I risultati delle prime partite dell’odierna giornata di campionato hanno agitato i pensieri dei tifosi interisti. Nessuna delle grandi era riuscita a vincere. Che fosse una giornata stregata dedicata alle squadre minori? I bauscia dovevano sfidare i casciavit, grande diveniva la paura che il trend continuasse. Nè la Maggica, nè la Gobba erano riuscite a superare gli ostacolini che il destino aveva messo loro innanzi. All’apparenza, non dovevano presentare preoccupazione alcuna. La Spal, arrivata a Roma con pochissime speranze, se ne è andata con il punteggio pieno. Il Genoa a Torino, dopo aver molto rischiato, si è portato a casa un punticino che, giudicando l’ultima mezz’ora di partita, poteva anche triplicare. Anche i bianconeri sono umani, non ci sono marziani: Ronaldo ha tenuto per un’ora poi, come spesso accade, ha assistito all’incontro. La Roma dei giovani ha deluso: arridatece De Rossi e Kolarov, altrimenti ballano centrocampo e difesa.
Poi ci ha pensato il Napoli a sottolineare le distanze fra le grandi e le altre squadre. Ha avuto difficoltà, in barba al risultato larghissimo: la seconda rete, quella che ha dato la certezza ai ciucci, è arrivata più tardi del previsto, e si sa che in tal caso, a risultato pendente, il rischio sfiga è molto elevato. Però l’ansia pre-derby non poteva che aumentare nei tifosi della Beneamata; anche il Napoli affrontava una squadra inferiore ma giocando fuori casa, mentre per l’Inter l’incontro sarebbe stato interno. Il merito dei napoletani è quello di aver riaperto il campionato: il distacco dalla Juve è sceso a quattro punti, tutto può ancora accadere. Altra grande che ha vinto fuori casa è stata la Lazio. Il Parma si è difeso molto bene e solo un rigoruccio, a dieci minuti dal termine, ha permesso ai biancocelesti di rimanere nell’alta classifica. I ducali non avrebbero demeritato il pareggio. A questo punto l’Inter non poteva che tentare di essere l’eccezione della giornata.
Così ha fatto, per la prima mezz’ora, contro un Milan fallosissimo. Due entrate da dietro di Biglia hanno scassato Nainggolan constringendolo all’uscita. Rete dei bauscia annullata per fuorigiochino, palo e un paio di altre occasioni mancate di poco, casciavit inesistenti. Un primo tempo in cui la Beneamata avrebbe potuto costruire la vittoria ma, come sempre, la sfiga e ‘attentissima. L’inter si è mostrata superiore a centrocampo con Vecino in ottima serata e Borja Valero subito entrato nel gioco; nel secondo tempo i nerazzurri ripartono con il piglio di chi vuole vincere, il Milan di chi deve difendere il pari. Gran numero di calci d’angolo per l’Inter ma nulla di fatto. Perisic comincia a risentire un paio di botte prese all’inizio ed esce sostituito da Keita; non so chi giocherà mercoledì a Barcellona, io sono indisponibile! Dopo il 70′ i rossoneri passano la metà campo e, spinto dall’ingordigia di vincere, Gattuso inserisce Cutrone. Pare l’incontro fra Di Maio e Salvini: Salvini attacca, ora forse è più forte ma, in effetti, ad entrambi il pareggio va bene. Rimarrà, ad ognuno, il rammarico di pensare: potevo ottenere di più. Però mai strapazzare l’avversario, meglio fingere di andare d’accordo. Cosi giocavano Milan e Inter, due squadre del “voglio ma non posso”, meritevoli di accomunarsi in un mediocrissimo pareggio che avrebbero rimpianto nel futuro. Fino a che Deuspalla, signore del calcio, non avvisò la sfiga: feu di ball! A questo punto, Milan incavolato o meno, la prima squadra di Milano, nel giorno della dedicazione del Duomo, non poteva più esimersi dall’incaricare il proprio capitano di matare li Diavolo, et sic fuit.