E’ allarme negli Usa per una serie di pacchi bomba inviati a personaggi chiave del fronte liberal, dal miliardario George Soros a Hillary Clinton e Barak Obama fino alla sede della Cnn a New York. Tutti pacchi intercettati dai servizi di sicurezza che non hanno portato danni, ma che sono un segnale preciso di un clima teso, come ha spiegato al Sussidiario Stefano Piazza: “Ci sono molti lupi solitari e anche associazioni che appartengono all’area nazionalista, suprematista bianca, insomma alla destra estrema oggi in America. Il linguaggio di Donald Trump, esplicito e spesso offensivo, getta benzina sul fuoco di qualunque pazzoide facilmente influenzabile”.
Il sistema dei pacchi bomba non appartiene allo stile del terrorismo islamico, lei che idea si è fatto?
Ne ho diverse. Prima di tutto escluderei il terrorismo di matrice islamica perché non è il loro metodo. Ci può essere dietro invece uno dei tanti pazzoidi che girano negli stati americani: un nazionalista, un suprematista bianco, un estremista di destra, oppure potrebbe esserci un’associazione, più persone.
Tutti gli obbiettivi prescelti appartengono all’area liberal, e la Cnn è da sempre associata a quest’area, che cosa ci dice questo?
E’ chiaro che a questo fenomeno non sono estranee le notizie che ogni giorno bombardano gli Usa e non solo inneggiando a ideologie assurde tipo quella dell’American White Power. In quel magma c’è di tutto.
Qualcuno dice che il linguaggio esplicito di Trump possa agire su personaggi facilmente influenzabili, ad esempio quando disse che “la Cnn è nemica del popolo americano”. E’ così?
Il fatto che oggi i politici 2.0 utilizzino un linguaggio spesso sopra le righe in cui si può fare a pezzi chiunque o qualunque cosa su qualunque tema, è pericolosissimo. Non ci rendiamo conto dell’effetto che queste parole fanno soprattutto in Rete. Un’affermazione che per Trump è normale su una mente fragile o persone che non aspettano altro fa l’effetto della benzina sul fuoco. L’invito alla responsabilità dovrebbe essere d’obbligo per i politici ma purtroppo non è così.
Come contribuiscono a questo clima le ormai prossime elezioni di medio termine e il fenomeno dei migranti, con le migliaia di persone in marcia dal Messico verso il confine americano?
Sicuramente il clima che si respira oggi negli Stati Uniti non è dei migliori. Noi italiani ed europei a volte non ci rendiamo conto di come sia la situazione, in particolare quello che accade negli stati che non appaiono nelle cronache, come quelli del Mid West. Qui c’è tensione da parecchio tempo, la presenza di Trump non ha pacificato il paese anzi. E’ chiaro che queste tensioni trovano sbocco anche in fenomeni come quello dei pacchi bomba.
E la questione migranti? Trump ha detto che schiererà l’esercito al confine.
La marcia dei migranti è la conseguenza di un problema non gestito ma utilizzato come propaganda. I problemi quando li lasci sul tappeto si ingigantiscono e ti tornano sulla scrivania. Ma dubito che questo problema porterà a una clamorosa sconfitta elettorale di Trump
Lo crede davvero?
Ho quantomeno dei dubbi, non vedo questa dinamicità del fronte democratico. Non basta l’indignazione, è un po’ come succede in Italia. Poi ci vogliono uomini e idee che per adesso mancano.
E’ anche vero che l’economia americana da quando c’è Trump viaggia molto bene.
Esattamente, la questione è che l’economia tira e che la disoccupazione è scesa anche se il debito pubblico è esploso oltre ogni ragionevolezza, ma gli americani se ne fregano. Difficile davvero un cambiamento elettorale a fronte di un’economia che tira per una vittoria in chiave antiTrump. “America first” piace, quello elettorale è un fenomeno che conosciamo poco, conosciamo poco gli americani e le loro dinamiche. Ricordiamoci quando si diceva che la Clinton vinceva facile. Bisogna invece calcolare come pensano gli americani.
(Paolo Vites)