Dopo la bufera sul ‘caso Unieuro’, Laura Castelli torna a parlare del reddito di cittadinanza e lo fa al Corriere della Sera. La sottosegretaria all’Economia in quota Movimento 5 Stelle ha commentato: “Misura di riconversione industriale? Perché, con la rivoluzione tecnologica del lavoro, serve un meccanismo, come in tutta Europa, che permetta di riqualificarsi e rientrare al lavoro senza che nel frattempo si muoia di fame”. Poi sull’obiettivo della Lega di limitare le risorse: “No, diciamo che il reddito è una misura che abbiamo sempre spinto noi. Ma non è assistenziale. E di riconversione industriale il Nord ne ha molto bisogno”. Infine, una battuta sui controlli: “La digitalizzazione serve a questo, mappare e controllare. Inoltre, chi truffa avrà 6 anni di carcere. I controlli verranno fatti a monte per vedere se quel nucleo familiare ha diritto al reddito di cittadinanza. Lo si farà incrociando le banche dati. A questo si assocerà la tracciabilità, per smascherare eventuali abusi”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
STRANIERI IN CODA NEI CENTRI PER L’IMPIEGO
Il reddito di cittadinanza sarà a breve realtà. La novità è stata introdotta nella manovra di bilancio e con l’avvento del prossimo anno diverrà ufficiale. Stando a quanto sostenuto dal ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, il sussidio in questione potrebbe spettare anche ai residenti stranieri che si trovano in Italia da almeno 10 anni, e fra questi vi sarebbero anche immigrati e rom. Come scrive stamane l’edizione online di Libero, molti di loro sarebbero già in coda nei centri impiego per avere informazione in merito al famoso assegno da 780 euro al mese. A Torino, ad esempio, fila fin dalle prime luce dell’alba: «Non essendoci ancora nulla di concreto sul tema – le parole a Libero di Patrizia Zoppolato, responsabile del centro per l’impiego della città – anche noi restiamo in stand bye. Sicuramente, però, il reddito di cittadinanza è una misura che interessa molto alla gente e una volta che verrà approvata e riceveremo indicazioni, ci muoveremo di conseguenza». Situazione simile anche a Milano, prosegue Libero, dove alcuni nigeriani hanno iniziato a chiedere informazioni sul reddito di cui sopra, insieme ad alcune donne dell’est Europa. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LIMITE A 18 MESI?
Arrivano nuovi aggiornamenti e nuovi cambiamenti per quanto riguarda il reddito di cittadinanza. Secondo quanto riportato dai colleghi de Il Messaggero, la durata del sussidio per coloro che si trovano in una situazione di povertà assoluta non sarà più di tre anni come previsto in un primo momento: spunta infatti il limite a 18 mesi. Claudio Borghi, presidente della Commissione bilancio e economista della Lega, ieri aveva parlato dell’ipotesi di erogazione dell’assegno per 24 mesi ma il quotidiano capitolino sottolinea che l’esecutivo gialloverde starebbe pensando di fare scegliere la soglia fino ai 18 mesi, così da fare abbassare i costi del provvedimento. E proprio sulle risorse destinate al provvedimento fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle sono state al centro di uno scontro a distanza tra Di Maio e Salvini: nella nota di aggiornamento del Def sono finanziate riforma Legge Fornero e reddito di cittadinananza con un fondo unico di 16 miliardi di euro. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
BOERI: “MAI DARE SOLDI A CHI NON LAVORA”
Farà discutere e non poco il commento del Presidente Inps sul reddito di cittadinanza, specie dopo i fortissimi scontri nel passato tra Tito Boeri e il Movimento 5 Stelle. «Trasferire risorse da chi lavora a chi non lavora è un percorso sbagliato. Ci vuole più lavoro, il che significa pensioni più alte. Il percorso di successo è quello di alleggerire gli oneri su chi lavora. Muoversi nella direzione opposta, triplicando l’afflusso di chi va in pensione e di chi non lavora, significa colpire la fiscalità generale». In merito al problema della spesa pensionistica, commentando la simile misura della pensione di cittadinanza, Boeri accusa «Non è aumentando la spesa pensionistica che si può far crescere l’economia del nostro paese, è esattamente il contrario», spiega parlando a Venezia il Presidente dell’Istituto di Previdenza.
DI MAIO, “6 ANNI DI GALERA A CHI IMBROGLIA”
Continua la polemica sul reddito di cittadinanza e questa volta coinvolge due esponenti di spicco del Governo M5s-Lega: parliamo dei vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. C’è stato uno scontro sulle cifre dei fondi della manovra fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, un clima di tensione che segue la guerra sulla cifra da destinare alla proposta pentastellata. Intervenuto al Question Time al Senato, il capo politico M5s ha analizzato un altro aspetto del reddito di cittadinanza: “Se ci saranno persone che vogliono imbrogliare rischieranno fino a sei anni di galera”, evidenziando che “nel provvedimento sono inserite anche delle misure per contrastare i furbi”. La proposta “si rivolge a persone per bene”, con il reddito di cittadinanza che Di Maio classifica come “politica attiva del lavoro”. Infine, il ministro del Lavoro ha evidenziato che “i 780 euro non saranno dati a tutti: chi ha un reddito di 500 euro, ne percepirà 280”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SCONTRO SALVINI-DI MAIO SU FONDI
Una guerra “col sorriso”: il Reddito di Cittadinanza, come promesso dai grillini in campagna elettorale, è il vero perno attorno cui ruota tutta la proposta politica del M5s e sarà il provvedimento che costerà di più nella prossima Manovra Economica. Dopo la conclusione del Def e la presentazione oggi in Parlamento (qui tutti gli ultimi dettagli), c’è un “però” che aleggia all’interno del Governo gialloverde e riguarda la cifra dei fondi stanziati per la misura “contro la povertà”: per Di Maio, come detto ieri sera in conferenza stampa a Palazzo Chigi, il Reddito di Cittadinanza costerà 10 miliardi di euro su una Manovra da 20-25. Salvini però, non è del tutto d’accordo: «Dieci miliardi per il reddito di cittadinanza? No, ce ne sono otto», con Di Maio che ribatte subito a Radio Radicale «Nella manovra ci sono 20 miliardi: 10 per il reddito di cittadinanza, 7 per riformare la legge Fornero, 2 per la Flat tax e 1 miliardo per le assunzioni straordinarie». Secondo la versione ufficiale dei grillini, Salvini «si sarebbe confuso. Ho qua davanti la tabella delle cifre aggiornata e, d’accordo con i nostri partner di governo, abbiamo stanziato 9 miliardi più uno per il reddito di cittadinanza», riporta il sottosegretario agli Affari regionali Stefano Buffagni (M5s) a Mattino Cinque.
COME SI ATTUERÀ IL REDDITO DI CITTADINANZA
«Il Governo vuole investire sul sorriso degli italiani» aveva detto solo qualche giorno fa il Vicepremier Di Maio davanti alla Camera: quel sorriso potrebbe però celare, in attesa di vedere gli effetti (se dannosi o positivi) del complesso Reddito di Cittadinanza, una guerra intestina nel Governo con i leghisti potrebbe non essere così lontana. Le cifre sono solo lo specchio di una distanza ben più ampia sui contenuti stessi della misura: Salvini non lo ha mai nascosto, quel Reddito non lo convince anche se rispetta il Contratto di Governo e quindi lo appoggia assieme agli altri punti della Manovra Economica. Ieri sera a Porta a Porta il Ministro Barbara Lezzi, tra le più combattive sulla difesa del Reddito anti-povertà, ha spiegato «Con la tessera dove verrà accreditato il reddito di cittadinanza, sarà possibile fare la spesa, fare acquisti anche da Unieuro basta che non diventi un abitudine solo in quel caso verranno fatti dei controlli, sarà invece impossibile acquistare gratta e vinci, giocare a lotto o comprare delle sigarette» correggendo il tiro rispetto a quanto detto qualche giorno prima dalla Sottosegretario Economia Laura Castelli. Il problema è proprio l’attuazione (qui abbiamo tracciato qualche spunto per capirla meglio, ndr) e tra Lega e M5s le distanze – oggi minime – potrebbero allargarsi a partire dalle prossime settimane quando saranno messi a punto i termini e i regimi del Reddito. Il Premier Conte in una intervista alla Stampa ha spiegato «Il reddito di cittadinanza non sarà forse il volano della crescita. Ma aiuta le persone. Non la classe media, magari. Ma chi non ce la fa. E’ una misura di equità e giustizia sociale: per questo governo è una priorità». Se così sarà, lo scopriremo molto presto..