La vicenda
Sono stati liberati i due pescherecci italiani ed i 13 membri dell’equipaggio che si trovavano a bordo, fermati dalle autorità libiche lo scorso martedì. I due mezzi partiti da Mazara del Vallo, “Afrodite Pesca” e “Matteo Mazzarino”, si trovavano a 30 miglia di distanza da Derna quando una motovedetta della Libia ha esploso alcune raffiche di mitra, prima di condurli verso il porto di Rasi Al Hilal. Per fortuna non ci sono stati feriti fra i marinai presenti a bordo ed il fermo è durato solo tre giorni, come comunicato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte con una nota ufficiale. Questa sera, domenica 14 ottobre 2018, Le Iene Show raggiungeranno Mazzara del Vallo e parleranno con i familiari delle vittime, grazie al servizio di Silvio Schembri, che si metterà anche in contatto con l’equipaggio. Nessuna conseguenza intanto per le due società armatrici, la MCV Pesca di Vincenzo Asaro per quanto riguarda il Matteo Mazzarino e la Afrodite Pesca Srl dei fratelli Pellegrino per il peschereccio omonimo. Il Sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi, ha seguito da vicino l’intera vicenda ed ha espresso estrema soddisfazione nel sapere che i connazionali sono stati liberati nel giro di poco tempo. Fra i desideri del Primo Cittadino, sottolinea Trapani Ok, adesso c’è la possibilità che vengano fatte delle “intese per garantire la tranquillità di chi va per mare per lavorare”.
Il sequestro delle autorità libiche
I due pescherecci di Mazara del Vallo sequestrati dalle autorità libiche nei giorni scorsi sono già sulla via di casa. La situazione spinosa è stata risolta in tempi relativamente brevi, anche se si è temuto il peggio quando la Libia ha preso del tempo prima di comunicare il rilascio. Secondo Nicola Cristaldi, Sindaco di Mazara, le motovedette straniere avrebbero inoltre sparato senza alcun avviso. Nessun ferito, ma qualche danno alle attrezzature ed alla cabina della Afrodite Pesca, che in quel momento trasportava sei uomini. A detta del Primo Cittadino, sottolinea TgCom24, il sequestro è avvenuto tra l’altro in acque che la Libia considera di sua proprietà in modo illegittimo. Prima del rilascio dell’equipaggio e dei due pescherecci è stato sequestrato inoltre l’intero pescato, anche se solo una parte del carico è stato effettivamente raccolto nelle acque libiche. Tutto risolto quindi, anche se la popolazione di Mazara ha temuto il peggio per via degli episodi precedenti, quando diversi compaesani sono stati arrestati ed imprigionati ed altri non hanno fatto più ritorno dopo essere stati lasciati in totale abbandono. Una situazione avvenuta sei anni fa con la motopesca Damiela L, affondata diverso tempo dopo nel porto di Bengasi.