Lunga intervista di Antonio D’Amico a Storie Italiane, con l’ex compagno di Gianni Versace che è tornato sulla tragica morte dello stilista, datata 1997. “La sofferenza la gestisci: è stato come essere tagliato in due per me. C’è voluto tempo, ci ho messo molti anni a tirarmi su. Quando tu lavori e vivi 24 ore per un personaggio come Gianni, non è possibile dimenticarlo. Il giorno prima eravamo in piscina a Miami, lui mi disse: ‘Qualunque cosa succede nella vita, noi saremo sempre insieme” ha sottolineato D’Amico, sottolineando che “Il giorno dopo ho capito che lui volesse darmi l’ultimo salute. A volte diciamo delle cose perchè sentiamo il bisogno di dirle”. E continua: “Io gli ho sempre detto tutto, che gli volevo bene e che lo amavo: noi ci davamo qualcosa tutti i giorni”. Infine una battuta sui rapporti con la famiglia Versace: “Con la sua famiglia ho chiuso da quel giorno, non ho mai più parlato con loro”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ANTONIO D’AMICO SULLA MORTE DEL COMPAGNO GIANNI VERSACE
Antonio D’Amico: “Io e Gianni Versace siamo cresciuti insieme”, lunga intervista a Storie Italiane del compagno dello stilista italiano morto nel 1997. Un faccia a faccia con Eleonora Daniele iniziato sulle note di Caruso: “Quando è uscita questa canzone, l’abbiamo usata per una sfilata: a me è rimasta sempre nel cuore, anche forse per la bellezza della canzone stessa. E’ un po’ un viaggio, sia Gianni che io abbiamo sempre fatto viaggi: ci siamo incontrati e abbiamo fatto un percorso comune”. Sul primo incontro: “Io l’ho conosciuto a uno spettacolo per vedere un balletto: non credo sia stato un colpo di fulmine. Io ero giovane, avevo 22 anni ed ero un po’ emozionato per averlo conosciuto: non avrei mai pensato che la mia vita cambiasse così”. Antonio D’Amico ha poi sottolineato: “Lui è stata la persona con cui ho condiviso tutto, siamo cresciuti insieme: in qualche modo, sia a livello lavorativo che personale, era il mio maestro”.
“SERIE TV RIDICOLA”
“Abbiamo costruito la nostra vita passo dopo passo, un mattoncino alla volta” ha aggiunto D’Amico, parlando anche del lato artistico di quel periodo: “Un periodo magico che non tornerà mai più nel mondo della moda: grandi stilisti che hanno costruito il made in Italy”. L’ex compagno di Gianni Versace ha poi parlato della fiction sulla sua morte fatta negli USA: “Io quel giorno non lo voglio più raccontare, l’ho già raccontato tante volte e dopo venti anni è giusto che lo dimentichi in termini di racconto. Rimane dentro di me, le immagini rimangono dentro di me. Io non l’ho vista, ho visto solo alcuni fotogrammi su internet e l’ho definita ridicola: niente appartiene alla nostra vita, niente appartiene a quello che era il nostro modo di essere e di vivere. Quando vuoi rappresentare una vera storia o vai su fatti concreti o lasci perdere: per fare una commedia ridicola, fai una parodia e non fare un prodotto che deve essere reale”. E aggiunge: “So io qual è la verità, so io chi era Gianni Versace: una persona meravigliosa, semplice, gentile, ironica, con un sorriso di un ragazzo alla scoperta del mondo. Era un genio, ho lavorato con lui per 15 anni e ogni sfilata era un’emozione: quando usciva in passerella io ero felice per lui, perché sapevo che aveva avuto successo. L’applauso della gente mi faceva emozionare ogni volta”.