Tanti e nessuno. Molti alpinisti hanno cercato di uccidere l’impossibile in montagna, ma nessuno finora ci è davvero riuscito. L’assassinio dell’impossibile è l’ultimo libro di Reinhold Messner, che il 74enne altoatesino, sempre in gran forma, ha presentato lunedì sera a Milano all’Auditorium di Largo Mahler nell’evento più atteso del Milano Montagna Festival. Sala strapiena (più che per i concerti dell’orchestra Verdi…) per il ritorno in pubblico a Milano, dopo molti anni, dell’alpinista più famoso della storia.
Alla fine siamo rimasti un po’ delusi, ci aspettavamo una conferenza brillante e polemica, magari con gli interventi di altri alpinisti, ma Messner si è limitato a raccontare per sommi capi la storia dell’alpinismo e quella delle sue imprese. Certo, lo ha fatto come sempre “alla Messner”, in modo lucido e coinvolgente. “Noi umani vogliamo sempre cancellare l’impossibile dei nostri padri”, nella scienza come nell’alpinismo”, ha detto. Gli scienziati, però, sono eroi nella loro ricerca di superare ogni volta i limiti della conoscenza, mentre gli alpinisti che usano i mezzi artificiali — dai chiodi a espansione alle bombole con l’ossigeno — sono invece degli assassini.
Il libro è bello, ed esce a 50 anni esatti dallo storico articolo di Messner, che con lo stesso titolo, sulla Rivista del Cai, nell’ottobre del ’68, tornò a scatenare anche in Italia le polemiche tra i puristi dell’alpinismo e chi con qualsiasi mezzo artificiale vuole salire su strapiombi lisci e “impossibili”. Già, quali sono i “mezzi” leciti? E qual è, dunque, il senso vero dell’alpinismo?
I tre capisaldi li stabilirono già nei secoli scorsi Albert Frederick Mummery, che nel 1874 lasciò sul Dente del Gigante il famoso bigliettino “impossibile con mezzi leali”. Paul Preuss, che nel 1912 scrisse le sei regole fondamentali di un alpinismo “pulito”. George Mallory, che nel 1923 rispose “perché è là” a un giornalista americano che gli chiedeva perché voleva scalare l’Everest, e l’anno dopo andò a morire sotto la cima del tetto del mondo.
In questo L’assassinio dell’impossibile Messner amplia e arricchisce quanto aveva già scritto nel 1974 nel suo celebre, e oggi introvabile, Settimo grado, che resta il più bello tra le decine di libri che ha pubblicato in oltre mezzo secolo di scalate. Il nuovo libro, soprattutto, raccoglie gli interventi dei 42 alpinisti più famosi oggi viventi. Tra cui Adam Ondra, il 25enne arrampicatore della Repubblica Ceca che è considerato il più forte arrampicatore del mondo, grande favorito per la gara di arrampicata che nel 2020 a Tokyo per la prima volta diventerà una disciplina delle Olimpiadi. Come scrive Ondra, nell’alpinismo “l’impossibile è ancora vivo e vegeto, per nostra fortuna”. Tanti ci hanno provato, ad assassinarlo, nessuno ci è riuscito.