Da una parte le indagini sulle modalità con cui Jamal Khashoggi è stato barbaramente ucciso e poi il suo cadavere occultato, dall’altra lo scontro a livello politico e che coinvolge le diplomazie turche, saudite e americane. Dopo le prime ammissioni, dopo giorni di reticenze e depistaggi, arrivate da Riad in merito alla morte del giornalista dissidente nella sede del consolato arabo ad Ankara, il mistero sulla fine di Khashoggi prosegue su un doppio binario: da una parte sembrava che ci potesse essere una svolta in merito al ritrovamento dei resti dell’uomo nel giardino della residenza del console saudita, ma le indiscrezioni della stampa internazionale sono state smentite dalla stessa Procura di Istanbul che segue il caso (anche se restala ferma convinzione che il corpo di Khashoggi sia stato smembrato); dall’altra, invece, per la prima volta il presidente turco Erdogan ha alzato la voce contro la monarchia di Riad esigendo che vengano consegnati alla giustizia tutti i responsabili e sulla stessa linea si è posta anche la Casa Bianca, con Donald Trump che si era detto poco convinto dalla (peraltro tardiva) versione fornita dallo staff del consolato e il suo vice, Mike Pence, che ha promesso che l’uccisione della firma del Washington Post non resterà senza risposte e sarà punita come merita. (agg. di R. G. Flore)
TROVATE PARTI DEL CORPO DI KASHOGGI?
Finalmente anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan esce allo scoperto e a proposito della morte di Jamal Khashoggi, ammessa ora in modo tardivo anche dalle autorità saudite con tanto di scuse surreali al figlio del giornalista dissidente, e chiede in modo aperto a Riad che vengano consegnati alla giustizia i responsabili dell’efferato crimine. Il corpo di Khashoggi, infatti, sarebbe stato fatto a pezzi dopo la morte susseguente un interrogatorio finito male ma è stata smentita, o quantomeno non confermata, dalla Procura di Istanbul l’indiscrezione secondo cui è stato effettuato il ritrovamento proprio di alcune parti del corpo dell’uomo. A riferirlo è la tv di stato della Turchia che quindi smentisce le fonti di Skynews secondo cui alcuni resti umani sarebbero stati rinvenuti nel giardino della residenza del console saudita nel Paese. (agg. di R. G. Flore)
ERDOGAN, “RIAD TROVI TUTTI I RESPONSABILI”
“Ammettendo l’omicidio di Khashoggi, l’Arabia Saudita ha compiuto un passo significativo: ora ci aspettiamo che tutti i responsabili siano trovati, a partire dal livello pù basso”: netto il commento del presidente turco Erdogan al gruppo parlamentare del suo Akp ad Ankara. Sviluppi importanti nelle indagini per la morte del giornalista saudita, i cui resti sarebbero stati rinvenuti nel giardino della residenza del console saudita, come sottolineato da Sky News. Il numero uno di Ankara ha anche intrattenuto una conversazione telefonica con il presidente americano Donald Trump: “deve essere fatta luce in tutti gli aspetti della vicenda”, riferiscono fonti della presidenza di Ankara. Domani mattina, inoltre, verrano resi pubblici i risultati dell’inchiesta portata avanti dalle forze dell’ordine in questi giorni. Ricordiamo inoltre che i magistrati della procura di Istanbul hanno interrogato cinque dipendenti turchi in qualità di testimoni. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“UCCISIONE ERA PIANIFICATA”
Esce allo scoperto il “Sultano” Erdogan e come promesso in Parlamento rivela le verità emerse fin qui dalle indagini condotte dalla Turchia sulla morte del giornalista ucciso nel consolato saudita ad Istanbul. Come riportato da La Repubblica, Erdogan ha dichiarato:”L’omicidio di Jamal Khashoggi è stato attentamente pianificato da giorni prima della sua morte, e sono stati fatti dei sopralluoghi nella foresta di Belgrado e nella zona di Yalova come possibili luoghi di sepoltura del corpo”. Suscitando l’applauso dell’Aula, Erdogan ha aggiunto:”Fonti investigative saudite hanno dichiarato che il cadavere è stato consegnato dal commando a un collaboratore locale dell’Arabia Saudita a Istanbul. Vogliamo sapere chi è questo collaboratore locale”. Erdogan ha chiarito che “15 uomini sono arrivati dall’Arabia Saudita, tra loro anche alcuni ufficiali, per preparare l’omicidio. Il giorno prima, il primo ottobre, hanno fatto anche un sopralluogo nella Foresta di Belgrado e nella zona di Yalova per individuare un possibile luogo di sepoltura”. Ma il Sultano non è stato tenero neanche nei confronti dell’Arabia Saudita:”Non ho dubbi sulla sincerità di re Salman. Detto questo, porteremo avanti le indagini necessarie e indipendenti, perché questo è un omicidio politico”. (agg. di Dario D’Angelo)
KHASHOGGI UCCISO E FATTO A PEZZI
Una rissa finita male, secondo il principe ereditario saudita che ieri ha telefonato personalmente ai familiari del giornalista Jamal Khashoggi. Ma anche un tentativo di far sparire la vittima finito malissimo, in pieno stile Pulp Fiction. Parti del corpo dell’uomo sono infatti state ritrovate poco fa nel giardino della residenza del console saudita: Khashoggi sarebbe stato sfigurato e tagliato a pezzi, come si sospettava. Gli autori del massacro forse pensavano che data l’extraterritorialità di ogni ambasciata e consolato nessuno si sarebbe recato a guardare lì, ma invece le autorità turche lo hanno fatto. Ed è da lì che sono spuntati i pezzi del corpo, anche se non è chiaro se manchino altri pezzi. Khashoggi, sempre secondo le indiscrezioni, sarebbe stato strangolato e poi si sarebbe cercato di far sparire il corpo, ma l’azione dell’intelligence saudita si sta rivelando un autentico fallimento (Agg. Paolo Vites)
TRUMP SODDISFATTO DELLA VERSIONE SAUDISTA
Potrebbe emergere definitivamente quest’oggi la realtà in merito all’uccisione del giornalista saudita Jamal Khashoggi, ucciso dentro al consolato di Istanbul, molto probabilmente da alcuni suoi connazionali. L’indagine spinge nella direzione saudita, anche se per ora il responsabile vero e proprio, colui che ha ammazzato il povero Khashoggi, non è stato individuato. Fino ad oggi l’Arabia ha fornito delle versioni sulla questione che non sono affatto piaciute al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump (la vittima lavorava per il Washington Post), e che sono state molto vaghe, cercando nel contempo di sviare l’attenzione dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, ritenuto da molti il responsabile, o per lo meno, il mandante di questo brutale omicidio. Secondo Trump è passato fin troppo tempo dalla morte di Khashoggi, e la richiesta di un mese in più dei sauditi per indagare, viene ritenuta immotivata. Trump, a Usa Today, ha comunque voluto precisare che né il re Salman né tanto meno il principe ereditario Mohammed bin Salman sarebbero in alcun modo coinvolti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
INTERVIENE ERDOGAN
«Dall’inchiesta uscirà la verità»: sentire proferire queste parole dal Governo di Riad farebbe “sorridere” se non fosse che in mezzo vi è la vita di una persona come Jamal Khashoggi fatto fuori dal Regime giorni fa e con una versione diversa ogni giorno, in pratica. Un mistero che vede sempre di più i reali sauditi implicati (quantomeno indirettamente) nel delitto che ha fatto crollare la diplomazia mediorientale, già piuttosto delicata di suo senza il caso del cronista ucciso in consolato a Istanbul. Mbs e il Re si dicono ancora non coinvolti ma ci sono delle prove emerse dalle indagini turche che dicono il contrario: «Saud Al Qahtani, stretto consigliere del principe Mohammed bin Salman, avrebbe guidato le operazioni che hanno portato all’omicidio via Skype». Lo ha detto il Presidente turco Erdogan in una dichiarazione di forte accusa contro il Governo di Raid, questa mattina: il delitto, secondo il “Sultano” di Ankara, era stato «pianificato da giorni» e ci sarebbero le prove di quel coinvolgimento dello stretto consigliere del principe saudita. «Ammettendo l’omicidio di Jamal Khashoggi, l’Arabia Saudita ha compiuto un passo significativo, ma ora ci aspettiamo che tutti i responsabili dal livello più basso al più alto siano trovati», ha poi aggiunto Erdogan.
HUMAN RIGHTS WATCH VS ARABIA SAUDITA: “VERITÀ”
Nella giornata in cui emergono nuovi dettagli e delle immagini che riguardano le ultime ore di vita del giornalista arabo Jamal Khashoggi, sulla cui morte le colpe a carico dei funzionari del consolato dell’Arabia Saudita si fanno sempre più pesanti, è arrivato anche un durissimo attacco alla monarchia del principe bin Salman da parte di Human Rights Watch: infatti, secondo la ong internazionale, adesso servirebbe una risposta forte da parte delle Nazioni Uniti nei confronti dei sauditi, invitando inoltre non solo gli Stati Uniti ma pure le altre grandi potenze mondiali a interrompere i rapporti commerciali (e segnatamente quelli che riguardano il traffico di armi) con Riad: insomma, HRW punta il dito decisamente contro l’Arabia Saudita, responsabile anche morale dell’assassinio del giornalista dissidente Khashoggi, lamentando anche il fatto che la comunità internazionale ancora non si è espressa con un’unica voce per condannare la brutale uccisione di una voce libera e tirando in ballo pure il doppiopesismo di Donald Trump. Da sempre, infatti, gli Stati Uniti ritengono il Paese arabo il principale interlocutore con l’Islam moderato nell’area mediorientale e, a giudizio di HRW, “il Presidente ha più volte scusato le continue giustificazioni dell’Arabia e li ovvi tentativi di nascondere la verità su chi sia il responsabile dell’uccisione di Khashoggi”. (agg. di R. G. Flore)
CORPO DEL REPORTER FUORI DALLA TURCHIA?
In queste ore si susseguono senza sosta le ipotesi sulla drammatica fine del reporter Khashoggi, scomparso misteriosamente il 2 ottobre scorso. Alle 13.14 di quel giorno sono fissate le sue ultime immagini mentre sta per entrare nel consolato dal quale però non ne sarebbe più uscito vivo. Come spiega AdnKronos, le autorità turche sono convinte che il cadavere del giornalista saudita sia stato fatto a pezzi, messo in un borsone e poi trasportato fuori dalla Turchia da una delle guardie del corpo del principe ereditario Mohammed bin Salman, Maher Abdulaziz Mutrib. A scriverlo è il portale Middle East Eye che cita fonti turche. Proprio Mutrib avrebbe lasciato la Turchia nel giorno della scomparsa del reporter, tra le 18 e le 20, a bordo di un jet privato. Secondo le fonti interpellate, i suoi bagagli non hanno passato il check in poichè avendo un passaporto diplomatico, ha attraversato direttamente la sala Vip dell’aeroporto internazionale Ataturk di Istanbul. Nessun controllo sarebbe stato eseguito neppure sull’aereo poichè il mezzo è partito prima della denuncia della scomparsa di Khashoggi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LE ULTIME IMMAGINI PRIMA DELLA SCOMPARSA
Lo scorso 2 ottobre, poco dopo le 13.00, il giornalista Jamal Khashoggi veniva immortalato da un video di sorveglianza del consolato saudita a Istanbul. Quelle immagini fanno riferimento a circa due ore prima della scomparsa, quando il reporter stava per entrare nel compound diplomatico e sono state rese note in esclusiva da Trt World, canale di notizie turco in lingua inglese. Il giornalista indossa camicia, giacca nera e pantaloni grigio chiaro. Intanto, come spiega Repubblica.it citando l’agenzia di stampa saudita, alla vigilia dalla fine dell’ultimatum di Erdogan in merito alla diffusione di notizie da parte della Turchia sulla scomparsa del giornalista saudita, il regno si è messo in contatto con la famiglia di Khashoggi per porgerle le sue condoglianze. Il re Salman bin Abdulaziz Al Saud ed il principe Mohammed bin Salman hanno avuto modo di parlare con il figlio della vittima. Intanto, dai media turchi iniziano a trapelare alcuni dettagli relativi all’uccisione del reporter. Maggiori dettagli sull’indagine, come anticipato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, saranno resi noti nella giornata di domani in occasione dell’incontro con i deputati dell’Akp. “Vogliamo giustizia e per questo sveleremo la nuda verità. Questo non è un caso comune. Farò dichiarazioni a proposito domani nell’incontro del gruppo parlamentare dell’Akp. Il caso sarà svelato completamente”, ha riferito.
KHASHOGGI, NUOVI PARTICOLARI CHOC SULLA MORTE
Una fonte interna alle autorità saudite e citata dall’agenzia Reuters avrebbe svelato le modalità dell’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi, morto nel Consolato Generale dell’Arabia Saudita ad Istanbul. Come spiega Sputniknews, il suo assassinio non sarebbe stato inizialmente pianificato. “Le autorità saudite avevano mandato in Turchia 15 persone che dovevano persuadere Khashoggi a fare ritorno in patria”, rivela l’agenzia. Incontro durante il quale il reporter sarebbe stato minacciato mentre le forze di sicurezza saudite cercavano di drogarlo e rapirlo. Khashoggi avrebbe però opposto resistenza chiedendo aiuto e questo avrebbe mandato nel panico gli agenti che, nel tentare di chiudergli la bocca lo avrebbero strangolato. “Per nascondere l’errore, gli assassini hanno avvolto il corpo su un tappeto, l’hanno portato fuori dall’ambasciata con un’auto diplomatica e lo hanno consegnato ad un “collaboratore locale” ad Istanbul”, ha svelato la fonte. Che ha poi aggiunto ulteriori dettagli: uno dei partecipanti all’omicidio avrebbe lasciato il consolato con i vestiti della vittima al fine di essere immortalato dalla telecamere mentre lasciava l’edificio.