraggio di dire che ‘il M5S non era disponibile a votare nessun condono’. Oggi, vergognosamente, hanno approvato il più grande condono tombale! Il messaggio è chiaro: ‘Caro cittadino che paghi le tasse sei un povero scemo!».E più o meno il tono delle accuse è sempre quello “tradimento del voto”, “un vero e proprio condono, alla faccia di chi le tasse le paga”, “bisogno di onestà che mi ha spinto a dare fiducia a Di Maio. Ora so che era soltanto fumo”. Come ne uscirà il M5s? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DI MAIO A “PORTA A PORTA”
Si tinge di giallo il testo sulla pace fiscale, con la denuncia di Luigi Di Maio a Porta a Porta che fa rumore. “Questo testo qui inviato al Quirinale non può arrivare al Parlamento” le parole del ministro ai microfoni di Bruno Vespa, evidenziando che non si tratta “di un’accusa specifica, non posso accusare alcun ministero” ma anche che “così non è l’atto che abbiamo deciso in Consiglio dei Ministri”. Il vice premier ha poi aggiunto: “Non ho ragione di dubitare della Lega, non ho avuto modo di sentire Salvini: non è una questione tra le due forze politiche”. Ma, dopo la nota del Colle, anche la Lega prende le distanze dal ministro del Lavoro: “Noi siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati. Stiamo lavorando giorno e notte sulla riduzione delle tasse, sulla legge Fornero e sulla chiusura delle liti fra cittadini ed Equitalia”, fonti del Carroccio riportate da Il Giornale. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
PD ALL’ATTACCO
“In riferimento a numerose richieste da parte degli organi di stampa, l’ufficio stampa della Presidenza della Repubblica precisa che il testo del decreto legge in materia #fiscale per la firma del Presidente della Repubblica non è ancora pervenuto al #Quirinale”, questa la nota del Quirinale diramata su Twitter dopo le dichiarazioni del ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che ha denunciato la manipolazione del testo sulla pace fiscale giunto al Colle. E si è scatenata al polemica, con il Partito Democratico partito all’attacco: “Di Maio è un uomo disperato. Vota #asuainsaputa un #condono, poi grida allo scandalo. Attacca me. Non capisce il senso dei testi che vota. Dopo questa giornata imbarazzante la domanda è semplice: “ma Di Maio sa almeno leggere ciò che firma?””, le parole di Matteo Renzi. Questo, invece, il commento di Maurizio Martina: “Approvano un condono tombale per gli evasori. E ora cercano manine e nemici. IMBROGLIONI! Un grande paese come l’Italia non merita tutto questo #ladridifuturo”. Infine, segnaliamo il tweet della dem Teresa Bellanova: “#DiMaio prima fa un #condono, poi dice che il testo sulla #manovra arrivato in Quirinale è stato manipolato. Fonti del Quirinale fanno sapere che non è arrivato alcun testo. Siamo alla mania di persecuzione pura, signori miei. Allo psicodramma quirinale. #asuainsaputa.”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LA DENUNCIA DI DI MAIO
Luigi Di Maio sulla manovra: “Al Colle un testo manipolato”, la rivelazione del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico nel corso della registrazione di Porta a Porta. E’ arrivato nella serata di lunedì il via libera alla pace fiscale dopo un lungo dibattito all’interno del Governo Lega-Movimento 5 Stelle. Ma il vice premier ha commentato ai microfoni di Bruno Vespa: “Al Quirinale è arrivato un testo manipolato: domani presenterò denuncia alla Procura della Repubblica”. Un nuovo colpo di scena, dunque, con Luigi Di Maio che ha poi aggiunto: “All’articolo nove del decreto fiscale c’è una parte che non era stata concordata nel Consiglio dei Ministri: una sorta di scudo fiscale per i capitali all’estero e una non punibilità per chi evade”. Il capo politico M5s ha sottolineato: “In Parlamento non lo votiamo questo testo se arriva così: questa parte deve essere eliminata, non ho mai detto che si volevano aiutare i capitali dei mafiosi”.
IL COMMENTO DELL’UFFICIO STAMPA DEL COLLE
Luigi Di Maio ha poi voluto precisare: “Questo è un condono scudo fiscale come quello di Matteo Renzi, ma io questo non lo faccio votare: escludo responsabilità politiche, mi fido delle persone con cui siamo al governo, ma in questo esecutivo stanno avvenendo tante cose strane e tanti giochini. Ciò che metteremo in campo dopo la denuncia alla Procura della Repubblica ci farà capire tante cose”. Interpellato a proposito da Bruno Vespa, Di Maio ha risposto su Giorgetti: “Se sospetto di lui? Non mi permetterei mai”, evidenziando che “questo è il Governo con il più alto numero di nemici e non mi sorprende, hanno già provato a farci giochetti con il decreto dignità”. Come riportato da Repubblica, l’ufficio stampa del Colle ha commentato: “Il testo del decreto legge in materia fiscale non è ancora pervenuto”.