DURIGON SU QUOTA 100 E QUOTA 41
Quota 100 sarà strutturale e rappresenterà il primo passo della riforma delle pensioni che il Governo vuole varare. Tra gli obiettivi, infatti, c’è anche Quota 41. È quanto evidenzia Claudio Durigon in un’intervista al Corriere della Sera. Il sottosegretario al Lavoro spiega che l’esecutivo vorrebbe anche bloccare il meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, quanto meno per le pensioni antiipate. “Poi c’è anche quello da 66 anni e 7 mesi a 67 anni d’età sulle pensioni di vecchiaia. Se non riusciremo a bloccarlo, in ogni caso sarà l’ultimo. Intanto, voglio assicurare che salvaguarderemo i requisiti attuali di pensionamento per i precoci e gli usuranti e prorogheremo l’Ape sociale”. Durigon anticipa anche l’intenzione di introdurre un meccanismo per rendere meno gravoso il riscatto della laurea per i giovani che hanno cominciato a lavorare dopo il 1996 e che per Quota 100 non ci sarà un divieto di cumulo dei redditi da lavoro, “ma credo una possibilità di cumulo molto limitata”.
CAOS PENSIONI D’ORO
«Il taglio delle pensioni d’oro partirà dalle pensioni di importo pari a 4.500 euro netti al mese in su e non esiste alcuna ipotesi di abbassare la soglia a 3.500 euro»: le fonti governative del Movimento 5Stelle smentiscono le notizie di stampa che oggi davano un intervento “choc” del Ministro Di Maio pronto a tagliare la soglia delle pensioni d’oro in una quota che la Lega e Salvini già avevano detto a settembre di non condividere per niente. La soglia invece, stando alle ultime fonti, non dovrebbe abbassarsi anche se resta il problema dei fondi che il vicepremier M5s ha promesso di recuperare, “un miliardo di euro”: «O si amplia la platea, abbassando la soglia di pensione da tagliare (e questa ipotesi ora viene esclusa). Oppure si taglia molto di più sulla platea esistente: anziché tra il 3 e il 20%, un’aliquota davvero molto più alta (ma il meccanismo di calcolo ipotizzato, tra mille dubbi di costituzionalità, non lo prevede)», sono le due ipotesi rilanciate da Repubblica Economia questa mattina, facendo ben capire come sia alquanto “misterioso” l’annuncio di Di Maio sulle pensioni nella prossima Legge di Stabilità. (agg. di Niccolò Magnani)
QUOTA 100 AD APRILE 2019: COSA CAMBIA PER OPZIONE DONNA
Sembra confermata l’intenzione del Governo di applicare la Quota 100 da Aprile 2019, per poter far quadrare meglio i conti e arrivare per gradi ad eliminare quella Legge Fornero che invece i mercati internazionali vorrebbero tenere il più possibile invariata. Oltre alla prima finestra in Primavera, per la Quota 100 ne sono previste altre due ogni 4 mesi: «l’orientamento del Governo sarebbe anche quello di andare verso un rifinanziamento di opzione donna (uscita anticipata con il ricalcolo contributivo) e Ape social, concepita dai governi Renzi e Gentiloni, che però potrebbe essere agganciata al fondo esuberi per agevolare i pensionamenti nei casi di crisi aziendale», ha spiegato ieri il Sole 24 ore evidenziando i contenuti della prossima pubblicazione della Manovra (entro domani in CdM, ndr). (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI NON MOLLA QUOTA 41: “OBIETTIVO LAVORATORI PRECOCI”
Matteo Salvini non “molla” l’obiettivo di Quota 41 anche se ammette che sarà difficile raggiungerla già con la prossima Manovra: dopo l’intervista a Radio 102.5 nei giorni scorsi, la Lega “conferma” da fonti parlamentarie la difficoltà nell’immettere già la Quota 41 all’interno della Legge di stabilità per riformare ulteriormente la Legge Fornero definita «da smantellare» dallo stesso vicepremier nonostante i “niet” giunti da Ue, Fmi e Bankitalia. «Sulle pensioni “siamo partiti da 62 anni piu’ 38 anni di contributi” ma “l’obiettivo e’ di scendere e di arrivare a ‘quota 41′ pulita», ha spiegato nell’intervista radiofonica il leader della Lega che poi ha aggiunto «non ci sara’ ‘quota 41’ quest’anno, non abbiamo la bacchetta magica” ma “per l’anno prossimo. Abbiamo 5 anni davanti». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Secondo Cesare Damiano, sulla riforma delle pensioni, “a partire da Quota 100, si sta consumando un dibattito drammaticamente superficiale, fatto di luoghi comuni e di poca competenza. Se si continua così, con gli slogan, verrà fatto del male ai lavoratori e ai pensionati che, a parole, il Governo dice di voler aiutare”. L’ex ministro del Lavoro evidenzia in primo luogo che Matteo Salvini dovrebbe scusarsi con gli italiani visto che “l’aggancio dell’età della pensione all’aspettativa di vita, che manderà in pensione i nostri figli a 70 anni e i loro padri, dal prossimo anno a 67, l’ha inventato la Lega con Forza Italia”. Rispetto al punto specifico di Quota 100, fa notare che “partire da 62 anni con un minimo di 38 di contributi fa 100: ma se hai 63 anni fa 101, e via andando. Quota 100, nella proposta del Governo, non c’è più, perché è mediamente Quota 102. Meglio di niente”.
Tuttavia, se “per racimolare risorse si cancellasse, ad esempio, l’Ape sociale (che è Quota 99 per le 15 categorie di lavori gravosi, Quota 93 per i disoccupati e 91 per le disoccupate con due figli), si danneggerebbero i lavoratori manuali e le lavoratrici”. Damiano ricorda anche che “le risorse non bastano per fare quello che dice il Governo”, quindi sarà impossibile fare sia la Quota 100 che la Quota 41: “Salvini dovrà decidere chi buttare dalla torre perché i soldi non ci sono”. Ciò non toglie che “la legge Fornero, già intaccata dalle leggi volute dal Pd, non è né un totem intoccabile né l’architrave che regge la sostenibilità del sistema previdenziale. Si può superare”. Il punto è che occorre “un dibattito serio e non demagogico-ideologico sul sistema pensionistico”.