«Non dovevano esserci rifiuti» nel capannone della Ipb Srl di via Chiasserini a Milano. Lo ha detto Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano che questo pomeriggio ha fatto un sopralluogo con l’assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo e all’assessore ai Trasporti, all’ambiente e alla mobilità di Milano Raffaele Granelli. Scavuzzi, come riportato da Quotidiano.net, ha spiegato che a luglio «il capannone era vuoto» mentre a fine agosto la società di smaltimento rifiuti aveva ricevuto «il diniego all’autorizzazione» ad operare, perché mancava la fideiussione per la copertura dell’eventuale danno ambientale. Era stata la polizia locale giovedì scorso a trovare i rifiuti in seguito ad un’ispezione nell’area. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa: «La guerra dei rifiuti in Lombardia è una battaglia che intendiamo combattere con fermezza e risolutezza da subito. La Lombardia è terra dei fuochi come il resto di Italia, anche per la Lombardia stiamo scrivendo la norma Terre dei Fuochi». (agg. di Silvana Palazzo)
ARPA: NO ALLARMI INQUINAMENTO
Non ci sarebbe allarme inquinanti nei luoghi dei due incidenti che hanno devastato ieri notte due depositi di rifiuti alla perfieria di Milano. Lo dicono i tecnici dell’Arpa dopo i sopralluoghi del caso: “Le prime verifiche con strumenti da campo non hanno rilevato inquinanti presenti se non alcune tracce di ammoniaca”. Viene anche detto che “dalle misure speditivi effettuate nelle aree circostanti l’incendio con apposita apparecchiatura non si rilevano contaminazioni”. Il materiale che era custodito nel deposito, viene spiegato, era costituito da rifiuti urbani misti quali plastica e legno (Agg. Paolo Vites)
APERTA INCHIESTA
La procura di Milano ha aperto un fascicolo d’inchiesta per individuare le cause dell’incendio che è divampato domenica sera nella zona Nord della città, in un deposito di stoccaggio rifiuti. L’indagine dovrà fare chiarezza sulla natura del rogo sebbene i sospetti iniziali è che si tratti di un incendio doloso. Solo cinque ore dopo il primo incendio ne è divampato un secondo a pochi chilometri di distanza a Novate Milanese, nei capannoni di una ditta che si occupa come la prima di smaltimento rifiuti, in questo caso carta da macero. Non è chiaro se i due episodi siano o meno collegati. Certamente rappresenta l’ennesimo caso in Lombardia negli ultimi giorni, dopo che lo scorso giovedì sono state arrestate sei persone in provincia di Pavia nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Dda. Intanto i Vigili del fuoco sono ancora al lavoro e per l’intera giornata di oggi 15 ottobre andranno avanti le operazioni di spegnimento. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
2 ROGHI: “CHIUDETE LE FINESTRE”
I Vigili del fuoco sono ancora al lavoro al fine di domare le fiamme del grosso incendio divampato nella serata di domenica in un deposito di rifiuti, nei pressi di Quarto Oggiaro, Milano. In realtà, come spiega Il Giornale, sarebbero ben due i roghi che si sono innescati a distanza di poche ore e di pochi chilometri l’uno dall’altro. Il primo alla Bovinasca, il secondo a Novate Milanese. A dominare nei cieli meneghini è stata l’ampia nube nera che ha subito fatto scattare l’allarme per la sua possibile tossicità. Per tale ragione il Comune di Milano ha invitato fortemente i cittadini a tenere chiuse le finestre delle proprie abitazioni per l’intera giornata di oggi. Il primo rogo, come spiegato in un tweet dalle autorità, ha impegnato quaranta vigili del fuoco in un capannone industriale adibito a deposito rifiuti. Come riporta Repubblica, non poco distante, a Novate Milanese, è andata a fuoco una ditta di plastica e carta che ha reso necessario, anche in questo caso, l’intervento dei vigili del fuoco con ben otto squadre per tentare di contenere i danni. Il risultato dei due incendi, oltre all’alta colonna di fumo denso e nero è ovviamente l’aria irrespirabile nelle zone limitrofe ai due incendi sui quali sono in corso gli accertamenti. (Aggiornamenti di Emanuela Longo)
APPELLO DEL COMUNE
E’ ancora in atto l’incendio di vaste proporzioni divampato nella serata di ieri nella zona Nord di Milano, in via Dante Chiasserini. Il rogo ha riguardato un capannone di rifiuti della Ipb, in zona Bovisacca e nei pressi di Quarto Oggiaro ma, secondo le notizie diffuse questa mattina dall’agenzia di stampa Ansa, pare sia tutto sotto controllo e i vigili del fuoco non avrebbero intravisto rischi per le abitazioni vicine alla ditta in fiamme. Nonostante questo, i cittadini sono stati invitati dal Comune a non aprire le finestre delle proprie abitazioni. A lanciare l’appello è stato Marco Granelli, assessore alla Mobilità e all’Ambiente del Comune di Milano: “Visto il vento debole e costante e le prime rilevazioni di Arpa, fatto insieme il punto alle ore 1.15 del 15 ottobre con Ats, Arpa e VVFF si decide di confermare ai cittadini a titolo preventivo la precauzione di tenere chiuse le finestre per tutto il tempo dell’incendio fino al suo spegnimento”, ha fatto sapere. Le zone interessate sono soprattutto quelle limitrofe, dunque le vie Chiasserini dal ponte verso via Porretta, via Porretta, via Castellammare, via Arturo Graf, via Perini, via Eritrea. Secondo le previsioni, non si esclude che “l’incendio durerà per tutta la giornata di lunedì 15 ottobre”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
FIAMME NELLA NOTTE A MILANO
Notte da incubo a Milano, letteralmente scossa da fiamme altissime e una grande colonna di fumo nero visibili a chilometri di distanza. A bruciare, un capannone di una azienda che si occupa di stoccaggio di rifiuti e lavorazione di inerti alla Bovisasca, nella zona Nord di Milano, nei pressi di Quarto Oggiaro. Il rogo, partito dopo una serie di esplosioni, sarebbe divampato intorno alle 20.30 di ieri, domenica 14 ottobre presso l’azienda di smaltimento di via Chiasserini, in quel momento chiusa. Secondo quanto riferisce oggi il quotidiano Il Giorno, l’incendio sarebbe stato così disastroso da aver provocato danni anche alla vicina azienda che si occupa di trasporto disabili e anziani. A lanciare l’allarme sono stati i cittadini allertati dalle fiamme e che hanno subito bollato l’accaduto come “un disastro”. Sul posto sono prontamente giunti gli uomini dei vigili del fuoco con autobotti e autoscale, coadiuvati dai colleghi del nucleo Nbrc che si sono occupati del monitoraggio dell’aria a causa della grande nube nera che ha fatto subito allertare per la sua presunta tossicità. Sul luogo dell’incendio anche la polizia e il 118 con due ambulanze e un’automedica, ma anche gli esperti dell’Arpa. I cittadini sono stati invitati a non aprire le finestre. Due le persone soccorse: si tratta di un uomo di 49 anni colpito da alcuni calcinacci mentre era a bordo della sua auto ed un vigile del fuoco 41enne. Entrambi sarebbero rimasti leggermente feriti e sono stati trasportati in codice verde rispettivamente all’ospedale Sacco ed alla Multimedica di Sesto San Giovanni.
INCENDIO A MILANO: ACCERTAMENTI SULLE CAUSE
A poche ore dall’imponente incendio che ha fatto scattare l’allarme a Milano e che sarebbe già stato domato dai vigili del fuoco, ci si domanda quali possano essere state le cause. Attualmente sono in corso tutti i dovuti accertamenti per fare luce sull’accaduto. Secondo i primi racconti dei residenti, pare che le fiamme si siano sviluppate molto rapidamente in vari punti del deposito di rifiuti e questo farebbe pensare all’uso di liquido infiammabile accelerante. Quasi certamente, dunque, secondo i primi sospetti ci troveremo di fronte ad un rogo di natura dolosa. Non una novità per Milano e la sua provincia. In merito all’incubo nube tossica causata dalla fiamme che sono proseguite per tutta la notte, come spiega Corriere.it, i vigili del fuoco e i tecnici dell’Arpa al momento avrebbero escluso gravi problemi per la salute ma occorrerà attendere ancora per capire con certezza quali materiali erano presenti nel capannone e se si tratti o meno di rifiuti pericolosi. “La situazione è disastrosa, c’è tanto fumo, i vigili del fuoco sono al lavoro da ore. Per fortuna noi stiamo bene. Ma i danni, per l’azienda colpita e per quella prospiciente, che si occupa di trasporto disabili e dovrà fare i conti con furgoni carbonizzati, sono gravissimi”, ha raccontato a Il Giorno una donna dipendente di una ditta limitrofa a quella andata in fiamme. Al momento di teme anche per la tenuta dell’intera struttura.