Grazia Biondi ha dovuto affrontare due volte il suo aguzzino, il marito condannato a 10 mesi lo scorso luglio per le violenze fisiche e psicologiche messe in atto per diversi anni. Uno sconto di pena imprevisto, che agli occhi della vittima è apparso ancora una volta come una beffa delle istituzioni. Nove anni di violenza, sottolinea Grazia in una lunga lettera diretta a Laura Boldrini, presidente della Camera, e Maria Elena Boschi, vice presidente del Consiglio. Sono le istituzioni infatti che ai suoi occhi hanno il dovere di intervenire per tutelare i diritti delle donne e degli esseri umani in generale, “contro chi calpesta la dignità umana e la legalità”. Chi non ha mezzi per potersi difendere deve poter contare su uno Stato attento ad un fenomeno sempre più in crescita. Grazia Biondi racconterà la sua personale esperienza a Sopravvissute, in onda nella seconda serata di oggi, sabato 29 settembre 2018. L’incubo della donna inizia infatti quando il marito si trasforma in carnefice e si intensifica quando decide di ribellarsi. Scatta quindi il piano per toglierle ogni dignità di essere umano: viene sequestrata e rinchiusa in una stanza. Potrà continuare a lavorare nell’azienda di famiglia, ma non le verrà dato alcun contributo economico. Persino gli anziani genitori subiranno le azioni di stalking e verranno minacciati di morte come la donna. Grazia denuncia quindi aggressioni e lesioni più volte, fra cui sono presenti anche dei tentativi di strangolamento. “Ho taciuto per la paura di essere ammazzata”, scrive nella sua lunga lettera, “per la vergogna e il timore di non essere creduta”. Non ha però mai smesso di lottare.
GRAZIA BIONDI, LA VITA OLTRE LE VIOLENZA
Dieci anni fa Grazia Biondo decide di andare oltre le violenze subite e di prodigarsi perché nessun’altra donna debba continuare a vivere violenze e abusi in silenzio. Fonda così la Associazione Manden, la fondazione che entra subito a far parte della rete di vittime e associazioni, l’AMA. Una fitta rete di Auto-Mutuo-Aiuto che a più livelli si occupa da tempo di donne e bambini, di violenze e casi brutali. Le vittime possono così sperare di ritornare alla realtà, uscire dalla loro situazione. Prevenzione e azione sono i due cavalli di battaglia della fondazione creata dalla Biondo, che in prima persona ha vissuto le vessazioni del marito. L’esperienza di Grazia è stata raccontata più volte sui profili social della donna, decisa a condividere quanto le è accaduto con tutte le altre donne. Un’iniziativa che alla fine ha portato ad ottenere 100 mila consensi in un solo anno. “Ne uscirà punito grazie alla prescrizione”, ha scritto appena l’anno scorso alle istituzioni italiane per fermare il condono che avrebbe ricevuto il marito, colpevole di averla annientata in tanti anni di matrimonio. Solo nel 2011 infatti le autorità riusciranno ad intervenire in seguito alle numerose denunce ed il marito messo dietro le sbarre con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e violiazione degli obblighi di assistenza familiare. “La denuncia peggiore acuisce la rabbia ed il desiderio di vendetta dell’aguzzino”, scrive nella lettera come riporta Salerno Today, senza considerare che le vittime a quel punto sprofondano in una lotta contro l’indifferenza altrui e l’omertà di chi vuole mettere tutto a tacere.