Le Iene tornano alla carica e per la seconda volta nel giro di pochi giorni approfondiscono tutti i misteri rimasti intatti sulla Strage di Erba per la quale Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati all’ergastolo per l’omicidio di Raffaella Castagna, il figlioletto Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, l’11 dicembre 2006. La seconda puntata dell’inchiesta di Marco Occhipinti e Antonino Monteleone ha visto approfondire le intercettazioni subito successive al risveglio dell’unico superstite scampato alla strage, quel Mario Frigerio (scomparso poi per malattia nel 2014): viene mandata in onda una intercettazione ambientale del 2 gennaio 2007 del Frigerio in cui viene inizialmente riconosciuto come aggressore un uomo dalla pelle olivastra e di grossa corportatura, poi riconosce invece Olindo Romano come colpevole, il che ha dato via libera alla prova regina contro i vicini di casa del tragico appartamento di Erba. Nell’intercettazione del 2007 però, mostrano le Iene, Frigerio inizialmente confessava che l’aggressore era un uomo straniero dalla pelle scura: secondo la trasmissione di Mediaset, «Il nome di Olindo viene fatto per la prima volta dal maresciallo Gallorini, il quale durante un interrogatorio avrebbe fatto il nome di Olindo per ben 9 volte». Per questo motivo il cambio di versione di Frigerio potrebbe anche essere stato una sorta di “manipolazione” (voluta o non voluta, questo non viene avanzato) della memoria e dei ricordi.
STRAGE DI ERBA, LE INTERCETTAZIONI AMBIENTALI “SPARITE”
Nel servizio poi si spiega come quelle stesse intercettazioni sarebbero poi sparite e mai messe agli atti: Frigerio, l’unico superstite che potrebbe svelare se si tratta di verità o falsità, è deceduto nel 2014 e non potrà più parlare. È lo stesso Azouz Marzouk a dubitare fortemente della colpevolezza di Olindo e Rosa e più volte in questi anni ha provato a far riaprire il caso perché ritiene che in carcere vi siano “due innocenti”. Durante il servizio viene raggiunto anche Salvo Sottile, giornalista e conduttore di Quarto Grado all’epoca dei fatti: «“Olindo e Rosa sono colpevoli, perché in 12 anni non c’è stato un solo elemento che potesse portare all’apertura dell’inchiesta. 26 giudici in tre gradi di giudizio hanno considerato colpevoli Olindo Romano e Rosa Bazzi. Hanno confessato loro stessi. Frigerio, che avrebbe dovuto morire in quella strage, gli ha riconosciuti. E poi ci sono le tracce di sangue delle vittime trovate sulla macchina». Secondo lo stesso Sottile non vi sarebbe “manipolazione” del ricordo di Frigerio, bensì «C’è un tempo in cui si metabolizza un ricordo. La prima sensazione e poi il secondo ricordo più dettagliato e completo. Nel primo ricordo Frigerio non fa un altro nome, nel secondo fa il nome di Olindo».
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