Era il 13 febbraio 2007 quando di Giovanni Ghinelli, infermiere bolognese, all’epoca dei fatti 33enne, si persero misteriosamente le tracce. Sono trascorsi oltre 11 anni ma ancora oggi non è chiaro cosa sia potuto accadere al giovane dopo essere sceso dall’auto dei genitori all’incrocio tra via dell’Arcoveggio e via Roncaglio a Bologna. Rivolgendosi alla madre, nel bel mezzo di una discussione si era limitato a dire: “Tieni le chiavi di casa, so dove andare”. Poi, da allora, di lui più nessuna notizia. Nelle passate ore la stessa donna, Antonia Angeloni, parlando in una intervista all’emittente E’tv ha lanciato un appello importante: “Credo che tutti i genitori degli scomparsi, che sono tanti, abbiano diritto di sapere cosa è successo. Io voglio sapere cosa è successo a mio figlio e farò il possibile perché il caso sia riaperto”, ha dichiarato. Nel 2012 l’indagine sulla scomparsa del figlio fu archiviata senza giungere ad una verità ma nessuno avvertì la famiglia della chiusura del caso. Ora però, i genitori di Giovanni Ghinelli sono intenzionati a chiedere con forza la riapertura del caso, anche grazie al supporto dell’avvocato Barbara Iannuccelli.
SCOMPARSA GIOVANNI GHINELLI: 11 ANNI DI SILENZIO
In questi anni di silenzi e angosce, la madre di Giovanni Ghinelli ha avuto modo di pensare a lungo a cosa possa essere accaduto al figlio. Oggi sembra essere giunta ad una convinzione: “Giovanni non si è ammazzato né si è allontanato volontariamente, gli è successo qualcosa di grave come era emerso dalla prima attività investigativa svolta, che è stata poi incredibilmente archiviata”. Per questo motivo è intenzionata a chiedere la riapertura del caso. A parlare nei giorni scorsi era stato anche l’avvocato della famiglia Ghinelli che, al Corriere.it aveva riferito la sua convinzione di non essere stato fatto abbastanza in questi 11 anni. Giovanni era depresso per la fine di una relazione ed altri motivi. A qualche settimana dalla sua scomparsa fu ritrovato il suo zaino sull’argine del fiume Reno, a Pieve di Cento. La svolta accadde due mesi dopo, quando il suo cellulare fu ritrovato da un ragazzo che lo consegnò ai carabinieri. Ripartirono le ricerche ma non portarono mai a nulla di concreto.